Da quando nel 2016 un decreto del Commissario ad acta della Regione Lazio ha ridotto a due unità gli operatori previsti come equipaggio minimo in determinate situazioni, non sono più state fatte assunzioni e non sono stati reintegrati nemmeno i barellieri usciti in questi anni dal servizio di emergenza. Ormai le ambulanze sono quasi tutte a due unità, anche dove la prima ambulanza libera è distante molti chilometri, anche dove non ci sono automediche nelle vicinanze.
Questa situazione di carenza cronica provoca gravi conseguenze nell’espletamento dell’attività di soccorso sia dal punto di vista della sicurezza e dei carichi di lavoro, che dell’adeguatezza delle prestazioni e delle manovre salvavita. Basti pensare che per trasportare il paziente è necessario molte volte attendere un mezzo di supporto, allungando i tempi di arrivo in ospedale.
Le assunzioni di operatori tecnici non sono state nemmeno previste, mentre il programma assunzionale approvato dalla Regione Lazio nel 2018 prevedeva la necessità di un incremento dell’organico presente. Oggi non solo è possibile e doveroso reintegrare il personale fuoriuscito in questi anni, ma è possibile realizzare l’assunzione di tutti i barellieri previsti e necessari. Nonostante i fondi economici ci siano, ci ritroviamo però in una situazione di stallo che si protrae da molti mesi, dovuta all’assenza di indicazioni e finanziamenti da parte della Regione Lazio.
Nel frattempo, i carichi di lavoro sono aumentati anche in virtù di revisioni dei protocolli aziendali con aumento dei carichi di lavoro e dilatazione dei tempi di ospedalizzazione. Infermieri e autisti di ambulanza sono estremamente provati dopo quest’anno e mezzo in cui è stato chiesto loro di fare di tutto.
Per questi motivi, nell’interesse di tutti i lavoratori e le lavoratrici impegnati 24 ore su 24 a salvaguardare la salute della cittadinanza, abbiamo chiesto un incontro urgente con i vertici della Regione Lazio
USB Sanità – Regione Lazio
Roma, 10 maggio 2021