TORINO. Si è concluso da circa due mesi, il progetto del Ministero dell'Interno, Protezione Civile, Prefettura e che ha riguardato l' Emergenza Nord Africa. Una questione strettamente legata alla migrazioni di persone extracomunitarie dal continente nero ed approdati sul territorio nazionale dopo essere scappati dalla Libia in guerra. Un percorso tortuoso, complicato, traumatico, che ha visto uno stanziamento di fondi per "l'emergenza e l'accoglienza" di una somma smisurata e pari ad un milione-trecentomila euro.
Nello sviluppo di tale progetto, nei cui appalti hanno lavorato le realtà aziendali CONNECTING PEOPLE, CRESCERE INSIEME COOPERATIVA SOCIALE e LIBERITUTTI, una parte cospicua dei soldi sono stati utilizzati nella finalità di sostenere i richiedenti asilo e profughi, attraverso l'apertura di appositi centri di accoglienza sparsi a macchia di leopardo qua e là lungo la nostra Penisola, con il chiaro intento di dar loro un aiuto tramite corsi di alfabetizzazione italiana, corsi sulla legalità e la cittadinanza, l'informatica e dando un aiuto nella burocrazia con un supporto legale.
Tra le tante strutture organizzative avviate in tutta fretta, a causa del continuo sbarco sulle coste siciliane dei poveri malcapitati, il Consorzio trapanese Connecting People ha aperto in diverse città delle strutture alberghiere o similari, condivise in gestione con partner privati. Nella fattispecie, a Settimo Torinese ed Ivrea, Connecting People Piemonte, il cui punto di riferimento è Mauro Maurino, tramite le consociate Crescere Insieme cooperativa sociale, di cui lo stesso
Maurino è presidente, Liberitutti, e Piretto&Partners, hanno organizzato, condiviso, amministrato due importanti strutture alberghiere dedicandosi allo scopo di cui sopra.
Ora che il progetto si è concluso a febbraio 2013 emergono molti dubbi sul raggiungimento delle originarie finalità (il progetto previsto di inserimento in società, anche tramite i corsi di formazione, che fine ha fatto? Che risultati ha raggiunto?). Un esito certo è stata la buonuscita di 500 euro ed una carta d'identità in scadenza data ai profughi che, rimasti senza un posto per dormire si sono autonomamente attivati, con la solidarietà di molti italiani, per occupare una serie di palazzine site a Torino nell’ex Villaggio Olimpico sito in Via Giordano Bruno.
Il personale dipendente degli appalti invece, assunto dapprima con contratti a tempo determinato, molti dei quali rinnovati di tre mesi in tre mesi e, successivamente, riconfermati a tempo indeterminato dopo una sottoscrizione obbligatoria nel libro dei soci, tredicesime e stipendi liquidati in ritardo, si ritrova oggi in cassa integrazione in deroga a zero ore e con un futuro incerto.
Infatti, a tal riguardo, non vi è per ora nessuno spiraglio di ricollocazione per gli oltre cinquanta soci in CID, a causa di una mancata progettazione seria da parte dei diversi interlocutori delle cooperative interessate. Infine, oltre al danno è arrivata anche la beffa da parte del Governo prima e della Regione Piemonte poi, che a causa di una tardiva legiferazione in materia di ammortizzatori sociali, non ha ancora liquidato ai lavoratori la rispettiva parte economica, lasciandoli così, senza alcun reddito.
Una gestione perlomeno miope dell’intero progetto conferma così le preoccupazioni dei profughi senza un tetto e dei lavoratori senza un lavoro, ai quali USB intende dare la propria solidarietà e il proprio sostegno nelle sempre più necessarie lotte per i diritti, il lavoro e la dignità.
USB LAVORO PRIVATO DI TORINO