Attacco frontale da parte dei mezzi di comunicazione locale contro le lavoratrici ed i lavoratori del Comune di Napoli.
L’occasione – pretesto – è stata fornita dal dato di bilancio sulla spesa relativa ai costi di gestione del personale dell’azienda.
Il dato è esposto dalla stampa come rapporto tra ogni cittadino ed ogni singolo lavoratore del comune, ovvero quanto mi costi!
Ma intanto è chiaro che nel calderone della spesa totale non si distinguono i due estremi di una forbice retributiva sempre più ampia tra dirigenza e lavoratori di qualifiche medie e inferiori.
Non ci si interroga sul ruolo dei dirigenti, che da anni raggiungono sistematicamente i loro obiettivi di gestione con una città che cade a pezzi e per la qual cosa vengono “premiati”, non ci si interroga pure sulle ingerenze pesanti della politica che crea sacche di privilegi e metodi di avanzamento di carriera poco ortodossi, per non parlare di incarichi esterni e collaborazioni.
La realtà parla invece di uno stipendio medio comunale di 1.300 euro, per assicurare la sopravvivenza di famiglie spesso monoreddito.
L’attacco della stampa contribuisce all’amarezza di lavoratori che hanno visto negli ultimi anni dimezzare il potere d’acquisto di una busta paga malamente adeguata in base ai nuovi contratti,voluti da cgil-cisl- uil con il conseguente indebitamento ed impoverimento delle famiglie.
Invitiamo i giornalisti a parlare con noi, a farsi raccontare da noi, dalla viva voce dei lavoratori, delle condizioni di lavoro nelle quali quotidianamente ci troviamo ad erogare servizi vitali ai cittadini.
I nostri uffici sono luoghi da tempo malmanutenuti, spesso poco salubri, con attrezzature informatiche obsolete, con una cronica carenza di assistenza,
con una organizzazione interna che fa leva sulla buona volontà di singoli, che sono tanti, e che ogni giorno consentono fisicamente il funzionamento della macchina comunale.