Un mese fa abbiamo partecipato al tavolo di raffreddamento presso la Prefettura di Milano, per presentare le istanze dei dipendenti in appalto nei Musei alle cooperative di cui sono dipendenti (CoopCulture e Dussman) e al Comune di Milano, committente dell’appalto.
Le cooperative hanno rifiutato di riconoscere USB, nonostante i numerosi iscritti, come soggetto con cui iniziare una trattativa per il miglioramento delle condizioni salariali e di lavoro. Dunque l’esito del tavolo è stato negativo e abbiamo convocato sciopero nella giornata del 5 novembre, che oltre alla ricorrenza della “congiura delle polveri” è la prima domenica del mese, con l’ingresso gratuito ai musei e dunque un enorme afflusso di visitatori.
Ieri si è tenuta l’assemblea sindacale per lanciare lo sciopero e la mobilitazione, molto partecipata ed entusiasta nonostante le intimidazioni delle cooperative, con Dussman in particolare che minaccia di non pagare le ore di assemblea sindacale in orario di lavoro, e l’ultimo tentativo di boicottaggio facendoci trovare la sala da noi prenotata al Castello Sforzesco per l’assemblea senza neanche una sedia. Sedie poi comparse appena abbiamo manifestato la volontà di tenere l’assemblea pubblicamente nel cortile, davanti a tutta la clientela del museo.
L’assemblea ha deciso di organizzare una mobilitazione nella giornata di sciopero, per manifestare pubblicamente i problemi presenti nell’appalto e la nostra piattaforma sindacale per risolverli:
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Contratto: attualmente il contratto applicato è il Multiservizi, con salari troppo bassi e non attinente alle mansioni e alle competenze richieste nel settore dei beni culturali.
Vogliamo l’impegno del Comune a inserire nel prossimo bando di gara la necessità di applicazione del contratto di settore, Federculture, che prevede salari ben più alti.
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Livelli: è necessario applicare il giusto livello per le mansioni svolte, non il livello 2 ma almeno il livello 3. Questo significherebbe fin da subito un aumento dello stipendio.
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Maggiorazioni domenicali: la domenica è uno dei giorni di maggior lavoro per i musei, ma questo non toglie che il lavoro domenicale vada retribuito con le maggiorazioni previste da contratto.
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Stabilizzazione contratti precari: diversi dipendenti in appalto hanno contratti a tempo determinato rinnovati ogni 2-3 mesi, è necessario stabilizzarli ora per permettere l’uscita di tanti e tante dalla precarietà.
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Stabilizzazione contratti a chiamata: molti hanno contratti intermittenti e fanno pochissime ore, troppe poche per uno stipendio dignitoso, mentre altri con contratti full o part time svolgono molte più ore del previsto. Gli intermittenti sono chiamati a volte anche la mattina stessa per sostituzioni, rendendo impossibile organizzare la propria vita.
Questi contratti vanno stabilizzati, garantendo un monte ore e orari stabiliti in anticipo
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Buoni pasto
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Organizzazione turni più stabile da parte delle cooperative, con pagamento delle maggiorazioni previste per le ore di lavoro svolte fuori dall’orario standard
In tutta Italia, negli appalti di musei e siti pubblici dove i dipendenti svolgono di fatto un servizio pubblico, garantendo accesso e fruizione del patrimonio artistico e culturale, si nasconde una fetta di lavoro sottopagato e precario a causa del sistema di privatizzazioni presente in questo settore.
Manifesteremo dunque anche nel nome di tutti quei lavoratori e lavoratrici, colleghi e colleghe che vivono la stessa situazione, lavorando con i contratti peggiori d’Italia come Multiservizi, Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, che anche a Milano è stato applicato per anni dalla cooperativa precedente e contro cui apriamo una campagna di ricorsi legali, ora che anche la Corte di Cassazione l’ha dichiarato in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione che vorrebbe i salari di tutti noi “sufficienti a garantire un’esistenza libera e dignitosa”.
Così come a Verona, dove tramite lo sciopero abbiamo strappato un accordo sull’applicazione del Federculture e sull’applicazione di un contratto migliorativo da subito, anche a Milano vogliamo lanciare un messaggio: chi lavora nei musei ha diritto a un salario dignitoso, a un lavoro che permetta di vivere sia dal punto di vista economico (nella città più cara d’Italia in questo caso) che dell’organizzazione dei tempi di vita.
Visto che le cooperative hanno negato la via del dialogo, questi diritti intendiamo strapparli con la lotta, la mobilitazione, l’organizzazione e l’unità dei lavoratori e delle lavoratrici, che sono e saranno sempre la nostra forza.
SALARIO, DIRITTI, DIGNITA’
USB Slang – USB Cultura