COMUNICATO STAMPA
Ha ricevuto il primo sì alla Camera un disegno di legge che permetterà l'introduzione di telecamere negli asili, nelle scuole d’infanzia e nelle case di riposo e di cura.
L’USB settore Scolastico-Educativo comprende e condivide i timori dei cittadini, soprattutto perché gli atti riprovevoli di violenza a cui si vorrebbe porre rimedio sono rivolti contro bambini, anziani o disabili. Ritiene tuttavia che la videosorveglianza non rappresenti affatto la soluzione di un problema più complesso, che non si può ridurre ad una forma di controllo tecnologico, e che si rischi ancora una volta di portare a termine un’operazione di facciata.
Le politiche di disinvestimento economico, sociale e culturale nei confronti del Settore Educativo e Scolastico, perpetrate dai Governi e dalle Amministrazioni locali con l’aumento dei carichi di lavoro, la riduzione della compresenza, l’aumento delle ore a contatto diretto con i bambini, il non rispetto di accordi, la drastica riduzione degli organici, il non rispetto del rapporto educatrice/bambini e maestra/ bambini; l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni in una professione così delicata, contribuiscono quotidianamente ad innalzare il rischio di burn-out tra gli operatori e nascondono la volontà di disincentivare, se non smantellare, questi importanti servizi.
L’USB non intende certamente giustificare in alcun modo episodi inaccettabili di violenza e maltrattamento che, è opportuno ricordarlo, hanno riguardato prevalentemente strutture private ed accreditate. Va peraltro anche ricordato che a seguito di denuncia o sospetto la magistratura ha già piena facoltà di prevedere l’installazione delle telecamere nelle strutture.
Quello che si intende porre in evidenza è la necessità di introdurre seriamente una politica di rilancio dei servizi pubblici quale unica garanzia dei diritti e di tutela di tutte le bambine ed i bambini: strutture pubbliche dove il lavoro non sia individuale ma collegiale, dove siano previsti opportuni percorsi formativi, dove siano rispettati i rapporti numerici e di compresenza ed i controlli di regolarità, legalità e qualità nei servizi che il pubblico è tenuto ad effettuare.
Sovente, infatti, le strutture private non rispettano i vincoli. Si pensi, ad esempio, che non sempre chi vi opera possiede i requisiti necessari a svolgere questo delicato compito educativo, che spesso il personale è ricattato e sottopagato e che le stesse strutture private non sono soggette a seri controlli.
Secondo l’USB, solo attraverso la difesa di scuole e asili intesi come un bene comune e pubblico, e non attraverso la videosorveglianza, i genitori potranno essere certi che i bambini vengano accolti in strutture adeguate, che rispondano pienamente alle necessità educative dei loro figli.