Una normale manutenzione dei conti pubblici, così il governo ha definito la “Legge di stabilità” da 12 miliardi di euro (24 mila miliardi delle vecchie lire!!!), una vera e propria Finanziaria, varata dal Consiglio dei ministri nella serata del 9 ottobre. Misure che evidenziano un odio di classe verso tutto ciò che è pubblico e nei confronti delle quali ogni aggettivo risulta ormai abusato. Il pubblico impiego paga ancora una volta un prezzo salatissimo, sia in termini di funzionalità dei servizi, sia per le misure che colpiscono i lavoratori pubblici.
Sul piano generale, si getta fumo negli occhi dei cittadini con la riduzione di un punto percentuale delle prime due aliquote IRPEF, che passano dal 23 al 22% e dal 27 al 26%. Benefici piuttosto contenuti che, per un reddito di € 20.000,00, dovrebbero aggirarsi sui 200 euro annui, e che non riescono nemmeno a compensare i costi derivanti dall’aumento di un punto percentuale dell’IVA, che da luglio 2013 passerà dal 10 all’11% e dal 21 al 22%. Ma la spending review varata in estate non doveva servire proprio ad impedire l’aumento dell’IVA?
Il governo mette mano alle agevolazioni fiscali e, per i redditi superiori a € 15.000,00, introduce una franchigia di 250 euro per alcune deduzioni e detrazioni. Per queste ultime è fissato un tetto massimo di detraibilità di 3.000 euro.
Nuovi tagli per 600 milioni di euro al fondo sanitario nazionale del 2013 che, sommati a quelli degli anni precedenti, portano a più di 22 miliardi i tagli alla Sanità. Con il taglio di un ulteriore 5% a beni e servizi, da un lato si compromette seriamente la qualità della strumentazione diagnostica e protesica e dall’altro si licenziano migliaia di lavoratrici e lavoratori delle ditte in appalto. Piuttosto che colpire gli abusi di spesa delle singole regioni, si tagliano i servizi sanitari ai cittadini ed i posti di lavoro nelle aziende che producono apparecchiature mediche.
Oltre ai tagli previsti dalla spending review di luglio, a Regioni, Province e Comuni sono richiesti 2,2 miliardi aggiuntivi per il 2013. Un’ulteriore stretta al patto di stabilità che si ripercuoterà negativamente sui cittadini in termini di servizi e di tassazione locale e che produrrà la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Blocco delle retribuzioni complessive dei lavoratori pubblici prorogato a tutto il 2014, con ripercussioni negative sulla contrattazione integrativa. Conferma del blocco dei contratti e nessun riconoscimento dell’indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2013-2014. A partire dal 2015 ripristino della vacanza contrattuale per il triennio 2015-2017. Tutto questo a riprova che i contratti saranno fermi per altri 5 anni!!!
Per i lavoratori degli enti previdenziali e assicurativi (INPS/EX INPDAP e INAIL) si profila un salasso del premio incentivante per il 2013. La manovra, infatti, cancella le risorse dell’art. 18 della Legge 88/89 che finanziavano i progetti e le destina a risparmi da consegnare alla Ragioneria Generale dello Stato.
L’accorpamento di tutti gli enti di ricerca vigilati dal MIUR nel super CNR non risponde a nessuna logica scientifica, ma è finalizzato esclusivamente a piegare il sistema degli enti pubblici di ricerca agli interessi dell’impresa. Nel mezzo rimangono le lavoratrici ed lavoratori ancora senza contratto, così come tutti i dipendenti pubblici ed i precari per i quali la possibilità di licenziamenti di massa è ormai una realtà. Ma questo non interessa Profumo ed il governo di cui fa parte.
Istituito il Commissario anticorruzione, che presiederà la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, la CIVIT, prevista dalla Riforma Brunetta. E noi paghiamo…
“Porcata” sulla Legge 104/92. Sarà decurtato del 50% lo stipendio nelle giornate di permesso per assistenza a parenti disabili, quando tali assenze non sono dovute a patologie del dipendente, del coniuge o dei figli. Rimarrà invece intera la contribuzione figurativa.
USB invita i lavoratori pubblici a reagire contro questo ennesimo attacco, partecipando al “NO MONTI DAY”, la manifestazione nazionale che si terrà il 27 ottobre prossimo a Roma per cacciare il governo dei banchieri e respingere la politica economica e sociale imposta dalla troika (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, Unione europea).