La Dirigenza del Policlinico Tor Vergata ha fatto un passo indietro rispetto alla brillante idea di ridurre ai dipendenti dell’Azienda PTV il saldo della produttività in pagamento a marzo, invece di aumentare i salari dei lavoratori della Fondazione. Della serie “mal comune mezzo gaudio”, si è tentato di far piazza pulita dei diritti acquisiti facendoli passare per “privilegi”, si è negata la possibilità di progressioni economiche e il riconoscimento del salario accessorio spettante.
Dal 2008, ossia da quando la Fondazione PTV è subentrata all’Azienda Ospedaliera nella gestione dell’ospedale universitario, si sta assistendo al rimpallo di responsabilità tra i dirigenti della Regione e quelli del PTV. Prima per la mancata costituzione dei fondi accessori e oggi perché, a fondo costituito nel 2016, le risorse non sono sufficienti ad erogare la produttività dovuta in base al CCNL, così come percepita dai colleghi dipendenti dell’Azienda Universitaria.
Evidentemente nulla è dovuto al caso, dato che operare “i risparmi” rientra nella politica nazionale di contenimento della spesa pubblica e, nello specifico, del blocco delle retribuzioni; rientra anche tra gli obiettivi che la Regione Lazio ha assegnato ai direttori generali delle aziende sanitarie regionali per rientrare dal deficit accumulato sulla sanità nell’ambito di un piano di rientro che ha imposto il blocco delle assunzioni e degli investimenti.
Al Policlinico Tor Vergata si aggiunge anche il piano programmatico di rientro dal bilancio fallimentare prodotto dalla gestione della Fondazione privata in proroga. Un piano pluriennale concordato tra l’Università e la Regione Lazio con il Protocollo di intesa, come condizione imprescindibile per l’attivazione della nuova Fondazione IRCCS PTV con contestuale estinzione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria e della Fondazione Privata. L’Azienda Universitaria, che doveva essere il fiore all’occhiello della sanità pubblica in un territorio socialmente complesso, invece viene trasformata in una Fondazione IRCCS con il compito preminente di fare ricerca.
USB, come altre OOSS, ha avviato una causa al TAR contro la nuova Fondazione per contrastare le politiche di privatizzazione che rispondono solo a interessi particolari, rappresentando un concetto di sanità che si allontana sempre più dalla priorità della salute dei cittadini.
Ci aspettiamo che nell’incontro previsto oggi presso il MEF si risolva definitivamente la problematica dei fondi insufficienti. Diversamente siamo pronti a sostenere qualsiasi iniziativa volta a tutelare i diritti dei lavoratori e rigettiamo al mittente qualsiasi tentativo di contrapporli l’uno contro l’altro, per giustificare i tagli al salario e il peggioramento delle condizioni di lavoro del personale.