Dopo quella del 14 maggio, il 4 giugno seconda riunione con i rappresentanti nazionali dei sindacati del comparto e della dirigenza, alcuni dei quali sono anche direttori di uffici periferici. Presente solo il direttore dell’Ufficio relazioni sindacali, non presente il d.g. del Personale e non presenti perché non convocati dalla Dgpob i direttori generali della Sanità animale e della Prevenzione sanitaria, richiesti dalla USB PI e da altre organizzazioni sindacali del comparto e della dirigenza percheé ritenuti fondamentali nella conoscenza degli Uvac-Pif e Usmaf-Sasn. Con loro sarebbe stato possibile avere un quadro ampio sull’andamento delle attività ambulatoriali e di controllo e se esse siano state svolte e continuano a svolgersi solo nei casi di indifferibile urgenza, per conoscere quali misure di contenimento del contagio siano state poste in essere per l'utenza e per il personale in presenza, in questi tre mesi di pandemia Covid-19.
Ma probabilmente queste non sono cose che interessano e dimostrano il grado di attenzione che il ministero ha per le periferie! In tal modo il ministero ha dato la dimostrazione definitiva che intende sottrarre dal confronto gli attori principali, i direttori generali, a cui il d.g. del personale chiederà ora, dopo tre mesi, di individuare le attività indifferibili! Come se non si conoscessero o non fossero già note dopo tre mesi di pandemia e di riunioni fatte proprio con i direttori generali, che in una conferenza di aprile/maggio dovevano monitorare le attività per il fabbisogno delle dotazioni informatiche da fornire ai lavoratori in lavoro agile.
Tutto ciò è inconcepibile ed inaccettabile, oltre che offensivo! Se questa è l’attenzione ad un protocollo che dovrebbe dare direttive serie ed univoche a tutto il ministero, non ci meraviglia affatto che non si risponda alle numerose richieste del personale non garantito senza diritti e “invisibile”, come amano definirsi gli infermieri a rapporto convenzionale, a tal punto che anche il ministro Speranza non ne conosce l’esistenza!
Per tre ore tutti gli interventi sindacali hanno rivendicato un protocollo sulla sicurezza generale e completo delle risorse finanziarie certe, anche nei tempi, per adeguare strutturalmente alle norme sulla sicurezza gli uffici periferici abbandonati dal ministero da quaranta anni, un protocollo con indicazioni di proroga e potenziamento del lavoro agile nelle attuali percentuali ed aumento delle attività da remoto, anche quelle indifferibili.
È stato evidenziato che in un ministero della Salute allo sbando, il cui vertice politico non vede e non risponde ad importanti istanze del personale, accade che un direttore di ufficio, ergendosi a ministro, detta le linee guida sulla ripresa piena delle attività ambulatoriali, come se finora medici ed infermieri avessero giocato a poker! Ma in quale dimensione vivono questi amministratori pubblici?
Alla fine della riunione e dopo tre ore di inutili insistenze per fare accogliere le richieste sindacali di un protocollo sulla sicurezza completo e non intriso solo di sterili raccomandazioni e sanzioni per i lavoratori, è apparso il direttore generale del Personale, che dopo uno show propagandistico di mezz’ora è scappato via senza ascoltare nessuna replica dei rappresentanti sindacali, che spendono tempo e lavoro per la difesa dei lavoratori e vengono umiliati in questo modo inaccettabile!
Nel suo monologo il dott. Giuseppe Celotto ha inneggiato ad un Ministero della Salute che deve essere al servizio delle imprese. Ha quindi annunciato:
- di sanzionare chi non indosserà le mascherine in sede centrale;
- di assegnare 250 pc portatili acquistati ma non si sa a chi e con quale criterio e se a Roma o anche nelle sedi periferiche;
- di ridimensionare il lavoro agile al 20/30% del personale dall’attuale 90%;
- di far rientrare in presenza i medici e che in particolare gli uffici periferici devono assicurare i servizi alle aziende facendo rientrare il personale del comparto negli uffici perché i controlli alle merci e le attività ambulatoriali non si svolgono in lavoro agile;
- di fare individuare ai direttori generali le attività indifferibili;
- di consentire al massimo uno/due lavoratori per stanza con le mascherine che il ministero ha acquistato tra le più protettive:
- di contattare l’Inail, proprietario dello stabile di via Ribotta, per modificare gli sciacquoni dei bagni;
- di convocare le oo.ss. la prossima settimana sulla sua idea di attribuzione dei buoni pasto;
- che sui test sierologici Covid1-9 il prof. Rezza lo farà contattare dalla Abbott per l’indagine statistica per poi comunicarci come procedere;
- che troppe norme non servono a niente ma servono i fatti e che non è possibile che per aprire un’azienda servano mille pareri di mille autorità;
- che il Ministero della Salute deve essere al servizio del Paese.
Direttore, considerando che non ha consentito il diritto di replica a nessuno, lo facciamo ora: ma in che mondo vive, quale ministero vede?
Direttore, ci spieghi invece cosa c’entrano i lavoratori del Ministero della Salute con la Abbott, azienda americana leader mondiale nei test per le malattie infettive, che si è aggiudicata la gara per i test sierologici che sono partiti il 4 maggio in Italia su un campione di 150.000 cittadini e che entro fine maggio conta di distribuire 4 milioni di test! E in che modo e a chi verrà somministrato il test sierologico di questo progetto Abbott. Curioso che la Abbott abbia proprio una sede italiana in via G. Ribotta 9, a Roma.
Il direttore dell’Ufficio relazioni sindacali, dopo l’uscita di scena del d.g. del Personale, ha aggiornato i presenti su un’altra bozza di protocollo che non si discosterà di molto da quella discussa, e ad un incontro in tempi brevi sul lavoro agile, ricordando che non è materia oggetto di trattativa, dopo di che si chiederà alle oo.ss. di condividere i due protocolli.
In conclusione, il ministero non ha accolto quasi nulla delle proposte sindacali:
- non ha voluto individuare i tempi e le risorse finanziarie dei lavori urgenti di adeguamento degli uffici periferici e centrali alle norme previste dal d.lgs 81/08 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, esponendo a rischi e a denunce i dirigenti degli uffici periferici.
- non ha voluto chiarire se ha effettuato il monitoraggio sulle dotazioni informatiche, né indicare quando e a chi verranno forniti gli attuali 250 pc acquistati, né come si intende migliorare la condizione dei lavoratori che non hanno una connessione idonea.
- non ha voluto dare indicazioni di aumentare da remoto l’utilizzo delle attività indifferibili e di migliorare le altre, sempre in lavoro agile.
- non ha voluto indicare l'obbligo per il ministero di provvedere a livello centrale al controllo e alla fornitura dei dpi e delle barriere protettive con l'utenza negli uffici periferici, a tutela dei lavoratori sanitari a convenzione e di ruolo a contatto con utenza esterna.
- non ha voluto indicare nel protocollo le tutele e la regolamentazione del "lavoro agile", il suo potenziamento e la proroga ulteriore con conferma delle attuali percentuali, né l’aumento delle attività da remoto, incluse quelle indifferibili.
- ha subordinato i buoni pasto a strane verifiche da parte dei dirigenti.
- non ha previsto nel protocollo l'obbligo per gli uffici periferici e centrali di convocare riunioni preventive e successive con le RSU, le ss., il RLS, il RSPP e il datore di lavoro per il controllo e la verifica dell'aggiornamento dei dvr, della costante sorveglianza sanitaria/medico competente sui "lavoratori fragili" e dell'applicazione delle prescrizioni e degli obblighi richiesti dalle oo.ss. nel protocollo sulla sicurezza Covid-19.
- non ha previsto la necessità di valutazione e di sopralluogo dell’ISS anche negli uffici periferici, come avviene per la sola sede centrale di Roma.
Caro direttore generale del Personale, caro ministro, cari direttori generali, il Ministero della Salute è responsabile per la totalità dei suoi uffici, centrali e periferici, non solo di quelli centrali, al di là della responsabilità penale derivante dal d.lgs 81/08.
E lo sapete perché?
Perché avete un obbligo di legge, quello di assicurare il benessere psicofisico di tutti i lavoratori del Ministero della Salute con lo stesso standard massimo, senza alcuna distinzione o discriminazione territoriale, come prescritto dalla costituzione della repubblica italiana che riconosce tra l’altro il diritto all’accesso gratuito alle cure sanitarie e il diritto sacrosanto alla salute.
Cosa fare?
- ridare dignità e riconoscimento del ruolo ai lavoratori a rapporto convenzionale, gli “invisibili” del Ministero della Salute.
- i lavoratori devono pretendere la restituzione del Ministero della Salute al suo originario ruolo primario, sostituendolo ai sistemi sanitari regionali.
- non permettiamo che al Ministero della Salute ci sia spazio per interessi che niente hanno a che fare con il sistema sanitario nazionale pubblico ed universale che lo hanno reso un esempio nel mondo.
Unione Sindacale di Base PI – Ministero Salute