Nelle giornate dell'8 e del 9 marzo si sono tenute due edizioni del convegno "Alternanza Scuola Lavoro: come e perché cambia la scuola italiana", una a Torino e una a Milano, promosse dal CESTES (Centro Studi Economico Sociali) e da USB scuola. I convegni, molto partecipati, hanno cercato di inquadrare l'introduzione dell'Alternanza in tutti gli indirizzi della scuola superiore e la sua obbligatorietà nel contesto sociale ed economico dell'Unione Europea e della crisi economica sistemica in cui siamo immersi.
CESTES e USB sono infatti convinti che l'Alternanza, vero e proprio lavoro gratuito, abbia due funzioni essenziali: educare i giovani ad accettare senza fiatare le regole del mercato e il lavoro sottopagato e senza diritti e fornire ad un mondo imprenditoriale in crisi, manodopera gratuita, che si traduce immediatamente in maggiori profitti.
Sì è poi tentato di posizionare l'Alternanza all'Interno della trasformazione radicale dei sistemi di istruzione europei e in particolare di quello italiano, con il susseguirsi di riforme dell'ultimo ventennio, che ci sembra mirino alla dequalificazione complessiva della scuola statale
Molto apprezzati gli interventi degli estensori dell'Appello per una scuola pubblica, Carosotti a Torino e Vacchelli e Cerroni a Milano.
Con gli amici dell'appello siamo convinti di dovere strutturare una collaborazione più diretta e più stretta, mentre appare ormai consolidato il rapporto con BastAlternanza, segno che una efficace risposta alla trasformazione del ruolo e della finalità dell'istruzione potrà venire solo dalla ripresa di un movimento studentesco solido dal punto di vista teorico ed organizzativo.