21 ottobre 2010 -
La Rete Diritti in Casa riesce a far posticipare ancora una volta lo sfratto di Giuseppe, Angela e i loro 2 bimbi.
Ennesimo sfratto, per fortuna evitato, a Parma: a essere colpita questa volta è una famiglia con due bimbi, una neonata di 4 mesi e uno di 4 anni, residente in Via Bramante, nel quartiere Montanara.
Il padre, Giuseppe, è senza lavoro da oltre un anno e la famiglia si trova pertanto in stato di morosità con conseguente procedura di sfratto avviata ormai da diversi mesi. Il 9 settembre infatti, data del terzo accesso dell'Ufficiale Giudiziario, era stato già ottenuto il primo rinvio grazie alla massiccia presenza degli attivisti della Rete diritti in casa che si sono fatti trovare nell'appartamento insieme alla famiglia.
Oggi l'Ufficiale Giudiziario, giunto in compagnia del proprietario dell'appartamento, del suo legale e di una pattuglia di poliziotti, ha trovato ancora una volta di fronte a sé troppi impedimenti per svolgere l'esecuzione dello sfratto: più di 30 persone hanno manifestato complicità e solidarietà alla famiglia di Giuseppe e Angela dalle 7 del mattino fino all'ora di pranzo.
Nonostante l'insistenza dei proprietari dell'immobile di riappropriarsi dell'abitazione (esigenza comprensibilissima, vista la loro situazione economica non ottimale, comune a molte coppie di pensionati con un unico appartamento di proprietà), l'Ufficiale Giudiziario è stato costretto a rimandare l'esecuzione dello sfratto all'11 novembre per problemi di ordine pubblico.
Durante la lunga trattativa con i proprietari e le forze di polizia, più volte si è cercato di coinvolgere i servizi sociali del quartiere che fin dall'inizio avrebbero dovuto trovare una soluzione accettabile alla famiglia. Ma perfino il pressing svolto dallo stesso ufficiale giudiziario si è dimostrato vano.
I servizi sociali, incapaci di svolgere un servizio alle persone che chiedono loro aiuto, oltre ad essere uno strumento di vessazione che il comune utilizza per allontanare i propri cittadini dal pretendere il rispetto dei propri diritti, ci segnalano lo stato comatoso degli istituti di welfare locale.
Nessun piano concreto di sostegno al reddito, nessuna forma di affitto ad canone sociale sostenibile ma solo enormi boutade mediatiche che pubblicizzano nuovi progetti di housing sociale che garantiscono solo i profitti dei costruttori e deturpano il territorio ed il verde pubblico cementificandolo. Questo è il piano per risolvere l'emergenza abitativa a Parma: distruzione dei servizi sociali, contributi a pioggia ai grandi costruttori, e nessun intervento serio per arginare l'impoverimento di fasce sempre più ampie di popolazione.
A tutto questo la Rete Diritti in Casa ha deciso di dire basta. Con una promessa ben chiara alle istituzioni cittadine: nessuno resterà senza una casa.