Venerdì 19 luglio alle ore 18 l’assemblea pubblica si terrà nello stabile occupato il 6 aprile 2013 di via Tiburtina 1074. E’ stato invitato l’assessore alla casa Ozzimo e il municipio quarto.
Percorrendo la via Tiburtina si può notare un grandissimo numero di stabili abbandonati e spesso in degrado, simbolo di un fallimento storico e di una illusione di sviluppo industriale ormai tramontata. Lo stesso municipio sta abbandonando la sua storica sede per avvicinarsi al centro della città, forse per stare più vicino a chi manovra risorse e sorti urbanistiche della capitale. Un disastro dunque, un consumo di suolo e metri cubi di cemento che rischiano di rimanere come relitti di un naufragio che si chiama crisi e speculazione immobiliare. L’unica cosa che si sta realizzando su questa strada consolare è un impressionante riciclaggio di denaro attraverso svariate piccole Las Vegas che stanno sorgendo come funghi.
I movimenti per il diritto all’abitare con lo tsunami, a più riprese, dal 6 dicembre in poi, sono impegnati a censire e recuperare questo enorme patrimonio pubblico e privato. Le pratiche di riappropriazione stanno segnalando l’esistenza di un universo importante fatto di migliaia di ettari e metri cubi che potrebbero essere riusati per affrontare emergenze di vario tipo, prima fra tutte quella abitativa.
La rigenerazione urbana viene così praticata concretamente e sostenuta da continue mobilitazioni in difesa dell’inquilinato a rischio di sfratto, dei precari che non possono lasciare le loro famiglie e darsi strumenti di vita indipendente, dei migranti prime vittime della potenziale rabbia xenofoba che cova nelle periferie metropolitane, degli studenti ricattati con affitti da capogiro per un posto letto o una stanza.
Nuove comunità meticce si riprendono la città e dimostrano che la convivenza tra diversi è praticabile. Anzi diventano risorse preziose per una Roma solidale e combattiva, che reclama nuovi diritti di cittadinanza e che rivendica un ruolo decisionale nel disegno della città. Una città devastata e saccheggiata dalla rendita fondiaria, dai signori delle costruzioni, dagli immobiliaristi di lungo corso e di primo pelo, da coloro che vedono solo nel cemento l’uscita dalla crisi e nel consumo di suolo la possibilità di mantenere inalterati i profitti.
La Tiburtina è diventata un simbolo per le realtà sociali che hanno occupato diversi stabili da sei mesi a questa parte: il riuso può e deve partire da qui e allargarsi verso il resto della città. Una sfida che riteniamo debba essere accettata dalla nuova amministrazione capitolina, dal sindaco Marino e dalla sua Giunta.
Per questo venerdì 19 luglio alle ore 18 invitiamo l’assessore alla casa Ozzimo e il municipio quarto all’assemblea pubblica che si terrà nello stabile occupato il 6 aprile 2013 di via Tiburtina 1074. Vogliamo confrontarci all’indomani dell’incontro tra il sindaco e i movimenti del 16 luglio in Campidoglio e intendiamo farlo davanti alla città. Per capire se i bi/sogni di chi la abita sono oggetto di attenzione o vengono scartati come poco importanti.
Con noi ci sarà Stefania, occupante di San Basilio, colpita e ferita da una manganellata il 1 luglio a piazza Venezia mentre manifestava per il diritto alla casa insieme a molte/i precari/e che vivono la sua stessa condizione.
Insieme, con rabbia e dignità, per riprenderci quello che ci hanno tolto. Verso la manifestazione del 19 ottobre… casa e reddito per tutt*!
Movimenti per il diritto all’abitare