Non si sono accontentati di massacrare di botte i NO TAV durante la manifestazione di domenica scorsa, non gli è bastato arrestare militanti che si battono per la difesa del proprio territorio e molestare le arrestate, ora sono passati all’intimidazione di massa con perquisizioni a tappeto nelle case dei più noti ed attivi militanti NO TAV e nelle sedi dove usualmente questi si riuniscono alla luce del giorno.
La motivazione di questo, per ora, ultimo, incredibile e odioso atto è “attentato per finalità terroristiche o di eversione dell’ordine democratico” (Articolo 280 c.p.). Un ultimo atto che si consumava praticamente nelle stesse ore in cui il Presidente del Consiglio di un governissimo infarcito di democristiani, post fascisti, iper liberisti, piddini pro TAV invocava la ragionevolezza ed assicurava, da Atene (sic!), che in Italia non ci sarà un autunno caldo.
Evidentemente quanto sta avvenendo intorno alla lotta contro il TAV rappresenta il metodo attraverso cui il Governo Letta ed il Ministro degli interni Alfano pensano di impedire che l’autunno sia caldo. Prove tecniche di eliminazione del conflitto.
L’approssimarsi dei semestri europei, a guida prima Greca e poi Italiana, evidentemente consigliano a Letta di sbarazzarsi prima di quei conflitti in corso - dal TAV alle lotte per il diritto alla casa e al reddito, dalla ripresa di iniziativa del pubblico impiego da anni senza contratto alle dure opposizioni alle chiusure e delocalizzazioni di interi pezzi produttivi – che sicuramente collegheranno le loro lotte anche a livello internazionale, individuando nelle politiche della Troika i veri responsabili del disastro e del massacro sociale in corso. A questo mira l’utilizzo di articoli del codice penale che annunciano la ripresa del terrorismo facendolo intravvedere nelle lotte sociali.
Se l’autunno sarò o meno caldo ovviamente dipenderà dalla situazione reale del Paese. Ad oggi ci sembra di poter dire che non ci sono motivi per immaginare che non lo sarà.
Noi intanto ci attrezziamo non solo a riempire le piazze e a rilanciare le lotte, ma anche a difendere il diritto al conflitto organizzato, anche di fronte allo spauracchio del terrorismo inventato.
Il 18 e 19 ottobre ci si incontra in piazza comunque.