A dieci giorni dalla manifestazione organizzata dall’USB, che ha visto migliaia di dipendenti pubblici in piazza a Roma contro spending review e “pacchetto Renzi” sul lavoro, il ministro della P.A., Marianna Madia, rinvia alla prossima settimana l’incontro con l’Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego, precedentemente fissato per il prossimo 26 marzo.
“Ogni mattina si assiste al balletto delle dichiarazioni di Renzi, dei vari ministri e dei sottosegretari - osserva Massimo Betti, dell’Esecutivo Nazionale USB P.I. – oggi tocca alla Madia, che apre la strada ai trasferimenti coatti e quindi all’anticamera dei licenziamenti. Ma un tratto in comune fra le diverse dichiarazioni c’è, ed è il tentativo di escludere da ogni relazione le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori che non accettano supinamente le politiche governative”.
Sottolinea il dirigente USB: “La modalità con cui il ministro Madia intende convocarci, in un incontro separato dalle altre organizzazioni sindacali, oltre all’anomalia formale nasconde la precisa scelta politica, che noi contrasteremo in tutti i modi, di cercare di rendere marginale chi in questo Paese organizza il conflitto per rivendicare gli interessi del lavoratori dipendenti e dei settori popolari in generale”.
Annuncia Betti: “Noi intendiamo chiedere l’immediata apertura dei contratti bloccati da 5 anni, richiesta che non si può bypassare con la promessa di una mancia di 80 euro solo per alcuni lavoratori, e chiederemo la stabilizzazione del precariato, per ridare spessore al welfare nel nostro Paese, oltre al blocco di ogni mobilità obbligata”.
“Non ci incanta la facile demagogia su manager pubblici e dirigenza. L’inaccettabile divario salariale con i lavoratori non dirigenti – precisa Betti - si è ampliato a dismisura anche a causa della scelta, concertata con Cgil Cisl Uil, di separare le aree contrattuali. È ora di tornare all’area unica di contrattazione, ridistribuendo ai non dirigenti le risorse sottratte alla dirigenza”.
“Il ministro Madia afferma oggi di non sapere se ci saranno altri tavoli a causa dei tempi stretti. Se ciò nasconde la volontà di non ascoltare quanto abbiamo da dirle, avremo l’ennesima dimostrazione della volontà politica del Governo Renzi di restringere ogni spazio di democrazia. E a ciò risponderemo in maniera adeguata”, conclude l’esponente dell’USB P.I.