Si è ufficialmente costituito il Comitato nazionale “PAESE SENZA RICERCA, GIOVANI SENZA FUTURO”, varato dall’assemblea pubblica organizzata questa mattina a Roma dall’Unione Sindacale di Base a cui hanno partecipato lavoratori e delegati di Scuola, Università e Ricerca, studenti ed esponenti della comunità scientifica.
“Sarà un luogo di scienza, di proposta e di lotta”, ha annunciato il Professor Luciano Vasapollo, docente dell’Università di Roma "La Sapienza", fra i primi a raccogliere all’appello lanciato da USB per la costituzione di uno strumento di difesa e rilancio del sistema educativo, formativo e di ricerca pubblica. Insieme a lui la Professoressa Margherita Hack, Astrofisica; Ezio Amato, Dirigente di Ricerca dell’ISPRA con incarico all’ONU; Angelo Baracca, Professore di Fisica all’Università Firenze; Alberto Di Fazio, Senior scientist dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Nato con l’intento di rielaborare un’idea del ruolo di Università Scuola e Ricerca in funzione dei bisogni della collettività e di uno sviluppo sostenibile, il comitato vedrà nei prossimi giorni la formazione di sue strutture nelle scuole, nelle università e negli enti di ricerca ed ha già indetto la sua prima riunione nazionale per il 14 gennaio 2011. Le adesioni possono essere inviate all’indirizzo comitato.sapere@usb.it
Numerosi gli interventi all’assemblea da parte di rappresentanti dei diversi settori, fra cui la testimonianza di Luciano Costa sulla lotta all’università di Siena, che ha visto uniti studenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo.
“Il rinvio della discussione parlamentare sulla riforma Gelmini è sicuramente un risultato da ascrivere al vasto movimento di opposizione che ha attraversato tutto il Paese”, ha affermato Cristiano Fiorentini, dell’Esecutivo nazionale USB Ricerca. “USB, che a queste lotte ha dato un significativo contributo, anche con la proclamazione dell’imminente sciopero dell’Università a cui potrebbe aderire la Ricerca, considera doveroso dare continuità a questo movimento”.
“Oggi – ha sottolineato Fiorentini - non ha più senso difendere solo i singoli enti di ricerca, che già a mala pena sopravvivono; oppure l’università così come è oggi, già privatizzata dalla legge 133. Bisogna invece avviare un processo di rielaborazione e di rilancio del sistema educativo, formativo e di ricerca pubblica. Non sarà né semplice né a breve termine, ma è una battaglia indispensabile: le trasformazioni in atto da tempo nei settori di Scuola Università e Ricerca cambieranno il volto nostro Paese per i prossimi cinquant’anni”, ha concluso il dirigente USB.
Aderente
alla FSM