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Lazio

PAUSA DI RIFLESSIONE SU LATINA

Roma,

Comunicato n. 17/16

L’incontro svoltosi nel pomeriggio di ieri presso la sede regionale si è purtroppo aperto con la comunicazione ufficiale del nuovo licenziamento di Luigi Cerreti, con un provvedimento adottato dall’Ufficio Disciplina inatteso e al tempo stesso choccante, che ha pesato come un macigno sul corso dell’intera riunione.

La direzione regionale ha inizialmente provato a tranquillizzare un po’ tutti sul fatto che non esisterebbe una “vis persecutoria” nei confronti di chicchessia ma la realtà è ben diversa, se si considera la presunzione di colpevolezza assunta ormai e senza freni come linea da perseguire nei confronti di tutto il personale.

A questo punto, non resta che la giustizia ordinaria per dirimere la controversia nel merito una volta per tutte, alla quale (sia chiaro) nessuno ha mai inteso né intende sostituirsi, rinnovando peraltro tutta intera la nostra fiducia al collega.

Entrando successivamente nel merito delle numerose problematiche della Sede abbiamo ritenuto opportuno fornire una disamina complessiva della situazione, tenendo conto delle particolarità della struttura provinciale pontina, da una non facile integrazione tra le gestioni pubblica e privata (fino all’anno scorso ancora ubicate su due stabili) alla sempre più faticosa quadratura del cerchio nel quale oggi sopravvivono 262 superstiti, dallo sconfinato bacino di utenza alla carenza di organico, un problema che nessuno però sembra prendere a cuore sul serio.

La vetta dell’iceberg restano le prestazioni con 700 NASPI al mese da liquidare, oltre 6.000 braccianti agricoli ed una miriade di nuovi complessi adempimenti che certo non alleggeriscono la mole di lavoro esistente, con varie ripercussioni sui tempi di lavorazione delle pratiche. Una situazione estremamente critica già denunciata a chiare lettere dalla Federazione Territoriale in tempi non sospetti.

Su questa base va tristemente a inserirsi il capitolo riguardante l’assegnazione delle posizioni organizzative, una vera e propria cricca a Latina e non solo, che inutilmente abbiamo sperato potesse essere debellata (perché a nostro avviso le premesse c’erano tutte), mentre il solito clientelismo risulta appena scalfito.

Se a tutto ciò aggiungiamo il profondo malessere esistente tra i dipendenti che non si riconoscono più nella politica dell’amministrazione, il quadro è completo.

Ciò premesso, appare francamente riduttivo, oltre che fuorviante, addebitare la responsabilità circa la mancata risoluzione delle problematiche fin qui esposte sia pure sommariamente ai comportamenti assunti da una parte della dirigenza a mo’ di capro espiatorio. Di certo, non si risolvono in questo modo i problemi…

Abbiamo infine ribadito la nostra viva preoccupazione per le modifiche operate unilateralmente dalla direzione regionale sull’assetto organizzativo della sede e ciò senza una preventiva informativa alle OO.SS., ma siamo ancora più allarmati dalla ridda di voci esistenti circa la copertura del posto vacante messo a bando, di cui già si percepiscono le avvisaglie, in barba ad ogni criterio di trasparenza. In un simile frangente, la direzione regionale ha richiesto una opportuna pausa di riflessione su Latina, oggi più che mai necessaria se si considerano gli assetti essenzialmente nuovi ancora da definire a livello provinciale. Perché, giusto per gradire, nel prossimo mese di settembre partirà l’ennesima riorganizzazione.