Si è svolto ieri, giovedì 28 gennaio, l’incontro tra Amministrazione ed Organizzazioni Sindacali, presieduto dal Capo Dipartimento del Personale dott.sa Valeria Vaccaro, relativo all'avvio nel Ministero dell'Economia e delle Finanze del cosiddetto POLA (Programma Organizzativo Lavoro Agile).
Il quadro pandemico del 2020 ha sancito la nascita di un nuovo paradigma nel rapporto di lavoro del pubblico impiego. Le Pubbliche Amministrazioni hanno dovuto organizzare il lavoro e l’erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell’orario di lavoro e lo smart working che si è imposto come una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa. L'intento del POLA è passare dallo Smart working emergenziale (DL 34/2020) ad un progetto per il lavoro agile strutturale, post-emergenziale, coinvolgendo almeno il 60% dei lavoratori e prevedendo vincoli e penalizzazioni in caso di mancato raggiungimento di tale percentuale da parte delle Amministrazioni.
Un disegno governativo che va quindi ben oltre la necessità di contenere la pandemia in atto ma che obbliga ad accelerazioni nell'organizzazione del lavoro, che rischiano di vanificare, per le lavoratrici ed i lavoratori pubblici, i possibili effetti positivi delle nuove forme di lavoro in remoto, deviando l’attenzione dalle vere emergenze della Pubblica Amministrazione, mettendo in discussione diritti e retribuzione.
Il Dipartimento della Funzione Pubblica, emanando solo generiche linee guida sul lavoro agile, ha di fatto abbandonato le Amministrazioni a se stesse. L'effetto sarà, che ciascuna Amministrazione muovendosi in autonomia imporrà regole diverse ai propri dipendenti creando pesanti disparità di trattamento e organizzazione. Un po’ come sta avvenendo per la vergognosa questione dei buoni pasto, lasciata all'autonomia di ogni Amministrazione, con l’effetto che molte amministrazioni ed enti lo riconoscono da un anno, semplicemente applicando il CCNL quando dovuto, mentre altre non lo fanno. È questo il caso del MEF, dove prevale la purezza morale, che fa dire all'autorità politica che vi sarebbero ostacoli di opportunità “etica” negando così il suddetto emolumento economico, infischiandosene evidentemente degli oneri sostenuti dai lavoratori in questo periodo. D'altronde non poteva essere diversamente, anche le timide intenzioni della ministra Dadone di aprire la nuova fase contrattuale sono state immediatamente spazzate via dagli ultimi feroci e funzionali attacchi ai lavoratori pubblici e, ad oggi, il rinnovo del CCNL è considerato politicamente impercorribile perché impresentabile agli occhi dell’opinione pubblica.
Continuando nel comodo solco tracciato della legge Brunetta, le norme Conte-Dadone, in continuità con le norme Renzi-Madia, prevedono sul lavoro agile Pola che i rappresentanti sindacali debbano essere meramente “sentiti” nella stesura del Programma. Si impedisce di fatto che i lavoratori pubblici partecipino e contribuiscano all’efficienza del POLA e tutelino il proprio lavoro e la propria vita privata. Ciò di cui si preoccupa il ministro della Funzione Pubblica è solo che le Amministrazioni adattino il POLA ai già pessimi Regolamenti vigenti sulla cosiddetta misurazione del “merito” e delle “performances individuali”.
Quindi il MEF, presenta alle OO.SS, una bozza di piano POLA (allegata) giocoforza incompleta, ma che, come illustrato dall'Amministrazione, dovrà essere ancora integrata e rivista prima di essere definitivamente attuata. Tuttavia proprio da tali passaggi USB teme possano nascere insidiosi attacchi alle lavoratrici e ai lavoratori date le molte criticità dei programmi di organizzazione del lavoro agile in assenza di un accordo quadro nazionale che li regolamenti o il recepimento di questo nuovo rapporto di lavoro del dipendente pubblico all'interno del CCNL. Da parte governativa si da sostanzialmente mano libera alle Amministrazioni per effettuare pericolose fughe in avanti sulla destrutturazione degli uffici e sulla perdita di diritti acquisiti, si passa da un rapporto di lavoro collettivo ad uno individuale.
Per fermare la farsa già in atto nei ministeri su questi cosiddetti POLA e parlare seriamente di lavoro e di innovazione nella PA la USB PI ha chiesto un incontro urgente alla Ministra per la Funzione Pubblica, Fabiana Dadone, e oggi 29 gennaio sarà in presidio presso Palazzo Vidoni.
A margine della riunione, su richiesta delle organizzazioni sindacali, l'Amministrazione ha dato informativa sui processi di stabilizzazione dei comandati la cui conclusione slitterà ancora a causa di problemi collegati alla copertura dei costi. Per tali posizioni probabilmente la firma dei contratti avverrà nel mese di marzo. Per quanto riguarda, invece, la graduatoria della performance individuale (FRD 2018) è previsto che verrà fornito, nella prossima settimana, a ciascun dipendente un link di accesso per verificare la propria posizione sulla intranet, per poi procedere alla liquidazione. Per il FRD 2019 (80%) il pagamento avverrà il prima possibile, dichiarazione che lascia ampi spazi di interpretazione. L'Amministrazione non volendosi “sbilanciare” ha dichiarato che il pagamento potrebbe avvenire tra fine febbraio e i primi di marzo. Unica buona notizia viene dal fronte delle risorse del comma 165 cosiddetta “cartolarizzazione” (2019) in quanto il relativo decreto è stato firmato e registrato e a breve le organizzazioni sindacali dovrebbero essere convocate per la prevista contrattazione.
Da questo quadro desolante ci viene da fare una considerazione su quanto il tanto sbandierato “senso di responsabilità” con il quale alcune Organizzazioni Sindacali giustificano la frettolosa firma ad accordi a perdere, sostenendo di voler garantire l'accessorio alle lavoratrici ed ai lavoratori, in realtà non ottiene vantaggi economici, né tanto meno tempi certi sulla liquidazione delle somme. Questo modo di fare sindacato ha permesso all'Amministrazione di incassare facilmente accordi su partite di salario accessorio importanti a danno dei lavoratori (vedasi il piano della valutazione della performance, le posizioni organizzative, circolare sulle assenze-presenze, ecc.). Per questo USB continuerà a lottare su ogni tavolo per contrastare e fermare i pericolosi “normalizzatori”.