Il “pacchetto pubblico impiego” varato dal Consiglio dei Ministri del 26 agosto scorso, contiene un incisivo intervento sulle funzioni della CIVIT, la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche prevista dalla Riforma Brunetta del Pubblico Impiego.
Le funzioni in materia di misurazione e valutazione della performance sono affidate all’ARAN, l’Agenzia negoziale del lavoro pubblico, il cui collegio d’indirizzo e controllo è aumentato di due componenti, anche estranei alla pubblica amministrazione, scelti tra esperti di servizi pubblici, management, misurazione della performance e valutazione del personale. Le funzioni in materia di qualità sono invece trasferite al Dipartimento della funzione pubblica.
“È scandaloso - afferma Luigi Romagnoli, dell’Esecutivo nazionale USB P.I. - La CIVIT era già una scatola vuota, capace solo di produrre costi che si sono moltiplicati con la costituzione degli Organismi indipendenti di valutazione (OIV) nelle diverse amministrazioni pubbliche. Oggi perde funzioni, ma le poltrone rimangono invariate, anzi, aumentano quelle dell’ARAN in un momento in cui i compiti principali di quell’Agenzia sono inesistenti per la proroga del blocco dei contratti fino alla fine del 2014”.
Domanda il dirigente sindacale: “Quand’è che ci si incomincerà a chiedere quali sono stati i reali effetti della Riforma Brunetta? Si può davvero affermare che quel provvedimento ha determinato una maggiore efficienza e trasparenza delle amministrazioni pubbliche? La corruzione è forse diminuita? E chi si ricorda più delle apparecchiature emoticon installate in migliaia di uffici pubblici e scarsamente utilizzate dai cittadini per esprimere il gradimento sui servizi? Quanto è costata quell’operazione di facciata?”.
“Di certo – sottolinea Romagnoli – c’è che a pagare gli effetti di quella Riforma sono stati i lavoratori pubblici, che hanno visto peggiorare le loro condizioni, e il sindacato, a cui la Brunetta tenta di negare potere di contrattazione. A pagarne i costi invece sono stati tutti i cittadini, senza per giunta averne ricavato alcun beneficio”.
“Si tagliano i posti di lavoro – incalza il rappresentante USB – si tengono bloccati contratti e stipendi, ma i costi nella pubblica amministrazione continuano ad aumentare, come dimostra questo ultimo provvedimento del governo. La CIVIT va chiusa, cancellata, e con essa va abrogata l’intera Riforma Brunetta perché ha rappresentato un fallimento e un danno per tutta la pubblica amministrazione”.
“Tra poco arriverà l’autunno – conclude Romagnoli – e mentre cadranno le foglie dagli alberi salirà invece nel Paese la rabbia di chi vive in condizioni di estremo disagio sociale e si aspetta dallo Stato una mano, una maggiore tutela. E’ tempo di tornare ad investire nella pubblica amministrazione, per restituire servizi e garanzie ai cittadini. I lavoratori pubblici non sono più disposti a fare da parafulmine degli effetti di una crisi devastante che si continua a voler far pagare alla parte più debole del Paese”.
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