Al termine della riunione del 22 ottobre scorso la RdB ha rilasciato formale dichiarazione a verbale di proclamazione dello stato di agitazione del personale.
Non sono state fornite le ripetute richieste formali e informali sulla allocazione logistica del personale nella fase di partenza.
Ciò equivale alla totale disinformazione sull'attuale organico, sui 5 (????) dirigenti e sugli ingressi (n. 5 colleghi) dalla data di partenza, e a partire dal 1 gennaio 2010 (altri 2 colleghi).
È stata di fatto certificata la perdita di professionalità che avrebbe effetto immediato per tutti i funzionari che fino a oggi hanno svolto con impegno e professionalità i compiti d'istituto loro assegnati.
Si riafferma così in modo inequivocabile il teorema sviluppato dall'Agenzia, che tutti coloro che non possono o non vogliono accettare le condizioni imposte dalla riorganizzazione dovranno subire la dequalificazione e il ridimensionamento professionale.
La gestione della mobilità, seppure volontaria nella sua fase iniziale, è nei fatti poco convincente soprattutto per quel che riguarda il rispetto di criteri oggettivi e trasparenti.
Si paventano, e già si concretizzano realtà organizzative – e situazioni ambientali - di serie A, di serie B, e via dicendo. Tutto ciò dimostra inequivocabilmente quanto siano concreti e immediati i rischi da noi individuati già all'inizio di quest'anno, quando abbiamo articolato la nostra piattaforma per una riorganizzazione “sostenibile” e a misura dei lavoratori.
Già altrove è stato possibile arginare gli effetti della riorganizzazione con un'azione condivisa da tutti. Il percorso in atto può essere contrastato solo se ognuno farà la propria parte, nell'interesse dei lavoratori e a difesa dei loro diritti e della loro dignità.
Un'amministrazione davvero equa ed efficace è il bene pubblico che intendiamo difendere.