A partire, almeno, dagli ultimi due rinnovi contrattuali (2003/2006 – 2012/2014) si è manifestata palesemente la rinuncia dei sindacati firmatari a difendere i diritti e le tutele conquistate negli anni precedenti dai ferrovieri, riducendo progressivamente gli spazi di partecipazione dei lavoratori e lasciando campo libero all’iniziativa privatistica della dirigenza societaria.
Sulle fondamenta dei CCNL di arretramento, che consentono maggiori flessibilità di utilizzo del personale prima e aumento dell’orario di lavoro (sottopagato) poi, si sono poggiate le azioni societarie di ulteriore attacco ai diritti economici e normativi dei ferrovieri: disoccupazione negli impianti; banalizzazione e mancato riconoscimento professionale rispetto a mansioni ad alta specializzazione e responsabilità; aumento dei carichi di lavoro notturno e dei nastri di impiego; riduzione sistematica dei riposi minimi giornalieri e settimanali; tutto questo attraverso pessimi accordi, nazionali e territoriali, con cui le OOSS firmatarie hanno garantito la non conflittualità della categoria.
Nel settore Manutenzione Infrastrutture di RFI, l’attacco alle condizioni di lavoro dei ferrovieri è stato supportato da un massiccio ricorso all’appalto delle attività a società private, dove vigono rapporti di lavori spesso informati al ricatto economico e occupazionale, e che nel tempo hanno diffuso la sotto-cultura di relatività dei diritti, anche tra i ferrovieri; nelle stazioni, sui treni, negli uffici le lavoratrici e i lavoratori pagano da anni l'aumento dei carichi di lavoro, delle flessibilità d'impiego in turni disumani, l'arbitrio dirigenziale sulle mansioni e sul codice disciplinare.
Sulla base del mancato contrasto alle politiche di peggioramento delle condizioni di lavoro dei ferrovieri si è assistito all’aumento della pericolosità dell’ambiente di lavoro, dell’esercizio ferroviario stesso, e all’incremento degli incidenti gravi e mortali correlati ad un modus operandi organizzativo che di fatto assoggetta a variabili di tipo produttivistico la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Non è più il tempo di delegare la difesa delle condizioni di lavoro a chi ha già dimostrato di avere altre priorità che non la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori delle ferrovie!
Il 23 e il 24 giugno 2016 torniamo a scioperare con USB e con tutti i sindacati di base!
Nessuno si permetta di firmare a nome de@ ferrovier@ ulteriori arretramenti contrattuali!
Rinnovare il solo contratto economico e tornare alle 36 ore settimanali per tutt@ @ ferrovir@!
Avviare una vera consultazione tra @ ferrovier@ attraverso il loro coinvolgimento assembleare prima di sottoscrive i nuovi CCNL!
Dalle ore 21,00 del 23 giugno alle ore 21,00 del 24 giugno 2016
II sciopero nazionale di tutt@ @ ferrovier@
e di tutt@ @ lavorat@ delle attività ferroviarie
Basta indugi! o si lotta o si perde anche la dignità!