Siamo sempre più colpiti dai vari atteggiamenti che i colleghi assumono nei confronti del sindacato: da coloro che ne blaterano senza sosta a quelli che temono di essere notati a leggere una bacheca. Ma, prima di parlarne, dovremmo ricordare che aldilà di tutte le interpretazioni più o meno distorte sul suo ruolo nella società di oggi, dovremmo ricordare che esso è semplicemente un’ “associazione di lavoratori costituita per la tutela degli interessi collettivi” come ricorda un qualsiasi autorevole dizionario. Sta quindi nei lavoratori organizzarsi, formare organismi rappresentavi, cogliere gli obiettivi nonchè raccogliere i fondi per finanziare le attività e strategie con cui perseguirli. Oggi dalla bocca di tutti escono molti luoghi comuni tesi a denigrare l’operato delle varie formazioni che ci rappresentano, ma non si può negare che ciò sia come denigrare se stessi.
Esaminiamo ora le più comuni prese di posizione attualmente presenti ed il loro significato intrinseco:
- “E’ tutta colpa dei sindacati!”.
Certo, molti sindacati e alcuni più di altri, hanno responsabilità non da poco su scelte negative che ci riguardano, ma non siamo sempre noi che gli forniamo la rappresentatività?? Quando sottoscriviamo un’adesione in cambio di meri favori personali (quanto c’entra questo con la tutela degli interessi collettivi?) siamo noi i primi complici di scelte impopolari e ingiuste.
- “Io non sono iscritto con nessuno!”.
Se non mi sento rappresentato da nessuno, ciò è indubbiamente un diritto legittimo, ma è una scelta che mi lascia in balìa delle decisioni altrui. Altro diritto legittimo, nonché dovere morale, è quello di organizzarsi tra persone che condividano le stesse idee e, una volta raggiunto un significativo numero di adepti, dare luogo ad una nuova riconosciuta rappresentatività.
Non può essere nascosto che dietro l’atteggiamento, apparentemente nobile, di estraniarsi dalla “bolgia” sindacale si nascondono atteggiamenti meno idealistici come: “Tanto ci sono gli altri, io risparmio i soldi della delega!”,” Non prendo posizione, non ho responsabilità!”,”Non sto con nessuno, posso criticare tutti!”.
- “Io mi difendo da solo”.
Nella società moderna esistono: datori di lavoro che perseguono i loro obiettivi, e lavoratori che, attraverso le loro rappresentanze riconosciute, tutelano i loro diritti. Poiché impossibile oltre che illegittimo sottoscrivere accordi diversi per ogni dipendente, le norme pongono ogni forma di tutela individuale in subordine a quella collettiva. L’uso di strumenti individuali come avvocati propri non può portare a conclusioni che si discostino da quanto stabilito dagli accordi tra le parti rappresentative.
Molto discutibile è l’atteggiamento che spera di ottenere benefici sul piano personale raccomandandosi a questo o a quel potentato in quanto al poco probabile tornaconto positivo, va aggiunta l’opinione di chi assiste (colleghi) a simili artifici.
- “Cosa fa il sindacato??? Il Sindacato non fa niente!
Il sindacato non è un ente che di per sé faccia qualcosa! Come abbiamo detto è ”associazione di lavoratori costituita per la tutela degli interessi collettivi” e quindi se il rappresentante non può contare sulla mobilitazione dei propri rappresentati, di quali strumenti può fare forza sul tavolo della trattativa? E’ senza dubbio vero che il sindacato è debole quando i rappresentati sono pochi o poco partecipi.
- “I sindacati non servono a niente!”
Sarebbe illusorio pensare che i progressi ottenuti da un secolo a questa parte su orari di lavoro, diritti, livello di sicurezza, siano stati ottenuti grazie alla benevolenza dei datori di lavoro, e sebbene non pochi pensino che il dimostrarsi mansueti, sottomessi, o peggio, servili sia più redditizio che lottare, una semplice rilettura della storia dimostra quanto questo ragionamento sia fallace.
- “Per cosa pago il sindacato??”
Il sindacato non vende nè beni né servizi. Con il versamento di un quota si contribuisce a tutto ciò che serve al suo normale funzionamento: dalle semplici spese di cancelleria alle consulenze legali e via dicendo. Il ragionamento: “pago per avere qualcosa” è errato perché non è nello spirito dell’associazione di questo tipo.
Continua…….