Nei Centri per l’impiego della Provincia di Roma, in particolare quello di Cinecittà, le “posizioni organizzative”, sono divenute organismi autonomi, tanto da sostituirsi spesso, illegittimamente con atti ed azioni, ai dirigenti. Ciò ha provocato una sorta di “sospensione” delle prerogative e dei diritti sindacali, a favore di clientelismi e diatribe fra colleghi.
Sovente ci siamo trovati a dover ascoltare lamentele di quest’ultimi, che non hanno avuto le dovute attenzioni verso rimostranze ( inascoltate! ), oggettivamente valide, manifestate ai Dirigenti. Conseguenza: inanità, dovuta a timore di ritorsioni ( accade anche questo ).
Chi “governa” preferisce non avere grattacapi, preferisce mantenere un ipocrita status quo, manifestare l’idilliaco “clima relazionale franco e collaborativo ”, non sporcarsi con meschinità, non all’altezza del proprio ruolo. Chi “governa”, “casta ariana”, non può perdere tempo dietro a dei “paria”. Una sola opzione rimane per far valere diritti soggettivi, ormai obliati: aprire un contenzioso giudiziario.
Non tutti sono in grado di sottostare al suo iter, vuoi per motivi economici, vuoi perché defatigante e psicologicamente stressante.
Qualora l’incaricato di “posizione organizzativa, come ad esempio in certi contenziosi vertenziali oggetto di nostre disamine, esuli dalle proprie competenze, non prevedendo l’attuale normativa degli Enti Locali una categoria “quadri”, si corre il rischio di creare una sorta di élite, con privilegi ed autorità proprie. Illegittimo!
I Dirigenti hanno quindi il dovere di ripristinare i diritti violati, di cui hanno cognizione o sono stati messi a conoscenza, tramite i reiterati interventi degli operatori.
I Dirigenti hanno il dovere di intervenire qualora si siano manifestati “campanelli d’allarme” che denotano disagio e malessere dei lavoratori e attuare il “ rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro, equità di trattamento a livello retributivo, di assegnazione di responsabilità, di promozione del personale e di attribuzione dei carichi di lavoro ”
Riteniamo sia necessario correggere tempestivamente i comportamenti riprovevoli contrari all’ordinamento giuridico in vigore, perché è necessario rendersi conto che la Pubblica Amministrazione è un bene di tutti e può essere danneggiata, oltre che con azioni, anche con omissioni.
Sussistono dei compiti contrattualmente previsti e a nessuno è dato esulare da tali indirizzi.
Gli interessi e i diritti che, come Sindacato, intendiamo tutelare travalicano il mero utile individuale, ma vuole anche rappresentare l’esigenza collettiva ad essere garantiti da comportamenti, che spesso eccedono incarichi ricevuti, originati, ripetiamo, non da disposizioni normative, ma da previsioni contrattuali e costituzionali ( “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione ” art. 97 c. 1 della Costituzione ).