Era marzo 2019 quando l’unione Sindacale di Base è stata costretta a scrivere al Prefetto di Milano per sollecitare un intervento che garantisse la sicurezza e l’ordine pubblico a bordo degli autobus di linea del trasporto pubblico locale, soprattutto su quelli che effettuano il servizio extraurbano e che percorrono le autostrade della Lombardia.
La ditta Movibus di Milano, al pari di molte altre aziende di trasporto pubblico italiane, ha deciso di dare disposizione ai propri autisti di trasportare i passeggeri in piedi su propri mezzi anche nei percorsi autostradali; cosa che riteniamo essere in palese violazione delle vigenti norme legislative nonostante siano praticate dalla stragrande maggioranza delle aziende di trasporto extraurbano in tutto il paese.
A “spalleggiare” l’azienda ci ha pensato l’Agenzia del TPL del bacino della Città Metropolitana di Milano che ha formalizzato la sua autorizzazione, modificando il proprio orientamento precedente; una scelta che dimostra una totale mancanza di buon senso, una grande superficialità nei confronti delle pesanti responsabilità che gravano in capo al personale di guida.
L’azienda di trasporto milanese, forte di questa autorizzazione e infischiandosene della sicurezza dell’utenza ha sanzionato con 2 giornate di sospensione dal servizio e dalla paga uno dei suoi autisti che si era rifiutato di partire con il suo bus carico di persone in piedi. A questo provvedimento, altri ne sono seguiti.
I conducenti, giustamente affermiamo noi, impiegati su una linea che prevedeva un percorso autostradale hanno fatto scendere numerose persone dai bus, ben consci delle proprie responsabilità penali e pecuniarie in caso di incidenti stradali, fermo restando che già per il fatto di guidare in tali condizioni è prevista una multa di 300 euro e la sottrazione di 2 punti dalla patente.
Una situazione paradossale che nasce da un'ambiguità contenuta nel decreto legislativo 150 del 2006 (che scaturisce da un norma europea), secondo cui sugli autobus che vengono utilizzati nelle linee extraurbane i viaggiatori seduti hanno l'obbligo di tenere le cinture di sicurezza allacciate ma si possono portare passeggeri in piedi mentre fanno servizio locale in ambito urbano! Delle due l'una...
In questa ambiguità l’Agenzia del TPL del bacino della Città Metropolitana di Milano ha autorizzato il trasporto di persone in piedi, giustificando tale “bizzarra” decisione col fatto che siccome ci sono stati tagli ai finanziamenti, e quindi ai servizi, la gente bisogna comunque portarla a casa… Quindi la sicurezza e l’incolumità degli utenti possono benissimo passare in secondo piano rispetto alla produzione di kilometri cioè di profitti, appellandosi in modo del tutto strumentale al “diritto costituzionale della mobilità”.
L’Unione Sindacale di Base- Lavoro Privato questa volta, nonostante tutti gli organismi istituzionali coinvolti abbiano legittimato l’operato della società MOVIBUS su scelte che possono potenzialmente ledere il diritto alla salute ed all’incolumità dei passeggeri e della sicurezza dell’esercizio di trasporto pubblico, ha dato mandato all’Avvocato Bartolo Mancuso di Roma di far chiarezza in sede giuridica sui fatti.
Il risultato, con nostra grande soddisfazione:
- Il Tribunale di Milano ha annullato la sanzione disciplinare sul presupposto della illegittimità dell’Ordine di servizio.
- Il Giudice ha ricordato che il codice della strada impone l’utilizzo delle cintura di sicurezza a tutti i cittadini, compresi – ovviamente - i passeggeri degli autobus.
Pertanto, l’ordine di servizio della Movibus è illegale e, soprattutto, i lavoratori sono cittadini liberi e non sono costretti ad adempiere ad ordini illegittimi.
La condotta del lavoratore, che non si è sottomesso ad un ordine ingiusto, è legittima.
Questa sentenza, oltre a fare giustizia nei confronti dei lavoratori della MOVIBUS che, con grande responsabilità, hanno fatto la scelta di non sottomettersi alle pressioni e alla prepotenza aziendale, è da monito a tutte quelle società di Trasporto Pubblico Locale extraurbano e a tutte quelle istituzioni che si rifiutano di affrontare in modo adeguato il problema della sicurezza. Il perseverare nella logica del contenimento dei costi mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini e dei lavoratori non troverà più spazio; l’affollamento dei mezzi, soprattutto nelle tratte autostradali, si è voluto trasformare in un contenzioso tra utenti e lavoratori trovando sempre il modo di scaricare su altri le responsabilità.
Questa sentenza del Tribunale di Milano ripristina in modo chiaro il rispetto e la tutela della sicurezza del servizio di Trasporto Pubblico Locale.
NON PERMETTEREMO A NESSUNO DI TORNARE A CALPESTARE I DIRITTI DEI LAVORATORI E DEI CITTADINI.
USB Lavoro Privato - settore TPL