Domani il consiglio dei ministri metterà sul piatto una sfilza di decreti legge che dovrebbero rappresentare un cambio di passo per i disoccupati, i precari e per chi vive l’emergenza abitativa. Niente di più falso. Per questo i movimenti per il diritto all’abitare e contro l’austerity, insieme con l’inquilinato resistente, daranno inizio domani mattina ad una lunga ed articolata mobilitazione sotto i palazzi del potere.
L’idea di far ripartire l’edilizia utilizzando strumentalmente due punti dolenti come le scuole e la casa è alla base dell’accelerazione di Renzi e del suo governo. La cura choc unisce Jobs act e social housing, due termini che servono a nascondere dietro parole ammiccanti al disagio sociale, l’aumento della precarietà e del consumo di suolo.
Il ministro Lupi avrà un grande ruolo in tutto questo “fare”, in perfetta continuità con il governo Letta e con i dettami della troika. I finanziamenti previsti per il cosiddetto “piano casa” serviranno ai costruttori e alle banche, sfornando nuovi alloggi destinati alla vendita o ad un affitto medio-alto. Sicuramente uno strumento che non serve per garantire una casa a chi non ce l’ha, soprattutto per i milioni di giovani precari o disoccupati costretti a vivere con i genitori anche oltre i 35 anni di età. Per non parlare delle briciole riservate ad inutili bonus o fondi per le morosità incolpevoli, strumenti questi che perpetuano l’emergenza e non definiscono interventi strutturali. L’unico provvedimento reale era il blocco degli sfratti, accompagnato dal rilancio dell’Edilizia residenziale pubblica, così come era stato richiesto con forza dai movimenti per il diritto all’abitare il 31 ottobre sotto la sede della conferenza Stato-Regioni. Ancora una volta si sono scelti i poteri forti, ancora una volta saranno i movimenti a difendere i diritti negati. Un presente dove molti dovranno fare acrobazie per sopravvivere dignitosamente e possiamo dire con certezza che non ce la faranno.
Quello che ci attende nei prossimi mesi sarà lavoro sempre più precario con il Jobs act e nessuna forma di reddito garantito all’orizzonte. Obsolete strategie welfaristiche di cui si riempiono la bocca i partiti e i governi dell’Europa ai tempi dell’austerity, in una visione d’uscita dalla crisi che lontano dall’utilizzo sensato delle risorse collettive e da una concreta redistribuzione della ricchezza, altro non sarà che motore di controllo ed assoggettamento sociale.
Il tutto in linea con la risposta europea alla crisi dell’occupazione giovanile: “European Youth Guarantee” ovvero la Garanzia Giovani sbandierata prima da Letta e Giovannini ed ora dal governo tecnico di Renzi, un programma di politica attiva basato sull’accreditamento e il finanziamento delle società private nel settore della formazione che incasseranno fondi. La solita lenta e contorta macchina amministrativa pubblica gestirà questo programma-spot europeo senza minimamente scalfire il dato “strutturale” della disoccupazione giovanile di massa. L’unica garanzia che vogliamo è il reddito.
Per questo domani contesteremo il pacchetto di provvedimenti che Renzi vuole portare rapidamente all’approvazione e ci prepariamo ad aprire le ostilità con il governo servo dei dettami UE, delle banche e della rendita finanziaria. Una campagna di primavera che vuole porre sotto assedio le risorse disponibili per orientarle verso le necessità di chi soffre la crisi.
Verso la manifestazione nazionale del 15 marzo contro il tentativo di far retrocedere i movimenti attraverso gli apparati repressivi.
Verso il corteo nazionale del 12 aprile che si muoverà da Porta Pia sotto il ministero delle Infrastrutture con l’intenzione di toccare i ministeri del Welfare e dell’Economia.
Le lotte contro l’austerity non si arrestano! Una sola grande opera: casa e reddito per tutt@!
Movimenti per il diritto all’abitare
Movimenti sociali contro la precarietà e l’austerity