La “politica” dei partiti presenti in parlamento parla altra lingua da quella compresa dalla gente comune e soprattutto parla di temi che sono lontani milioni di chilometri dalle esigenze e dai bisogni di milioni di donne e di uomini di questo paese.
Mentre le politiche del governo Napolitano-Letta, dettate dalla Comunità europea, dalla BCE e dal FMI, si stanno dispiegando in piena continuità con quelle del governo Napolitano-Monti, si parla dei problemi del condannato Berlusconi, della riforma della legge elettorale, di quella della giustizia o se far pagare o meno l'IMU ai possessori di ville e castelli.
La legge elettorale fatta su misura per far vincere chi non ha vinto è la stessa che nell'ambito del lavoro assegna un ruolo di monopolio a cgilcisluilugl.
Una “riforma” della giustizia che bastoni quei magistrati che fanno il loro dovere e regali a Berlusconi e similari il salvacondotto per poter continuare a “non fare” politica.
Una tassazione sulla casa che premia i ricchi che rappresenta uno schiaffo a chi non riesce neanche a pagare l'affitto o il mutuo.
Tutto ciò mentre si applicano le politiche di austerità, di taglio ai posti di lavoro, ai salari, alle pensioni, allo stato sociale, si privatizza tutto e non si investe nulla in lavoro ed occupazione.
Ma alla gente comune che non riesce ad arrivare alla terza settimana del mese, che è stata licenziata o non riesce a trovare un posto di lavoro, quanto può interessare se Berlusconi potrà ripresentarsi o meno alle prossime elezioni? Nulla!
La politica parla una diversa lingua dalla gente e allora è necessario che la gente si faccia sentire con la sola lingua che conosce la politica.
Scendere in piazza, scioperare, protestare, produrre conflitto sociale, costruire dissenso organizzato: questo è quello che si deve fare senza esitazione alcuna. Costruire un autunno bollente che veda nello sciopero generale del 18 ottobre e nella settimana di mobilitazione che lo accompagnerà e terminerà con la manifestazione nazionale per il diritto all'abitare del 19 ottobre, un passaggio fondamentale per costruire quell'alternativa sociale e sindacale che serve per cambiare veramente le cose.
Su questo USB sta impegnando l'intera organizzazione e tutti i suoi militanti e lavorerà intensamente sui territori già dai prossimi giorni di settembre.