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Precari pubblici a rischio sfilano fino a casa Prodi

Bologna,

4 marzo 2008 - Il Bologna

 

La manifestazione. La pacifica invasione delle piazze di co.co.co ed educatriciL'assessore: non allarmate le famiglie.    Le dade: «Senza di noi ci rimettono anche loro»di Diego Costa

Bologna - Leggi che i precari del Comune fanno una manifestazione, vai e ti aspetti di trovare ragazzini imberbi, alla prima esperienza professionale. Ci trovi invece un esercito al femminile. I «carristi» sono papà che spingono carrozzine. La carica dei 400 o 500, ha invaso ieri nel tardo pomeriggio piazza Maggiore, poi si è diretta in corteo, fino a casa Prodi, capolinea di manifestazioni rivolte al Governo. Precari i dimostranti, precarie le risposte, precario il Governo: un quadro davvero traballante, ma una parte dei dipendenti della funzione pubblica (sfila con una faccia che è tutto un programma) vede aprirsi uno spiraglio nell'annosa questione del «decreto mille proroghe» della Finanziaria che aveva tranciato di netto le gambe ai lavoratori a scadenza. Lo auspicano i Rappresentanti di base, Massimo Betti, Antonio Vitiello, Vilma Fabbiani, informati dal ministro uscente (precario, appunto) Nicolais. Dovrebbe cioè arrivare a ore, se non a giorni, una circolare che fa proprio quell'emendamento (indicato dall'Anci) per tamponare l'emorragia più grave: quella che il 31 marzo, senza pronto soccorso, sarebbe suonata come sentenza definitiva. Per chi? Per tutti i precari pubblici che hanno firmato un contratto l'1 gennaio e che rientrano nelle seguenti categorie: educatrici dei nidi, collaboratori specialzzati dei nidi, collaboratori scolastici (i cosiddetti jolly). La madre di tutte le deroghe, attesa a breve, si trasformerà in un ciambellone di salvataggio. Ma cosa ne sarà dei co.co.co pubblici non laureati? Quelli si terranno abbassata in faccia la loro bella maschera con il punto interrogativo. Ieri hanno sfilato tutti per il centro: non sarà il 42% del personale - dato raccolto a voce da un'educatrice e contestato dall'assessore Virgilio - ma sono comunque tanti. Alle porte c'è il concorso che stabilizzerà 31 educatrici. Una risposta. «Per 31 posti vacanti che verranno coperti - precisa Antonio Vitiello - ci sono 300 chiamate l'anno per completare l'organico». Tutto insomma è relativo. L'ampiezza di un problema, nella sua complessità, si fissa a seconda dei punti di vista. Se pure si risolve il problema degli asili nido, resta insoluto quello dei co.co.co. Le scuole materne? Non allarmate i genitori, esorta l'assessore. Giusto. Ma neanche si può lasciarli all'oscuro. Così un gruppo di educatrici precarie dei nidi comunali firma una lettera aperta. Cos? la riassumiamo: «Nel nostro lavoro mettiamo passione e competenza, ce la mettiamo tutta per fornire un servizio eccellente. Con noi, se private del nostro lavoro, ci rimetteranno i bimbi costretti ogni 3 mesi ad abituarsi a persone e situazioni nuove». Il 3 aprile, quindi, replicheranno la loro protesta.

In centinaia al corteo

Lo dice l'assessore Virgilio: ma il problema si ripresenterà a settembre. E se dovesse essere risolto attraverso appalti alle cooperative cosa sarà di chi ha vinto i concorsi?

Sfilano da piazza a piazza educatrici, collaboratrici scolastiche e co.co.co precari: difendono quel lavoro che, rsenza emendamenti, li escluderebbe a fine marzo.