Egr. Ministro Brunetta, che lei abbia uno smodato desiderio di visibilità non ci interessa, si faccia pure intervistare tre volte al giorno prima dei pasti se questo le giova, vada in televisione a ripetere fino alla noia la teoria trita e ritrita del bastone e della carota, anche se per la verità abbiamo capito molto bene l’uso che sta facendo del bastone mentre comprendiamo molto meno in cosa consista la carota, partecipi alla “prova del cuoco” per mostrarci che anche in cucina è il più bravo, ma non si azzardi a toccare o a mettere in discussione il nostro orgoglio di lavoratori pubblici.
Ma chi le ha raccontato che ci vergogniamo del nostro lavoro, tanto da essere in difficoltà nel raccontarlo ai nostri figli? Ma quali mostri si aggirano nei suoi pensieri da indurla a fare dichiarazioni così offensive della dignità di una parte rilevante di lavoratori di questo Paese? Forse il bidello le negava la merendina da bambino o la maestra la prendeva a calci nel sedere? Forse il medico che le ha praticato le vaccinazioni non le ha cantato la canzoncina per distrarla o l’infermiera che l’ha medicata non è stata troppo amorevole?
Ci parla del sorriso, dell’orgoglio e della dignità del tornitore della Ferrari, contrapposti alla vergogna che dovremmo provare noi lavoratori pubblici. Perché non chiede un sorriso ai precari, agli sfruttati, ai lavoratori in nero delle imprese private? Perché non va a parlare di orgoglio ai compagni dei lavoratori morti sul lavoro e di lavoro, a causa di uno scarso rispetto delle norme sulla sicurezza che spesso nel privato sono considerate un lusso non conciliabile con i profitti?
Forse per salvare il Paese dalla crisi economica vorrebbe mettere anche noi lavoratori pubblici in cassa integrazione, o licenziarci, o addirittura farci rischiare la pelle? Egr. Ministro, dal suo insediamento ad oggi ha tentato in tutti i modi di scatenare l’odio sociale nei confronti dei dipendenti pubblici, trovando tuttavia nella nostra organizzazione sindacale una lucida e ferma opposizione ed una puntuale denuncia di tutte le sue sortite. Non smetteremo di tallonarla e di respingere il tentativo di smantellamento della pubblica amministrazione, che passa anche attraverso questi attacchi denigratori.
Noi siamo orgogliosi di lavorare all’INPS e consapevoli di far parte di un pezzo importante di stato sociale. Anche nei momenti di contrasto più duri abbiamo sempre garantito i servizi, a cominciare dall’erogazione delle pensioni, perché abbiamo fatto prevalere l’interesse per la collettività rispetto al nostro personale e lei, insieme ad altri Egregi Ministri, ci avete ripagato azzerandoci i premi per la produttività con la Legge 133/2008.
La nostra dignità ed il nostro orgoglio non sono in vendita e ne rivendichiamo il rispetto anche da un Egregio Ministro della Repubblica quale lei è. Certamente non si aspetti da noi il sorriso che attribuisce al tornitore della Ferrari, perché i nostri stipendi ci costringono a pensare ogni giorno a come far quadrare il bilancio familiare ed abbiamo poca voglia di farci una bella risata, lo dica anche all’Egregio Presidente del Consiglio, che ci vorrebbe tutti ottimisti ed interessati ai consumi, purtroppo, per quanti sforzi facciamo non ci viene proprio da ridere.
Ossequi e buon lavoro, magari, se può, si affatichi di meno e lasci lavorare noi.