42.000 persone in attesa di un alloggio popolare a Roma, tante altre persone in emergenza sfratti e cartolarizzazioni…
Quando una soluzione vera?
Questa mattina i movimenti per il diritto all’abitare hanno incontrato l’assessore alla casa Antoniozzi per fare il punto della situazione in merito alle misure da attivare per contrastare un’emergenza abitativa che colpisce con la crisi settori sociali sempre più ampi.
“Prendiamo atto e guardiamo con attenzione al dialogo che l’amministrazione comunale ha intrapreso nei confronti del governo in merito ad una possibile moratoria degli sfratti, ma siamo preoccupati della pressione che gli enti stanno mettendo in campo per avere mani libere rispetto alla vendita del loro patrimonio. Sono molti, infatti, gli espulsi dalle case in cui hanno vissuto per una vita, gli inquilini senza titolo, persone che non potranno comprare alloggi che si vuole dismettere e vendere a prezzi di mercato o che non potranno gli aumenti degli affitti richiesti, subendo il solito meccanismo speculativo che ha determinato l’esplosione dei prezzi delle case in questi anni. Allo stesso modo non sarebbe sufficiente incassare una moratoria relativa soltanto agli alloggi degli enti. E’ invece necessario un provvedimento generalizzato che includa un blocco delle dismissioni e dell’aumento degli affitti, una sanatoria per gli inquilini senza titolo degli alloggi degli enti ed il blocco generalizzato degli sfratti per morosità oramai quasi il 90% del totale, morosità che dobbiamo definire “incolpevole” perché causata principalmente da un aumento vertiginoso degli affitti (a Roma si parla del 300% negli ultimi 10 anni) di fronte ad un potere d’acquisto delle famiglie in costante declino”.
Allo stesso modo esprimiamo preoccupazione per la lentezza e la latitanza con cui si sta affrontando a tutti i livelli, dal governo agli enti locali, il problema casa. Denunciamo ancora una volta le pochissime case popolari consegnate, l’assenza di finanziamenti e la paralisi della graduatoria per l’assegnazione degli alloggi ERP, al momento unica garanzia del diritto alla casa per le tante famiglie in difficoltà. Ancora una volta le necessità reali di Roma e dei suoi abitanti vengono sacrificate sull’altare degli interessi dei grandi costruttori che vogliono mettere le mani sulla città scaricando sui nostri territori una nuova ingiustificata valanga di cemento privato. Anche il cosiddetto housing sociale rischia di essere solo una nuova occasione di speculazione e di profitto con case troppo costose ed inaccessibili a chi vive di un contratto precario, di pensione, alle famiglie monoreddito, ai tanti e tante che vivono con salari bassi, immutati da anni.
Crediamo che ora più che mai, sia necessario mettere al centro gli interessi di chi sino ad oggi ha pagato il prezzo della rendita e della crisi, realizzando un vero piano di case popolari da costruire in modo rispettoso del territorio, delle esigenze di mobilità e servizi di chi ci andrà ad abitare, a partire dal recupero dei numerosi stabili vuoti della città come le caserme che ora si vorrebbe regalare ai privati.
Con questi obiettivi parteciperemo all’incontro di venerdì 8 ottobre p.v. alle ore 10:00 al Campidoglio con il gabinetto del sindaco e l’assessore comunale alla casa, nel quale ribadiremo tra l’altro la convocazione urgente di un tavolo interistituzionale Comune, Regione e movimenti per dire la nostra su un piano casa regionale che non ci piace perché non serve a dare presto un alloggio a chi non ce l’ha e mette a rischio di nuove e inutili colate di cemento tutto il territorio laziale.
Roma, 27 settembre 2010 Movimenti per il Diritto all’Abitare