Nonostante il silenzio più assoluto e assordante dei principali mezzi d’informazione, continua la mobilitazione dei dipendenti della Provincia di Roma contro il trasferimento forzato verso la nuova sede del Torrino.
Coordinati dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie – RSU, dopo il presidio presso la sede centrale di Palazzo Valentini che si è tenuto nei giorni scorsi, si sono dati nuovamente appuntamento per tenere alta la pressione sull'Amministrazione Provinciale e rivedere le proprie scelte sull’acquisto di una delle due mega torri sorte presso il centro commerciale Euroma 2, nella zona tra viale Oceano Pacifico, via Cristoforo Colombo e via di Decima, denominata Castellaccio, settore già ampiamente compromesso per la congestione del traffico urbano, l’insufficienza dei mezzi di trasporto urbano e per l’abuso edilizio che ha segnato gravemente il territorio.
Un’operazione dal costo complessivo di 260 milioni di euro che, in tempo di crisi e di tagli agli enti locali, appare inutile, controproducente e non risolve i problemi di razionalizzazione di spesa della Provincia di Roma che si otterrebbe sul serio solo riducendo gli sprechi, le consulenze esterne, le spese per i collaboratori delle segreterie politiche degli assessori, le operazioni demagogiche come Porta Futuro.
I lavoratori, infatti, si sono incontrati presso la sede del Consiglio Provinciale che aveva all'ordine del giorno la votazione sulla vendita degli immobili di pregio della Provincia per l’acquisto della nuova sede.
Si tratta di un patrimonio immobiliare di grande valore in quanto è dislocato in zone centrali di Roma, come P.zza del Popolo, P.zza San Lorenzo in Lucina e P.zza Belli, che saranno venduti ad un prezzo di realizzo ancora da definire in modo completo e di cui si conosce ben poco delle procedure di stima e di valutazione (affidata all’ATI Patrigest Spa – Abaco Servizi Srl della potente famiglia Gabetti, con l’incarico di esperto indipendente).
Insospettisce inoltre il fatto che l’immobile di proprietà provinciale sito in P.za G.G.Belli 11, già ricompresso tra gli immobili oggetto di possibile vendita, sarà dato in permuta e a titolo di parziale pagamento del prezzo di vendita della nuova sede alla Società BNP Paribas Real Estate Investment Italy SGR subentrata al promettente locatore Europarco S.P.A (da quanto si evince dalla lettura della proposta di deliberazione).
Grazie alla loro protesta, i consiglieri provinciali hanno deciso di rinviare la votazione a data da definire.
Si tratta, dunque, di un primo importante successo dell'azione sindacale che si sta contrapponendo con efficacia e costanza alle logiche di interesse della politica.
La battaglia è ancora lunga, anche perché comprende non solo la lotta contro la nuova sede unica del Torrino, ma anche importanti rivendicazioni salariali, di progressione di carriera e di formazione, riorganizzazione dell’ente in modo tale che prevalga la centralità del pubblico sugli interessi del privato e di casta (sindacale o politica che sia) a cui la Giunta guidata da Nicola Zingaretti ancora non ha dato risposta.