Come tutti ricordiamo con la Legge 133/2008 il Ministro Brunetta ha introdotto la odiosa “tassa” sulla malattia, colpevolizzando e punendo i dipendenti pubblici accusati di eccessivo assenteismo. “In caso di assenza per malattia il lavoratore ha diritto al solo trattamento economico fondamentale, perdendo tutte le indennità e qualsiasi altro trattamento accessorio o emolumento avente carattere fisso e continuativo”. Con la scusa di colpire i fannulloni sono stati invece puniti tutti quei lavoratori che hanno dovuto pagare a caro prezzo anche una banale influenza.
Forse non tutti sanno però che a luglio di quest’anno lo stesso Ministro ha emanato una circolare, la n°8, che, dopo aver fornito chiarimenti in merito all’applicazione della disciplina relativa alle assenze per malattia, afferma che la retribuzione di risultato dei dirigenti non è soggetta a decurtazione. Questo perché tale retribuzione costituisce “emolumento volto a remunerare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi da parte del dirigente e viene corrisposta a consuntivo… solo se e nella misura in cui gli obiettivi assegnati risultino conseguiti e l’attività svolta risulti valutabile a tal fine”.
Inutile dire che buona parte delle voci che costituiscono il salario accessorio dei dipendenti pubblici appartenenti alle aree ha le stesse caratteristiche della retribuzione di risultato della dirigenza e pertanto anche per queste voci non deve essere effettuata alcuna decurtazione. Del resto la stessa circolare prevede che “analogo ragionamento vale per le voci corrispondenti previste anche per le altre categorie di personale…aventi la medesima natura”.
La RdB-USB P. I. ritiene che, in mancanza di chiare indicazioni da parte del Ministero rispetto alle voci del salario accessorio del personale non soggette a decurtazione, le Amministrazioni debbano immediatamente aprire un tavolo di confronto sindacale su questo argomento: sono passati ormai quattro mesi dall’emanazione della circolare e ancora non è pervenuto alcun segnale da parte di quelle stesse Amministrazioni tanto solerti invece nell’applicare immediatamente tutti i provvedimenti restrittivi nei confronti del personale, a partire dai contenuti della riforma Brunetta.
Una diversa ed ingiustificata applicazione della norma, che divida dirigenti da un lato e personale delle aree dall’altro, non è ulteriormente tollerabile tanto più se si pensa che la retribuzione di risultato dei dirigenti è conseguenza diretta anche e soprattutto del lavoro svolto quotidianamente da tutti gli altri lavoratori.
Non siamo disposti ad accettare questo ulteriore sopruso: i lavoratori hanno le tasche vuote di salario ma piene di rabbia nei confronti dei continui attacchi alla loro dignità ed ai loro diritti!