Libero
Non riescono a pagare l'affitto Ogni giorno 25 sgomberi
di Nicoletta Orlandi Posti
Roma - Circa 20mila famiglie romane rischiano di perdere la casa entro la fine dell'anno. Più di 2.700 hanno lo sfratto esecutivo. Oltre 25mila sono attualmente in attesa dell'assegnazione di una casa popolare, il tutto, mentre sull'intero territorio capitolino risultano essere presenti circa 115mila alloggi sfitti. Il problema casa diventa ogni giorno più grave a Roma e si sta estendendo ormai anche ai ceti medi. Il precariato, ma anche il mancato adeguamento dei salari rispetto all'aumentato costo della vita, le pensioni troppo basse, hanno aumentato a dismisura il numero dei soggetti investiti da quella che comunemente viene definita "emergenza abitativa", ma che in realtà è un'emergenza sociale vera e propria. Con le istituzioni che non riescono a dare risposte immediata e annunciano soluzioni a lungo termine a chi vive oggi il dramma di trovarsi dalla mattina alla sera in mezzo alla strada, senza un tetto dove far dormire i propri figli o i propri genitori anziani. «Ogni giorno», denuncia Guido Lanciano, segretario provinciale di Roma dell'Unione Inquilini, «vengono eseguiti 25 sfratti per morosità. Ci sono molte famiglie che non avendo alternativa sono costrette ad accedere ad affitti troppo alti per i loro redditi. Pagano per qualche mese e poi non ce la fanno più. E allora arriva lo sfratto che nessuno provvedimento e nessun giudice può bloccare». Purtroppo queste famiglie non si salveranno dallo sgombero neanche se venisse approvato dal Parlamento il decreto sulla proroga degli sfratti, contenuto all'interno del decreto «Mille proroghe». «Così com'è stato formulato», spiega Paolo Di Vetta, dell'Asia RdB, «beneficerà del provvedimento solo il 20% delle famiglie. Abbiamo chiesto ai capigruppo di maggioranza e opposizione di modificare il decreto allargando le maglie». «A Roma», aggiunge Mario Fontana del Comitato Obiettivo Casa, «si continua a sfrattare senza nessuna protezione per le categorie "protette" come gli anziani e gli invalidi». Anziani ed invalidi come quelli che vivono in via dei Colli Portuensi e che hanno partecipato ieri al sit-in organizzato dall'Asia RdB in piazza Montecitorio. Presidio che ha visto la numerosa presenza anche degli occupanti del Regina Elena, di Corso Italia e di via Volontè, nel IV municipio, e di parecchie delle quarantacinque famiglie che abitavano nelle case dell'XI Ponte del Laurentino 38, che dall'apri le 2006 vivono "provvisoriamente" nei monolocali di trenta metri quadri al Parco Hotel Residence Costanza, al Km 15,00 di via Colombo. Mentre queste persone chiedevano al Parlamento di veder loro riconosciuto il sacrosanto diritto alla casa, Alleanza nazionale lanciava, da un convegno organizzato in Campidoglio, alcune proposte per far fronte all'emergenza abitativa. «La casa è un valore sociale che va garantito soprattutto ai giovani e agli anziani», ha detto Gianfranco Fini dalla Protomoteca, «è collegata alla famiglia e con essa costituisce un binomio fondamentale della nostra società». Ecco allora le proposte. Per chi ha la possibilità di comprare un appartamento Fini assicura l'impegno del Pdl per «abolire l'Ici sulla prima casa che non produce reddito e innalzando la soglia della detraibilità dei mutui nella dichiarazione dei redditi». Per coloro che invece non si possono permettere una casa di proprietà il presidente della federazione romana di An, Gianni Alemanno lancia un grande piano casa che «punti a costruire 100mila alloggi di edilizia economico-popolare, di case a riscatto e di edilizia per l'affitto a canone controllato». Secondo Alemanno per realizzare questo piano bisogna concentrarsi in tre direzioni: «Concentrare risorse pubbliche nelle prossime tre leggi finanziarie. Costruire un grande patto con i comuni delle grandi aree metropolitane e con le parti sociali per reperire aree edificabili a costo zero. Infine impegno della finanza privata e delle fondazioni bancarie per reperire risorse finanziarie necessarie ad attivare un grande numero di mutui sociali per le case a riscatto». Fabio Rampelli, invece, vorrebbe che si facesse chiarezza, una volta per tutte, sull'ammontare della crisi abitativa che grava su Roma. Esistono infatti parametri tra loro confliggenti: da un lato la penuria di alloggi denunciata dalle giovani coppie, dall'altro la crescita zero e il trasferimento dei residenti romani verso l'hinterland che persiste almeno da dieci anni. «Nel caso in cui la carenza di alloggi fosse confermata», spiega Rampelli, «occorrerebbe un programma di edilizia sociale, inquadrato in un piano di riqualificazione delle periferie attraverso il metodo della sostituzione edilizia. Si tratta cioè del modello francese che, riveduto e corretto, è stato riproposto in un disegno di legge che prevede la nascita di un'agenzia nazionale per il rinnovamento urbano. Nell'altro caso occorre provvedere in tempi immediati a un patto d'onore con le forze imprenditoriali e immobiliari per mettere immediatamente sul mercato le migliaia di alloggi tenuti sfitti. In caso contrario», tuona Rampelli, «un'amministrazione comunale autorevole dovrebbe aumentare l'Ici sulle case sfitte. Il principio ispiratore deve essere quello di combattere chi fa speculazione immobiliare».
Corriere della sera
Convegno Fini in Campidoglio
Emergenza alloggi Ecco il piano di Alleanza nazionale
Roma - Emergenza casa bipartisan. Sul tema s'inseguono destra capitolina e sinistra dei movimenti. L'una e gli altri sperando, comunque, in un decreto antisfratto che dia loro il tempo di organizzare strategie di lungo termine, visto che nel breve, c'è spazio solo per l'ufficiale giudiziario. Ma neppure l'ex giunta capitolina, all'alba elettorale, intende mollare l'argomento, tanto che presenterà domani i dati aggiornati sulle famiglie in graduatoria e altri servizi in tema.
In mattinata convegno di An in protomoteca («Emergenza casa: il diritto negato») mentre, nel pomeriggio, sit-in in piazza Montecitorio indetto da Asia-Rdb (Coordinamento lotta per la casa e il Comitato obiettivo casa tra gli aderenti) a testimoniare che per la città il problema è primario.
«Abolire l'Ici sulla prima casa e rendere più agevoli i mutui innalzando la soglia della loro detraibilità nella dichiarazione dei redditi» propone Gianfranco Fini alla platea della protomoteca, lasciando a Gianni Alemanno il compito di «romanizzare » la questione: «costruire 100 mila alloggi di edilizia economico -popolare a riscatto come pure edifici per l'affitto a canone concordato ». Sarebbero sufficienti tre anni dice Alemanno. Meglio se, con l'occasione, si abbattono anche quartieri mostro sul modello collettivista come Corviale e Laurentino 38. Mentre Marco Marsilio, capogruppo di An in comune, taglia corto sull'esperienza Ater: «Possiamo anche fare autocritica per gestioni trascorse, peraltro ereditate ma la questione non cambia. L'Ater è talmente in crisi che pensare di risollevarla con le vendite...Insomma, se regalassimo oggi tutte le case popolari agli inquilini, be' le casse Ater ne guadagnerebbero comunque».
A Montecitorio i movimenti romani che lottano per l'emergenza abitativa ricordano che nella capitale sono 2.700 le famiglie a rischio sfratto. Il «Milleproroghe» in discussione, contiene un rinvio degli sfratti «per fine locazione» (fino al 15 ottobre). Sindacati e movimenti puntano ad incassarlo da subito. «Già oggi scriveremo ai commissariati -annuncia Paolo Divetta, Asia Rdb- perchè la volontà politica espressa dall'esecutivo uscente venga recepita da subito e non venga concessa la forza pubblica nell'eseguire provvedimenti di sfratto».(Il.Sa.)