Il sindacato denuncia da tempo la situazione al collasso in cui versa l’ospedale Belcolle, personale ridotto al minimo e mezzi fatiscenti impediscono il corretto svolgimento delle prestazioni. Medici e infermieri non riescono a a far fronte alle esigenze basilari dei pazienti, i quali sono esposti a pericolo di vita.
L’Usb Viterbo ha raccolto la denuncia di un cittadino, ricoverato in codice giallo, per forti dolori addominali e costretto ad attendere in sedia a rotelle 6 ore prima di essere sottoposto ad ecografia e ricevere i primi antidolorifici. In base alle dichiarazioni ricevute, un solo medico era presente, costretto a destreggiarsi fra una cinquantina di pazienti, alcuni anziani e in stato di shock. Non solo l’assistenza, ma anche la sicurezza non è più garantita all’ospedale
“Il paziente, sdraiatosi autonomamente in barella in un ufficio, adibito a sala, stremato dalla nottata, si è addormentato ed ha subito il furto del cellulare. – ha dichiarato il sindacato – Tale situazione lo ha costretto a lasciare poi l’ospedale, il giorno successivo, da solo e a percorrere a piedi, sotto la pioggia battente, il tragitto fino al centro città”.
Inoltre, la persona di nuovo in preda al dolore si è rivolto, poi, all’ospedale di Terni, ricevendo, soccorso e assistenza immediata, sotto osservazione con terapia per 24 ore, con conseguente spesa per i cittadini, che devono rimborsare la regione Umbria finalmente.
L’Usb Viterbo ribadisce la situazione ormai al limite dell’ospedale Belcolle, non solo isolato dalla città, ma con personale sanitario ridotto al lumicino. Medici e infermieri lavorano in condizioni disumane e i pazienti sono esposti continuamente a pericoli, anche gravissimi e costretti a rivolgersi fuori regione.
Il sindacato chiede una presa di posizione pubblica della direzione sanitaria, che sembra invece disinteressata a far valere i diritti di abitanti e turisti dell’intero territorio della Tuscia.