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Pubblico impiego

Pubblico Impiego: Altro che proroga del blocco…CONTRATTO SUBITO!

Nazionale,

In allegato il volantino

Continuano insistenti le voci della prossima uscita di un decreto che dovrebbe bloccare per altri due anni il contratto dei dipendenti pubblici. Con il mancato rinnovo anche negli anni 2013 e 2014 il Governo Monti, ormai abusivo e delegittimato dal voto, intende aggiungere altri 1500 Euro medi nel prossimo triennio ai danni provocati dalle misure del governo Berlusconi di blocco ai contratti dal 2010 al 2012, di tetto delle retribuzioni al 2010, di tagli al salario accessorio, già quantificabili in circa 2000 Euro pro capite. Per un totale di circa 3500 Euro!


Senza contare gli effetti che il blocco produrrà sulle pensioni, soprattutto di chi va in pensione in questi anni. Continuano così a volerci far pagare la crisi dei banchieri e dei poteri forti economici!

NOI NON CI STIAMO!
IL CONTRATTO È UN DIRITTO CHE NON PUÒ ESSERE NEGATO!


USB P.I. ha chiesto formalmente all’Aran e alla Funzione Pubblica il ritiro del decreto e l’apertura delle trattative per il rinnovo dei contratti, bloccando la trattativa all’Aran sulle relazioni sindacali, totalmente inutile senza il quadro di riferimento contrattuale. Ora è necessaria una determinata reazione dei lavoratori che non possono accettare questo ulteriore schiaffo.


Rivendichiamo salari, diritti e dignità, difendiamo la funzione sociale del nostro lavoro. Impediamo che i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego vengano ancora una volta individuati come il capro espiatorio a cui far pagare il prezzo di una crisi che certo non hanno prodotto.

 

PREPARIAMO UN’OPPOSIZIONE DETERMINATA AL DECRETO BLOCCA-SALARI, PER IL RILANCIO DEI CONTRATTI
FACCIAMO SENTIRE CONCRETAMENTE LA NOSTRA VOCE!
“BOMBARDIAMOLI!”

Collegandoti QUI troverai il testo della protesta da inviare a

- Presidenza del Consiglio dei Ministri
- Ministero dell'Economia e Finanze
- Dipartimento della Funzione Pubblica e A.Ra.N
- Ai Presidenti di Camera e Senato e, per il loro tramite
- alle nuove e ai nuovi Parlamentari e ai Gruppi parlamentari di Camera e Senato
- al Partito Democratico
- al Popolo delle Libertà
- al Movimento 5 Stelle

 

per chiedere il ritiro del decreto e rivendicare l’apertura dei contratti.

Un clic può salvarti il salario!