Forse non tutti sanno che, Acea, all’oscuro della cittadinanza, ha inaugurato a Grottarossa un potabilizzatore dell’acqua
del Tevere.
Acclamata come opera di alta tecnologia e innovativa nel suo genere, questo impianto è dimensionato per immettere, in
caso di emergenza idrica, circa 500 litri/secondo nella rete idrica urbana, ovvero acqua chimica da immettere nella rete
dell’acqua potabile.
La cosa in sé non desterebbe troppe perplessità dato che, nella maggior parte del mondo, i potabilizzatori esistono e
sono funzionali alle esigenze di Paesi dove le risorse idriche scarseggiano. Ma a Roma ?
Fino al 2018 in caso di emergenza idrica si faceva ricorso al lago di Bracciano, ma, in seguito all’evidente abbassamento
del livello naturale, dovuto a fattori ambientali e non solo, l’acqua dal lago non si è più potuta captare.
Acea aveva dichiarato di intervenire sulla rete idrica romana varando un progetto di ripristino delle condotte, e di
provvedere alla manutenzione delle protezioni catodiche, al fine di risanare le perdite sulla rete che, secondo i dati Arpa,
si aggirano ancora oggi intorno al 40%.
Tuttavia, il management, non ha dato corso ai buoni propositi sbandierati anche a livello politico nella campagna
elettorale per le elezioni comunali del 2016, ossia reinvestire i profitti per la progressiva riduzione delle perdite,
causando lo spreco di una risorsa preziosa come è l’acqua di Roma considerata una delle migliori acque d’Europa.
In aggiunta, le suddette perdite, provocano danni nel sottosuolo, con voragini sempre più frequenti, se non danni ancor
più gravi.
L’acqua potabilizzata chimicamente non è (e non lo sarà mai) , nemmeno lontanamente paragonabile a quella che si crea
con il ciclo naturale e che dovrebbe essere salvaguardata da chi la distribuisce .
Parliamoci chiaro Costruire un potabilizzatore costa meno che riparare le condotte idriche e i tubi ormai obsoleti
La realtà è che si è nuovamente anteposto l’interesse e i dividendi agli azionisti alla tanto sbandierata politica del ferro e
del rame, affermata all’insediamento del nuovo CdA Acea.
E chiaro a tutti che la mancata manutenzione della rete porterà ad un aumento delle perdite e di conseguenza ad un
maggior utilizzo dell’acqua potabilizzata, in barba alla salvaguardia dell’ambiente, ai progetti di rivalutazione delle aree
idriche protette, e al rispetto del ciclo naturale.
A farne le spese, per l’ennesima volta, saranno i diritti dei cittadini “annacquati” e
calpestati!
Intervista alla candidata sindaco Raggi 28/4/2016:
Acea non ha più fatto investimenti sulle reti (noi li faremo!)
bisogna esercitare le prerogative del socio di maggioranza (il Comune!)
con l’acqua pubblica non si devono fare profitti!!!
Dopo le parole….? Ancora attendiamo i fatti!