In data 23.11.2009 è stato firmato un ulteriore accordo in merito alla gestione transitoria delle posizioni e incarichi ex art. 12, 17, 18 CCNI e sulle problematiche relative alla copertura dei fabbisogni funzionali delle DD.PP. attivate nel corso del 2009.
Nonostante, ad una prima lettura, l’accordo sembri fornire alcune tutele per i lavoratori coinvolti nella riorganizzazione, non abbiamo ritenuto opportuno apporre la nostra firma perché, da una parte, riteniamo che questo sia un tentativo di porre delle pezze a precedenti accordi sciagurati e, dall’altra, che le garanzie fornite dall’amministrazione, una volta calate nella realtà lavorativa degli uffici, perdano gran parte della loro efficacia fino ad essere in alcuni casi del tutto paradossali.
Entrando nel merito dei tre punti presi in considerazione dall’accordo ci sembrava inopportuno firmare un accordo che garantisce il permanere di tutte le posizioni organizzative in essere, quando queste sono nient’altro che il frutto di accordi clientelari che già ci avevano visti fortemente contrari, quando definiti nel 2007.
Riguardo al secondo punto, relativo alle modalità di copertura dei fabbisogni funzionali, la soluzione proposta ha risvolti quasi “comici”: dopo aver inopportunamente anticipato l’avvio delle Direzioni provinciali di Vercelli e di Novara, prevista nel piano nazionale per il 2010, ora proprio per ovviare ai problemi sorti si offre la possibilità di differire al 31/01/2010 gli spostamenti ad esso conseguenti.
Il motivo più stringente, però, per non firmare l’accordo rimane quello della mancanza di risposte alla nostra reiterata richiesta di definire a monte criteri e parametri posti alla base della determinazione dei fabbisogni di risorse nell’ambito delle Direzioni provinciali: omettere di definire le modalità di determinazione dei fabbisogni ha l’effetto, in ultima analisi, di svuotare completamente di significato le rassicurazioni fornite circa il mantenimento delle professionalità.
Le implicazioni di tale comportamento, peraltro non si riflettono esclusivamente sul possibile svuotamento di professionalità del lavoro di alcuni colleghi, ma rischiano di determinare, per chi quelle professionalità avrà la fortuna di mantenerle, un forte aggravio dei carichi di lavoro.
Scontiamo, ancora una volta, la mancanza di una vera pianificazione e di un progetto di “destrutturazione” che negli uffici sta portando, da una parte, una forte sensazione di insicurezza e precarietà, mentre dall’altra, un peggioramento già ora tangibile nelle condizioni di lavoro e nei diritti.
Sarebbe opportuno, prima di continuare a procedere su questa strada, incominciare a fare un bilancio e prendere atto delle “incongruenze” in maniera più organica, anziché continuare ad immaginare soluzioni tampone di corto respiro.
La vera “collaborazione fattiva”, per noi, resta quella di rappresentare sempre le cose per come si manifestano e per le prospettive che fanno emergere.