Quasi 100.000 i nuovi contagi registrati ieri, poco meno di 200 i decessi! Nonostante le vaccinazioni di massa la pandemia corre, in forte recrudescenza rispetto ad un recente passato.
Nel frattempo, il Governo attua il “liberi tutti” in ossequio a direttive che, più che alla tutela della salute nazionale, guardano esclusivamente alle necessità di mercato.
Tutto questo si riflette pericolosamente nei processi di rientro al lavoro. Decretata, in barba ai numeri sopracitati, la fine dell’emergenza, le indicazioni sull’utilizzo del lavoro agile nella P.A. vengono rimesse in discussione.
Nonostante i lavoratori del nostro Ministero, come tanti altri, abbiamo ampiamente dimostrato, lavorando da remoto, non solo un fattivo impegno ma anche una maggiore produttività, la concezione brunettiana del fannullismo, continua a imperversare in modo strisciante nelle ultime disposizioni di legge e nelle disposizioni amministrative ad essi correlate.
Durante l’incontro con l’Amministrazione, avvenuto il 25 marzo, abbiamo continuato a ricordare che la situazione pandemica e quella logistica dei nostri uffici, non permette un rientro basato sulla prevalenza in presenza; abbiamo ricordato, anche, che una Amministrazione in modo indipendente, può decidere di attuare misure che migliorino le condizioni di tutela e salute dei propri lavoratori; soprattutto in presenza di problematiche quali quelle che attualmente sono in essere presso il Ministero del Lavoro (quinto piano e parte del quarto in via Flavia inagibili, la sede di via San Nicola da Tolentino non ancora disponibile, l’ingresso di nuovo personale).
Sotto gli occhi di tutti la condizione dei trasporti pubblici: peggiora di giorno in giorno, e nulla pare essere stato fatto per migliorarla proprio in concomitanza del “liberi tutti” decretato dal Governo.
Chiediamo, quindi, che il lavoro agile sia prorogato per almeno 3 giorni su 5, che si confermino le tutele per i lavoratori fragili e per chi assiste persone disabili o ritenute fragili per le loro condizioni di salute.
L’Amministrazione riveda le proprie decisioni: NON È PIÙ TEMPO D’EROI!
Le immagini che ci hanno accompagnato in questi ultimi due anni dobbiamo e possiamo lasciarcele alle spalle.
Non vogliamo più assistere a medici, con le terapie intensive piene, costretti a scegliere chi salvare; non vogliamo più vedere foto che ci mostrano operatori sanitari ed infermieri, spossati da giorni di lavoro senza riposo, crollare, sfiniti, sulle scrivanie.
Non vogliamo avere paura del raffreddore di un nostro collega.
Se, in una situazione come questa, le decisioni del Governo appaiono inopportune e avventuristiche, un’Amministrazione che, anche in un recente passato, ha dato dimostrazione di coraggio al fine di tutelare i propri lavoratori attuando scelte considerate fuori dal coro, non può oggi, pedissequamente, applicare decreti palesemente dannosi per la salute pubblica.
USB Coordinamento Nazionale Lavoro, INL e ANPAL
Roma, 30 marzo 2022