Lavoratori,
la situazione italiana peggiora di giorno in giorno e la crisi finanziaria denunciata in precedenza comincia a mordere la carne dei lavoratori.
Ogni giorno si assiste a licenziamenti, chiusura di fabbriche, chiusura di sportelli ai cittadini (quindi anche per i lavoratori), stipendi che diminuiscono a causa dei tagli perpetrati dal governo, finanziamenti ai settori vitali del paese dimezzati e non ultimo come importanza c’è la razionalizzazione degli uffici nella pubblica amministrazione, che poi nei fatti si tramuta in accorpamenti di lavoratori.
Insomma un quadro non tanto confortante, ed in mezzo a questa degenerazione del paese ci si mettono anche i sindacati conflittuali a rovinare le manovre del governo.
Come RdB/CUB, abbiamo già fatto il 17 ottobre scorso con una imponente manifestazione a Roma, successivamente in tutte le città del paese. Ora il giorno 6 p.v. ci apprestiamo a manifestazioni in tutte le città per dire no all’annullamento del diritto di sciopero. Un diritto costituzionale che non appartiene né al governo né tanto meno ai sindacati. E’ l’unica arma nelle mai dei cittadini e lavoratori per dichiarare le proprie esigenze, quali servizi necessitano alla popolazione, non è un favore che stanno facendo ai cittadini è solo un imbroglio per disarmarli.
Si continuerà il 28 marzo con un’altra manifestazione a Roma, dove contiamo di raccogliere il generale sconcerto dei lavoratori e della popolazione. Auspichiamo la presenza di tutti, anche della gente comune, perché quando mancano i Vigili del fuoco nel paese, o quando mancano i servizi di soccorso alla gente non è un problema della categoria ma bensì di tutti noi.
Dobbiamo respingere l’accordo firmato da cisl-uil-ugl-confsal il 22 gennaio per il quale da oggi in poi ci troveremo con: - a) contratti triennali (due anni per aprirli tre la durate del primo biennio a conti fatti ogni tornata contrattuale avrà la durata di dieci anni) - b) inflazione sostituita dall’IPCA (indice dei prezzi al consumo depurati …. – già l’inflazione era sottostimata poiché prevedeva quella non reale – ora il sistema sarà depurato dai prezzi petroliferi, in conclusione i lavoratori dovranno pagare la crisi) - c) ogni ministro potrà avere risorse da distribuire senza trattativa (più la mercificazione dei lavoratori, acquistati a poco prezzo, ed in ogni caso lavoro fuori da ogni controllo)- d) la negoziazione verrà esautorata in caso di mancato accordo dal governo e dalle OO.SS., pertanto è eliminata la fase di discussione dei contratti, prendere o lasciare- e) durante la discussione contrattuale è obbligata la pace sociale nel senso che nessuno potrà indire azioni di sciopero (!) - f) il secondo livello verrà svuotato della sua funzione, date le già poche risorse, dovrà seguire l’andamento economico del paese; basta leggere l’attuale situazione per capire che siamo sotto lo zero - g) ogni azienda potrà modificare tutto l’impianto nazionale dei contratti secondo le esigenze del governo. Dulcis in fundo, per fare opposizione, lo sciopero di categoria deve essere promosso dalla maggioranza delle organizzazioni sindacali della categoria stessa, e con i personaggi che ci ri-troviamo l’impressione è che i vigili del fuoco avranno ben poco da sperare.
Basta leggere gli entusiasmi del cartello sindacale che ha firmato questa ignominia per capire cosa si prospetta; sono entusiasti per 300 assunzioni che ci hanno “concesso” (come se in altre occasioni quando eravamo contrattualizzati queste cose non avvenivano), sono contenti delle promesse di 0,20 centesimi (centesimi) che dovrebbero dare, come e quando ancora da definire. Sono anche contenti del finanziamento del patto del soccorso, con il quale i lavoratori, con i loro soldi, stanno pagando gli istituti che l’amministrazione dovrebbe garantirci. In sostanza per recuperare un po’ di salario si dovrà lavorare fuori dall’orario ordinario.
Ora la parola passa ai lavoratori ed ai cittadini! vogliamo ancora farci del male da soli?
O è meglio organizzarci e respingere queste avanzate corporative di governo e sindacati compiacenti. Che vogliono pagare la crisi con la pelle dei lavoratori salvando le banche le assicurazione e i capitalisti
che fino ad oggi si sono arricchiti con il nostro lavoro.
6 MARZO e 28 MARZO in PIAZZA