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Nazionale Gli editoriali

Quattro parole d’ordine per riprendere e sviluppare il conflitto

Nazionale,

Al termine della seconda giornata nazionale di mobilitazione e di lotta contro il carovita contiamo molte centinaia di persone - lavoratori, disoccupati e precari - che hanno animato le 27 piazze di altrettante città che hanno risposto all'appello USB a mobilitarsi.

Una risposta ancora acerba in confronto alla profondità e alla violenza dell’attacco in corso alle condizioni di vita.

Però stare in piazza e nei luoghi di lavoro, riempiendo il doppio delle piazze del 3 ottobre, è comunque un segnale importante, da valorizzare e da cui partire.

In Francia i lavoratori degli stabilimenti petroliferi Total e Exxon sono in sciopero ormai da più di una settimana lasciando senza carburante tutta la Francia del nord e sfidando Macron, che ha decretato la precettazione degli scioperanti e ha ottenuto in risposta la moltiplicazione delle aziende e dei lavoratori in sciopero.

In Inghilterra i lavoratori dei trasporti hanno messo in campo tutta la propria forza e bloccato per giorni e giorni la mobilità nel Paese e oggi sono alla testa di un movimento politico-sindacale, enough is enough - il troppo è troppo -, che riempie le piazze di gente arrabbiata.

Entrambi i movimenti chiedono aumenti salariali forti e capaci di colmare le voragini provocate dagli aumenti dell’energia e dei beni primari e raccolgono consensi e partecipazione di massa.

Qui da noi, in Italia, la situazione è diversa. Molti, troppi anni di anestetico politico sindacale sparso a piene mani dalla “sinistra” di lotta e di governo e dai sindacati gialli, filo padronali ma ancora largamente maggioritari, hanno prodotto un arretramento del movimento di classe più forte d’Europa, tale da essere materia di studio del padronato degli altri Paesi europei molto interessati a emularci.

Immersi in un panorama di macerie, che la guerra moltiplica e sporca di sangue, fatichiamo ad intravedere la fine del tunnel che, è storicamente provato, non si materializza se non sulle gambe di una robusta, determinata e anche dura entrata in campo del movimento dei lavoratori e delle masse popolari.

È quindi nostro compito imprescindibile l’azione sindacale e di massa, per alzare il livello di coscienza della forza collettiva degli sfruttati, per invadere gli spazi lasciati scoperti dall’inesistenza di una sinistra degna di chiamarsi così, per riprendere e rilanciare parole d’ordine facili e comprensibili a tutti:

SU I SALARI, GIÙ LE ARMI

NO ALLO SFRUTTAMENTO DELL’UOMO SULL'UOMO E DELL’UOMO SULLA NATURA

IL CAPITALISMO NON È L'UNICO SISTEMA POSSIBILE

GUERRA ALLA GUERRA

Parole d’ordine sulle quali nei secoli scorsi sono nate e si sono realizzate rivoluzioni che hanno segnato il corso della storia.

In Europa oggi si va rafforzando il fronte sindacale e sociale di classe intorno a queste parole d’ordine sulla spinta poderosa della Federazione Sindacale Mondiale.

In Italia dobbiamo recuperare il terreno perduto, ma per fare questo è indispensabile esprimere un livello di consapevolezza e di disponibilita al conflitto che oggi ancora non raggiunge i livelli necessari.

Il 3° Congresso nazionale USB (18-20 novembre), sulle orme del 18° Congresso Sindacale Mondiale tenuto a Roma, può dare un grande contributo alla ripresa del conflitto e questo deve essere un obbiettivo comune per tutta l'USB.

Unione Sindacale di Base

 

13 ottobre 2022