“Addossare al governo Prodi la colpa del precariato negli Enti di Ricerca è un inaccettabile scaricabarile da parte del Ministro Brunetta, tanto più in un momento di crisi acuta come questo che stiamo attraversando. E comunque non nega la realtà dei fatti, che rimane grave e per la quale è urgente trovare soluzioni”, così Cristiano Fiorentini, della Direzione Nazionale di RdB/CUB Pubblico Impiego, a commento delle dichiarazioni di Brunetta in risposta ad un articolo apparso ieri su La Repubblica.
“È vero che le norme sul precariato volute da Nicolais erano insufficienti ed escludevano dai processi di stabilizzazione migliaia di lavoratori precari, ma proprio per questo andavano estese fino a riguardare tutto quell’esercito di precari che da anni manda avanti la ricerca pubblica italiana. Invece - continua il dirigente sindacale - Brunetta non solo non è intervenuto in questo senso, ma ha interpretato in maniera restrittiva le leggi vigenti, con un emendamento ad un disegno di legge che blocca le stabilizzazioni al 30 giugno ed inserendo norme nella legge 133 che rischiano di espellere dagli enti un gran numero di lavoratori che fanno ricerca o che sono di supporto ad essa. D’altronde lo stesso Ministro ha definito i ricercatori capitani di ventura – sottolinea Fiorentini - facendo capire molto chiaramente che cosa pensa della ricerca pubblica e quale destino intende riservare ai lavoratori precari della ricerca”.
Conclude il dirigente RdB-CUB: “Dopo il nostro lancio dell’autodenuncia dei precari, molti Enti sono stati costretti a dire la verità sui numeri e ci sono già in piedi diverse vertenze. Ma non mancheranno i momenti di mobilitazione generale, perché è necessaria un’inversione di tendenza della politica di questo Paese sulla Ricerca Pubblica e sul Lavoro. Il 23 aprile i precari della ricerca saranno in piazza in occasione dello sciopero generale indetto dal Patto di Base (CUB, Cobas, SDL) e stiamo pensando ad un appuntamento a maggio specifico per i lavoratori precari”.
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