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Sicilia Rapporti Sindacali Regolamenti e Leggi

Proclamazione stato agitazione USB VVF Catania

Catania,

Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

Vice Capo Dipartimento Vicario

ing. Gioacchino GIOMI

Ufficio Garanzia dei Diritti Sindacali

dott. Darko PELLOS

e p. c. alla Direzione regionale dei Vigili del Fuoco della SICILIA  

alla Dirigenza provinciale dei Vigili del Fuoco di CATANIA

 

Oggetto: proclamazione dello stato d'agitazione di categoria - volontà di promuovere lo sciopero provinciale della categoria vigili del fuoco – richiesta del tavolo di conciliazione ai sensi della Legge 146/90 e/o legge 83/2000 e successive modifiche.  

 

In riferimento alla drammatica situazione in cui versa il soccorso tecnico urgente della provincia di Catania, a cui fa capo la gestione “poco trasparente” della dirigenza locale. La scrivente denuncia lo stato di stallo e l’impossibilità di apertura di un dialogo che dia certezze e risposte ai lavoratori del soccorso tecnico urgente.

In riferimento specifico alla gestione del soccorso nella sua interezza, alla gestione delle risorse umane, alla scarsa considerazione dell’organizzazione del lavoro, agli abusi subiti dagli specialisti nautici i quali sono distratti dal servizio nautico per svolgere servizio terrestre. L’utilizzo di detto “personale” dovrebbe essere limitato al servizio di soccorso in mare e in casi eccezionali alla cooperazione con le squadre di terra. Di  contro, a Catania le condizioni di eccezionalità sono diventate la norma, e la realtà è che si affronta un evidente stato di emergenza con la superficialità ordinaria di chi va “a caccia di aquiloni”(forse manca qualcuno che si sappia prendere la giusta responsabilità, finendola con il solito gioco al massacro dei lavoratori). Ciò detto, azzardiamo a considerare i diversi comportamenti della Dirigenza nei confronti degli specialisti nautici, come al resto dei lavoratori, come delle  azioni mirate a colpire tutti. I nautici non riuscendo a svolgere la normale formazione e addestramento così come regolamentato dalle circolari in materia, per tale servizio specialistico, e in contraddizione con le stesse circolari in quanto prodotte dal dipartimento diventano di fatto merce di scambio tra i distaccamenti e la centrale.

Si rappresenta che i nautici per le loro competenze hanno delle grosse responsabilità, che non sono solo quelle di condurre mezzi navali del Ministero dell’Interno molto costosi, ma anche nel dover rispondere in prima persona alle responsabilità stabilite del Codice Internazionale della Navigazione, oltre che nei confronti di chi è rivolto il soccorso. Certamente essere distratti dalle normali attività formative e addestrative non aumenta le personali capacità operative. Si aggiunge peraltro che la consapevolezza di non essere preparati, in quanto il dirigente, utilizzandoli per altri servizi, non permettono loro di esserlo, diminuisce anche quella condizione mentale di certezza , sicurezza e autostima relativamente alle loro personali capacità. Questione che sta già sollevando numerose perplessità proprio da parte di questi lavoratori in quanto si sente già da tempo parlare di restituzione del brevetto nautico. Non è garantita la continuità della loro professionalità e ciò porta i lavoratori a ricorrere ai ripari in forma di autotutela in quanto l’amministrazione li sta spingendo verso una dequalificazione. Ricordiamo che a questi lavoratori non è corrisposta  l’indennità di turno, in quanto nautici, anche se a Catania sono utilizzati regolarmente per espletare servizio terrestre in barba a tutte le circolari e leggi che regolano tale servizio.

Del resto ai “generici” capita di peggio: mancano le attrezzature, le sedi sono indecenti, il servizio è di fatto diventato massacrante (si sa quando si inizia a lavorare ma non si capisce quando si finisce), e quasi si mettono i propri soldi per comprare addirittura dei guanti che necessitano per lavorare.

Del resto Catania è la provincia dove gli art. 134 (i lavoratori che hanno problemi di idoneità al servizio) sono obbligati a viaggiare e vivere sotto stress continuo. E poi la dirigenza è brava a dire che è tutto colpa della crisi!!! La vera crisi di Catania sta tutta nella mancanza di chi sappia realmente far funzionare il soccorso tecnico urgente ed abbia a cuore i lavoratori e non in chi si occupa solo di andare “ sotto braccio” ai sindacati “corrotti” schiavizzando di fatto i tutti e tutto.

Per queste motivazioni dichiariamo la stato di agitazione e rimaniamo in attesa di un riscontro urgente che risolva questi problemi e non si nasconda per l’ennesima volta. La USB chiede a gran forza la dichiarazione dello stato di emergenza/calamità per la provincia di Catania, permettendo così il regolare svolgimento delle tornate lavorative ed evitando sia il sovraccarico di lavoro sia il pendolarismo lavorativo.