La carenza di personale OSS come quello di altre figure sanitarie fondamentali per la cura e l’assistenza nelle aziende sanitarie liguri, è un problema che ci trasciniamo da tempo, mai risolto e la cui soluzione definitiva non arriverà ancora per molto.
La politica sanitaria negli anni ha depotenziato il servizio sanitario regionale in termini di personale, concedendo strutture al privato (vedi l'ospedale di Bordighera) ed esternalizzando servizi interni alle aziende, ma soprattutto dando in gestione figure sanitarie a cooperative e agenzie di somministrazione lavoro (vedi il caso degli OSS La Spezia), per non parlare dei contratti vergognosi proposti durante l’emergenza Covid come il Co.Co.Co, creando, a parità di mansioni, disuguaglianze e conflitti tra gli operatori pubblici e privati in termini di diritti contrattuali sempre più peggiorativi.
La gestione di quanto descritto ha un nome: Alisa, l’azienda sanitaria regionale creata nel 2016 dalle ceneri di Ars Liguria, con l’intento di migliorare i processi gestionali e di efficientamento delle aziende sanitarie liguri, che di fatto controlla (sotto forma di commissariamento) la programmazione sanitaria sugli appalti, sulla gestione finanziaria, sugli accordi con i pubblici e privati accreditati, su tutta la gestione del personale, togliendo così autonomia alle aziende e di riflesso alle Rappresentanze sindacali aziendali, per esempio nell’organizzazione dei concorsi per l’assunzione di personale in base alle proprie esigenze. Una pessima gestione che in questi ultimi 8 anni ha visto un’accelerazione dei processi di privatizzazione (modello lombardo) peggiorando il servizio sanitario pubblico e quindi la qualità dell’assistenza, cosa apparsa evidentemente soprattutto durante l’emergenza Covid o durante la gestione del maxiconcorso per OSS (274 unità) e di quello spezzino (158 unità).
Questi sono alcuni dei passaggi fondamentali per comprendere al meglio il problema della carenza di personale sanitario, in questo caso OSS, così da rinfrescare la memoria a quei sindacati che lamentano, nei vari congressi nazionali e regionali, una carenza di personale sanitario quantificato in mille unità, di cui cinquecento solo nel territorio genovese. Sindacati che si sono esibiti in comunicati di analisi della situazione senza però fare nulla di concreto per opporsi allo smantellamento del servizio sanitario, pretendendo nei tavoli regionali dove siedono da anni, maggiori deroghe e un cambio di rotta nella gestione della sanità pubblica.
Ricordiamo per esempio l’ultimo incontro in commissione sanità richiesto da USB per parlare della stabilizzazione del personale OSS per l’emergenza Covid. Siamo stati l’unico sindacato ad aver manifestato contro lo smantellamento della sanità pubblica con manifestazioni e presidi davanti al consiglio regionale per evidenziare anche altre criticità, chiedendo i tempi per la stabilizzazione del personale con la legge Madia. Abbiamo ribadito la necessità di procedere immediatamente con una ricognizione del fabbisogno di OSS nelle aziende liguri in modo da varare in tempi brevi le procedure concorsuali, così da evitare perdite di tempo come avvenuto con il concorso dei 274 OSS conclusosi dopo nove anni, ma soprattutto per non ritrovarci impreparati davanti a nuove, eventuali emergenze come accaduto per quella pandemica.
Purtroppo le nostre richieste, più che sensate, sono cadute nel vuoto e ora il problema si ripresenta in tutta la sua drammaticità, con una graduatoria regionale in fase di esaurimento, dove alcune aziende si ritroveranno a bocca asciutta, visti gli esigui numeri dedicati ad alcune di esse, e nessun concorso attivo per risolvere il problema.
Magra consolazione il fatto che la Regione Liguria abbia finalmente deciso di attivare corsi di formazione per OSS, 600 unita a carico della regione, come USB ha più volte richiesto, così da chiudere con il vergognoso business dei corsi di formazione a pagamento a prezzi folli e livelli mediocri, a danno di lavoratori disperati in cerca di sbocchi lavorativi per un futuro migliore.
USB non resterà di certo a guardare, inizieremo una fase di analisi per proporre un piano di politica sanitaria regionale supportato da iniziative concrete sui posti di lavoro e nei luoghi istituzionali per risolvere questioni come la carenza di personale e altre di fondamentale importanza come la sicurezza sul posto di lavoro e la gestione di risorse e fondi là dove c’è realmente bisogno, e non su opere inutili e di dubbia gestione, dove a guadagnare sono in pochi (e non di certo la cittadinanza).
Sotto i link correlati con le nostre iniziative in regione per sollevare il problema della carenza di personale OSS e sanitario
USB Sanità Liguria