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26 gennaio 2010 - Il Manifesto

L'AQUILA Comitati anti «Console» da tutta Italia
Protezione «militare» Spa Si prepara la resistenza
di Eleonora Martini

L'AQUILA - Nelle stesse ore in cui ad Haiti Guido Bertolaso si scontrava apertamente con le altre organizzazioni internazionali presenti per affermare il proprio modello di gestione dell'emergenza messo a punto col terremoto in Abruzzo - accentramento dei poteri decisionali, trasferimento in massa della popolazione di Port-au-Prince in tendopoli montate in periferia, divieto di accampamento autogestito: sono solo le prime proposte italiane - dall'Aquila partiva la protesta nazionale contro la trasformazione in Spa della Protezione civile nostrana operata a fine anno per volere dello stesso sottosegretario. L'Aquila è stata il miglior palcoscenico per la coppia Berlusconi-Bertolaso ma con l'assemblea che si è tenuta sabato - la più importante e partecipata che ci sia mai stata dal 6 aprile scorso, organizzata dal centro sociale occupato "3,32" con la partecipazione di comitati giunti anche da altre parti d'Italia -, il capoluogo abruzzese si candida a diventare il boomerang che si abbatte contro chi l'ha usato, contro chi ne ha fatto la propria «fiera delle vanità». Centinaia di cittadini e decine di comitati, associazioni, dipendenti del Dipartimento di Protezione civile e Vigili del fuoco hanno opposto il loro no forte e chiaro alla «privatizzazione delle emergenze», alla gestione militarizzata del territorio interessato, alla costruzione di una centrale di appalti che interviene tramite ordinanze, in deroga alle leggi vigenti e bypassando completamente Parlamento e enti locali, finalizzata ad ottenere «utili netti», come recita il decreto legge istitutivo messo a punto dopo sei tentativi falliti dal Consiglio dei ministri, e attualmente in via di conversione al Senato. Un'operazione con la quale «si realizza il premierato forte», «si ottiene di fatto una riforma della Costituzione italiana attraverso una legge ordinaria, accentrando nelle mani del Presidente del Consiglio il potere diretto monocratico». «Palazzo Chigi Spa», l'hanno ribattezzata i terremotati aquilani che si stanno rimboccando le maniche per tentare di ricostruire oltre alla città anche un nuovo tessuto sociale, distrutto dall'imposizione del modello B2. Tanti gli interventi, impossibile riportarli tutti, dell'assemblea organizzata anche per presentare il libro di Manuele Bonaccorsi «Potere assoluto, la Protezione civile al tempo di Bertolaso». Ma le parole dell'avvocato Antonio Valentini, che per primo ha denunciato la mancanza di prevenzione e di protezione della popolazione civile dai rischi sismici, spiegano bene i sentimenti di molti aquilani: «Non è vero che la gestione dell'emergenza a cui abbiamo assistito sia stata la migliore possibile - afferma applauditissimo - Ho sporto denuncia contro la Protezione civile perché tanti miei concittadini sono stati uccisi per imprudenza e negligenza». Intervengono i pompieri della Rdb, emozionati «per essere tornati all'Aquila non da soccorritori ma da liberi cittadini», e preoccupati per la «continua erosione di competenze e fondi al corpo dei Vigili del fuoco». Intervengono esponenti di Rifondazione comunista, parlamentari Pd, e sindacalisti Cgil del Dipartimento della Protezione civile che fanno le pulci, comma per comma, al decreto legge partorito dopo otto mesi di sperimentazione «sulla pelle degli aquilani». Ma soprattutto intervengono i comitati di Chiaiano e i tanti cittadini, non solo terremotati, per i quali Bertolaso è oramai solo «il console». «All'inizio eravamo grati alla Protezione civile per gli aiuti - raccontano alcuni aquilani a margine dell'assemblea - ma poi ci siamo sentiti un po' come gli iracheni, occupati e maltrattati». Durante tutta la gestione dell'emergenza, nelle tendopoli, hanno dovuto subire imposizioni e divieti «assurdi e incredibili a volte, come quello di non poter volantinare all'interno dei campi o di non poter consumare alcol, caffè e cioccolato in quanto eccitanti». «Con più di 40 ordinanze, e una serie di divieti mai codificati, la Protezione civile ha normato sui beni, sui corpi, su un territorio militarizzato fino all'eccesso, e non solo durante il G8». Il «console» è passato sopra agli enti locali e ha risposto picche ai consiglieri comunali che chiedevano trasparenza degli atti. Ed è stato santificato «per volontà bipartisan», come accusano dalla sinistra extraparlamentare. Non c'è strada del capoluogo abruzzese priva di volantini, manifesti, adesivi, spot pubblicitari della Protezione civile. Al contrario, sono durate solo poche ore le scritte e un paio di striscioni del tipo «Bertolaso, L'Aquila ti odia, riprendiamoci la città», comparsi sui muri aquilani alcuni giorni fa. «E adesso si popone come console di Haiti», azzarda qualcuno. Ma per gestire l'emergenza dell'isola caraibica e soprattutto la ricostruzione da svariate decine di miliardi, niente di meglio che la Spa italiana. Come incitava un titolo di Libero la settimana scorsa: «La gara al business è già partita, dobbiamo esserci».


24 gennaio 2010 - Liberazione

La rete "3e32" pronta alla mobilitazione
«No alla Protezione Civile Spa». Parte da L'Aquila la protesta
di Daniele Nalbone

E' partita da L'Aquila la campagna nazione per impedire la trasformazione della Protezione Civile in Spa come previsto dal Decreto legge del 30/12/2009. L'occasione è stata un incontro, organizzato dalla rete cittadini aquilana "3e32", tenutosi presso l'auditorium Carispaq. Moderate da Manuele Bonaccorsi, l'autore del discusso libro "Potere Assoluto - la Protezione Civile al tempo di Bertolaso" (ed.Alegre), diverse realtà territoriali, sindacali (Rdb e Cgil) e politiche (Prc e Pd) si sono confrontate per analizzare come, nel corso dei nove anni di "comando" Bertolaso, si sia trasformato quello che era nato come uno strumento di autotutela della cittadinanza. Si è partiti dal racconto "aquliano" del terremoto per spiegare come l'emergenza si sia trasformata, in Abruzzo, immediatamente in militarizzazione del territorio: «Nelle tendopoli niente volantinaggi ma anche niente cioccolata e caffè, sostanze che avrebbero potuto "eccitare" i terremotati» ha ricordato Alessandro Tettamanti del comitato. E' nato così il "modello L'Aquila", «perenne e quotidiana deroga alle norme di base», che ha gettato le fondamenta per la definizione finale della Protezione Civile Spa. «Una definizione che ha avuto il suo laboratorio nella gestione della "emergenza rifiuti" napoletana» ha spiegato Antonio Musella del presidio di Chiaiano, per il quale il decreto, in cui si parla di "fine emergenza rifiuti in Campania", «ha l'obiettivo di instaurare un nuovo modello di governance, dove si punta ad annullare il dissenso e la partecipazione, distruggendo ogni spazio di democrazia». La costituzione della Protezione Civile Spa, come riporta il decreto, "per garantire un risparmio di tempi negli interventi del Dipartimento", «punta a costruire una SpA a capitale pubblico» spiegano della neonata Rete contro la privatizzazione della Protezione Civile «che, di fatto, può agire da general contractor, consegnando nelle mani dei privati la gestione delle emergenze». Il che, tradotto, significa che tra qualche mese la Protezione Civile potrà non solo assumere partecipazioni, detenere immobili ed avere utili (!), ma che compiti della SpA saranno gestire la flotta aerea e le risorse tecnologiche, dirigere e vigilare sugli interventi, ma soprattutto non meglio specificati compiti in tema di emergenza socio-economico-ambientale e di organizzazione dei Grandi Eventi. «Temiamo», spiegano dalla Rete «che dopo la gestione "militare" dell'emergenza terremoto e dei rifiuti, la gestione "perennemente derogatoria" dei Grandi Eventi e la futura gestione della "emergenza carceri" (che prevede la costruzione di 27 nuove strutture), la Protezione civile si potrebbe trovare a gestire la costruzione della Tav o del Ponte sullo Stretto». Tutto questo «è decisamente preoccupante» spiega Paola Angello Modica, della segreteria Cgil: «Istituire "commissari per l'emergenza" nel nostro paese significa dire che, in Italia, tutto è commissariabile. Commissariare, significa porre le condizione per derogare a qualsiasi norma. Ed estendere il concetto di emergenza a quelle socio-economico-ambientali potrebbe significare, ad esempio, la possibilità di intervenire per bloccare scioperi che possono disturbare qualcuno?». «Quello contro cui ci batteremo» spiega Maurizio Acerbo, consigliere regionale Abruzzo del Prc,«è che "qualcuno" si stia approfittando della crisi, del terremoto de L'Aquila, ieri, e di Haiti, oggi, dell'emergenza rifiuti e dell'emergenza traffico, per gettare le basi affinché la Protezione Civile possa produrre degli "utili" a livello economico». La prova di tutto ciò «già si è avuta a Napoli» commentano dalla Rete, «dove, dopo (non) aver risolto l'emergenza rifiuti, la Protezione Civile ha presentato al Comune un conto di ben 160 milioni di euro». La mobilitazione per fermare tutto ciò è partita. Prossimo appuntamento, Roma, quando il decreto sbarcherà in Parlamento.


24 gennaio 2010 - Il Megafono quotidiano

Piccolo caso editoriale per una grande battaglia
Prima la trasmissione La storia siamo noi, poi Repubblica, L'Unità e la prima pagina di Liberazione. Il libro Potere assoluto è diventato un piccolo caso editoriale che può aiutare una grande battaglia contro la privatizzazione della Protezione civile. Oggi nuova presentazione a L’Aquila
di Giulio Calella

Il Dipartimento dei Vigili del Fuoco presso il Ministero degli Interni ha cercato di non infastidire il capo della Protezione civile, e ha negato la sala della sede nazionale per la presentazione organizzata dai Vigili del fuoco delle Rdb. Ma il fastidio è arrivato lo stesso. Giovedì, dopo la presentazione che si è tenuta comunque a Roma al Centro congressi Cavour e alcune agenzie come quella di Leoluca Orlando (Idv) che annunciava un'ispezione sulla Protezione civile proprio a partire dai contenuti del libro, Bertolaso ha sbottato: «sono orgoglioso, lieto e onorato per tutta questa attenzione al nostro movimento e per questa voglia di fare i conti in tasca e con il microscopio alla Protezione Civile». A volte anche un piccolo libro, persino di una piccola casa editrice come la nostra e di un autore nemmeno trentenne come Manuele Bonaccorsi, può dare molto fastidio a chi detiene un "potere assoluto". E' quello che sta accadendo in questi giorni con il libro Potere assoluto. La protezione civile al tempo di Bertolaso. Mentre Bertolaso viene osannato dai media come grande salvatore che in modo apparentemente inattaccabile interviene solo con il mero compito di soccorso in caso di calamità naturali, qualcuno è andato a vedere come opera realmente la Protezione civile. Senza il libro la trasmissione di lunedì sera di Minoli - La storia siamo noi - sarebbe stata una semplice agiografia dell'uomo dalla polo blu, così come è stato il libro a dare gli strumenti a vari giornali in questi giorni - soprattutto Repubblica - per analizzare gli interessi che spingono il Governo a trasformare la Protezione civile in una Spa. Pochi sanno infatti che l'ordinanza di protezione civile permette di agire in deroga all'intera legislazione italiana, gestendo così senza alcun controllo, e a volte con la secretazione, appalti per centinaia di milioni di euro. E ancora meno sanno che tale ordinanza non viene utilizzata solo nei casi di calamità naturali ma anche per gestire eventi sportivi, religosi, addirittura il problema del traffico in alcune città. Un business enorme che la trasformazione in Spa può solo aumentare. Non a caso l'imprenditore Tarantini - famoso per il caso delle escort - aveva chiesto un solo favore a Berlusconi: "Fammi conoscere Bertolaso". Il tutto in barba alle migliaia di volontari che si impegnano gratuitamente per la Protezione civile, e a quei lavoratori - come appunto i vigili del fuoco - che rischiano realmente la vita nelle emergenze. Ma soprattutto a danno delle popolazioni che subiscono le calamità naturali, perchè pochissimo viene speso per la prevenzione. Il piccolo libro di Bonaccorsi è stata la prima voce precisa e documentata a denunciare questo funzionamento e l'attenzione che sta sucitando nella stampa in questi giorni, fino alla prima pagina di Liberazione di venerdì, può aiutare la nascita di una grande battaglia che coinvolga le popolazioni che subiscono tali processi e chi con la privatizzazione perderà ulteriori diritti. Oggi, per la seconda volta in poche settimane, il libro viene presentato a L'Aquila dal Comitato 3 e 32. Bertolaso è infastidito da noi, ma è dai lavoratori e dalla popolazione di una città che rischia di sparire che può arrivare il fastidio vero. La forza per bloccare la privatizzazione e ridare priorità ai bisogni e ai diritti dei cittadini.


23 gennaio 2010 - Laquila.com

PROTEZIONE CIVILE SPA: UN BUSINNES COLOSSALE

Roma, 23 gen 2010- La Protezione civile s.p.a.? Un "business miliardiario" e una "concezione sbagliata della difesa del territorio". A lanciare ancora dure critiche al progetto di trasformazione della Protezione civile italiana e a non lesinare critiche al suo capo, Guido Bertolaso, definito "il capo assoluto degli italiani", sono i sindacati di base dei Vigili del Fuoco che stamane a Roma hanno presentato un libro-inchiesta del giornalista Manuele Bonaccorsi dal significativo titolo: "Potere assoluto - La Protezione civile ai tempi di Bertolaso", per i tipi delle Edizioni Alegre. Un libro nel quale l’autore definisce Bertolaso il "Re Sole dell’intervento pubblico" e ricostruisce gli ultimi fatti legati alla Protezione civile affermando che questa ormai "non si occupa soltanto di soccorsi in caso di calamita’ naturali ma decide la ricostruzione delle citta’ disastrate, coordina gli appalti pubblici, amministra risorse finanziarie di proporzioni rilevanti". Una macchina con pochi intralci che "gestisce grandi eventi, manifestazioni sportive, meeting religiosi. Utilizza l’emergenza per governare il territorio. Ma non fa prevenzione, come dimostra il caso de L’Aquila e quello di Messina". Insomma, in un paese delle emergenze continue come il nostro, una organizzazione a cui non manchera’ mai il lavoro e soprattutto un "business milionario". "Tutte cose - ha sottolineato Paola Palmieri, della Federazione nazionale dei sindacati di base RdB - da noi puntualmente denunciate da mesi e che hanno trovato stranissimi e intricati intrecci trasversali che hanno portato al risultato della S.p.a. Tutto nasce nel 2004 quando il Corpo dei Vigili del fuoco e’ stato spostato nel cosiddetto ‘Comparto sicurezza’ alle dirette dipendenze dei Prefetti e cioe’ del potere politico. La concezione che questo governo ha dell’importante settore della difesa del territorio la sta dimostrando con i suoi ultimi provvedimenti ma una sperimentazione importante c’e’ stata a partire dal G8 di Genova quando, denunciammo che alcuni mezzi del Vigili del fuoco furono riverniciati e usati per l’ordine publico". Altro esempio negativo della nuova gestione della Protezione civile e’ venuto, secondo i sindacati di base, anche nell’ultimo terremoto in Abruzzo. "Basti dire - ha denunciato Antonio Jatano, della RdB Vigili del Fuoco - che a otto mesi dal sisma il centro storico dell’Aquila e’ ancora deserto e impraticabile. Tornando all’aprile scorso, poi, nessuno ha sottolineato abbastanza che lo svuotamento della Protezione civile si e’ toccato con mano subito dopo il sisma, con l’allertamento che non ha funzionato cosi’ come e’ stato disastroso l’avvio dei soccorsi. Ricordo che le nostre colonne mobili, subito partite per l’Abruzzo, anche per la mancanza di manutenzione, sono state falcidiate bloccandosi per la meta’ sull’autostrada e l’intera macchina della Protezione civile non ha, di fatto, funzionato nei primi tre giorni dal sisma".


22 gennaio 2010 - Liberazione

I vigili del fuoco denunciano: Protezione Civile senza controlli
Guido Bertolaso, quando i disastri diventano affare
di Daniele Nalbone

Dalla gestione "mediatica" delle emergenze fino ad arrivare ai grandi eventi e alle grandi opere. Tutto questo è la Protezione Civile "modello Bertolaso". Un sistema apparentemente inattaccabile, che ha come obiettivo quello di superare il mero compito di soccorso in caso di calamità naturali per il quale è stato creato e che già oggi « decide delle città disastrate, coordina gli appalti pubblici, amministra risorse finanziarie di proporzioni rilevanti, gestisce grandi eventi, manifestazioni sportivi, meeting religiosi». Ma alcune crepe, nel solido muro di "omertà mediatica" eretto dalla premiata ditta B&B, Berlusconi & Bertolaso, iniziano a notarsi. La prima scalfittura è merito di un libro, dal quale è tratto il virgolettato di cui sopra, di Manuele Bonaccorsi, intitolato "Potere assoluto - La Protezione civile ai tempi di Bertolaso" (Ed. Alegre) e presentato, ieri, tra mille difficoltà, non da "addetti ai lavori" della cultura, ma dai Vigili del Fuoco aderenti al sindacato Rdb. Tra mille difficoltà perché, inizialmente, la presentazione, con annesso dibattito al quale hanno partecipato diverse forze politiche del centrosinistra (presenti Angelo Bonelli, segretario dei Verdi, Francesco Piobbichi, responsabile politiche sociali del Prc e Orazio Licandro del PdCI) e rappresentanti dei movimenti aquilani, doveva tenersi nei locali di via Genova, sede del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. «Avevamo organizzato tutto» racconta Antonio Jiritano, responsabile Rdb dei vigili del fuoco, «ma martedì pomeriggio, facendo riferimento a una circolare, la n.3 del 16 settembre 2009, mai fatta pervenire alle organizzazioni sindacali, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco presso il Ministero degli Interni ha bloccato tutto, in quanto il libro in questione, definito "dai contenuti forti" dal Dipartimento stesso, avrebbe potuto suscitare la contrarietà del capo della Protezione Civile». Ma alla fine non solo la presentazione c'è stata ugualmente, ma è stata l'occasione per gettare le basi per un'ampia mobilitazione, sia a livello territoriale che politico, contro la gestione privata e privatistica della Protezione Civile, «un organo che ormai utilizza l'emergenza per governare il territorio, dimenticandosi, però, di fare "prevenzione e monitoraggio"» ha spiegato Michele D'Ambrogio, coordinatore nazionale Rdb Pubblico Impiego. «Per dare l'idea della sproporzione di mezzi e stanziamenti economici» ha sottolineato Manuele Bonaccorsi «basti pensare che mentre, nel 2008, per far fronte allo stato di emergenza dichiarato per Messina, dove poi si sarebbe verificata la drammatica alluvione di pochi mesi fa, sono stati stanziati appena 3 milioni di euro, per organizzare il G8 della Maddalena di milioni ne sono stati spesi 300». E ancora la Protezione Civile non è una Spa. Figuriamoci cosa accadrà quando sarà chiamata a gestire, con i propri tentacoli, la questione "nucleare" o quella delle "grandi opere". Così, mentre i Vigili del Fuoco, a Roma, ricordavano, tornando con la mente a quella mattina del 6 aprile 2009, le colonne mobili partite per l'Abruzzo abbandonate lungo l'autostrada, L'Aquila veniva invasa da centinaia di manifesti contro la trasformazione della Protezione civile in società per azione: da un lato i "35 euro per un buono pasto" del corpo al servizio di Bertolaso, dall'altro i "4 euro a pasto per i Vigili del Fuoco". Da un lato «gestori dell'emergenza che arrivano tra i terremotati con il loro Suv scintillante» hanno spiegato i ragazzi del Comitato 3e32 «dall'altro i soccorritori dei vigili del fuoco che cercano di farsi largo nelle macerie a bordo di vecchie utilitarie». Un blitz, quello di ieri, che è servito per lanciare l'incontro informativo che domani, dalle 15.30, si terrà nel capoluogo abruzzese presso l'auditorium Carispaq di via Strinella 88 in cui verranno illustrate le trasformazioni che ha subito la Protezione Civile, «ormai organo di gestione "privata" delle emergenze e grimaldello per "Grandi Eventi" e "Grandi Opere" grazie alla pratica del commissariamento senza controllo». Sarà il secondo evento "scomodo" in tre giorni: la scalfittura nel sistema è più profonda di quanto possa sembrare e il nervo di Bertolaso è evidentemente scoperto se, nel mezzo dei preparativi per il suo viaggio alla volta di Haiti, dove proverà ad esportare il destrutturante, legislativamente parlando, modello "B&B", ha sentito il bisogno di dirsi «orgoglioso, lieto e onorato per tutta questa attenzione al nostro movimento e per questa voglia di fare i conti in tasca e con il microscopio alla Protezione Civile».

 


22 gennaio 2010 - Terra

Protezione civile, l’affaire della privatizzazione
DENUNCIA. Dopo l’uscita del libro-inchiesta del giornalista di Left Manuele Bonaccorsi è un coro di critiche al disegno di legge. I sindacati, Cgil e Rdb: «Sarà un business miliardario». Bonelli dei Verdi: «Un problema per la democrazia»
di Emiliano Marchetti

Il primo appuntamento per il No Bertolaso Day, sarà sabato, a L’Aquila, in un convegno indetto dai comitati dei terremotati, contro la trasformazione della Protezione civile in una società per azioni. Come prevede un decreto legge già in vigore, che nei prossimi giorni sarà discusso in Parlamento per l’approvazione definitiva. Per pubblicizzare l’iniziativa i ragazzi del 3e32 e di Epicentro solidale hanno riempito la città di manifesti: «198 euro un giubbino della Protezione civile; 35 euro un buono pasto per chi lavora al dipartimento, contro i 5 euro a pasto per i vigili del fuoco». Evento che ha suscitato l’immediata reazione del capo della protezione civile Guido Bertolaso, abituato ad accettare le provocazioni: «Non abbiamo nulla da nascondere - ha detto il sottosegretario - nulla da temere, ben vengano queste critiche, tanto sono i risultati che contano». Certo, qualche domanda più precisa gli aquilani - come i napoletani, i messinesi e i tanti altri che hanno avuto a che fare con le mille emergenze annunciate del Paese - vorrebbero rivolgerla all’uomo delle catastrofi. Il quale su Repubblica, l’altro ieri, smentiva ogni accusa su un’eccessiva spesa della Protezione civile, avanzata dal giornalista di Left Manuele Bonaccorsi nel suo libro Potere assoluto, la protezione civile ai tempi di Bertolaso: «Sciocchezze, il nostro bilancio è di circa un miliardo l’anno». Se Bertolaso non avesse nulla da nascondere potrebbe anche rendere pubblici i dati sull’emergenza rifiuti campana e quelli dei cantieri della Maddalena, coperti dal segreto di Stato. E pubblicare, magari, un bel contro dossier, per farci sapere, per ogni ordinanza (elenco molto lungo, sono oltre 600 dal 2001), quanti soldi pubblici sono stati spesi senza rispettare regolamenti ambientali, urbanistici e il codice degli appalti pubblici. Prima che la Protezione civile deleghi tutto alla sua Spa. La quale potrà gestire «progettazione, scelta del contraente, direzione lavori, l’acquisitura di forniture e servizi ». E domani, magari, costrui re grandi opere malvolute dalla popolazione o centrali nucleari. Se necessario con l’intervento dell’esercito, come accaduto per l’emergenza rifiuti di Napoli. Il tutto in deroga all’intero ordinamento giuridico italiano, grazie ai poteri speciali delle ordinanze di Protezione civile. Qualcosa, però sembra scricchiolare. Contro la Spa pende il duro atto d’accusa dei sindacati. Cgil e Rdb, il sindacato di base molto rappresentativo tra i vigili del fuoco, secondo cui la Protezione civile Spa rappresenta «un business miliardiario e una concezione sbagliata della difesa del territorio». Anche parte del volontariato è con loro - oltre un milione di cittadini nel Paese - che comincia a interrogarsi se la Protezione civile di Bertolaso si sia o meno trasformata in altro, rispetto agli obiettivi originari. Dure critiche anche da esponenti dell’opposizione. «La Protezione civile di Bertolaso è divenuta un problema per la democrazia, per la legalità costituzionale. A pagarne i costi sono i cittadini. Basti pensare all’inceneritore di Acerra, che viola sistematicamente i limiti delle emissioni di polveri sottili, avvelenando un’intera città», ha affermato il presidente dei Verdi Angelo Bonelli. «L’accentramento personalistico e la privatizzazione produce una progressiva e costante mortificazione degli operatori della Protezione civile, ma anche di vigili del fuoco, volontari, lavoratori e collaboratori, ed esalta al contempo i vizi del sistema, rendendoli insindacabili», ha denunciato Leoluca Orlando, portavoce dell’Italia dei Valori, durante la presentazione del libro di Manuele Bonaccorsi. «Come il testo spiega egregiamente - ha proseguito Orlando - Bertolaso si comporta ormai come sovrano assoluto e gestore unico di eventi di ogni tipo, dalle calamità naturali ai meeting religiosi e ai viaggi pastorali dei pontefici. Tutto ciò senza nessuno controllo di spese e appalti». Il portavoce dell’Italia dei Valori, infine, ha annunciato un atto ispettivo, a partire dal libro, insieme a Sergio Piffari dell’Idv. «Bertolaso dica pubblicamente a quanto ammontano le spese della Protezione civile, e smentisca, se può, i dati pubblicati in questi giorni dai giornali», ha aggiunto Orazio Licandro dei Comunisti italiani. Intanto i senatori del Pd Bianco, Adamo, Bastico, Ceccanti, De Sena, Incostante, Marino, Sanna e Vitali del Pd hanno presentato una «proposta alternativa di parere », che boccia la Protezione civile Spa, ritenuta, incostituzionale e contraria alla legislazione vigente.


22 gennaio 2010 - Radio Città Aperta

Protezione Civile Spa. Un libro-inchiesta
e le RdB denunciano il 'potere assoluto' di Bertolaso

Roma - La Protezione civile s.p.a rappresenta un 'business miliardario' e una 'concezione sbagliata della difesa del territorio'. A lanciare ancora dure critiche al progetto di trasformazione della Protezione civile italiana e a non lesinare critiche al suo capo, Guido Bertolaso, definito ''il capo assoluto degli italiani'', sono le RdB dei Vigili del Fuoco che ieri mattina a Roma hanno presentato un libro-inchiesta del giornalista Manuele Bonaccorsi dal significativo titolo: ''Potere assoluto - La Protezione civile ai tempi di Bertolaso'', edito dalle Edizioni Alegre. Un libro nel quale l'autore definisce Bertolaso il ''Re Sole dell'intervento pubblico'' e ricostruisce gli ultimi fatti legati alla Protezione civile affermando che questa ormai ''non si occupa soltanto di soccorsi in caso di calamità naturali ma decide la ricostruzione delle città disastrate, coordina gli appalti pubblici, amministra risorse finanziarie di proporzioni rilevanti''. «Il centro d'interesse della protezione civile – dichiara Bonaccorsi durante la conferenza stampa organizzata da RdB Pubblico Impiego -, oramai non è più la prevenzione ma l'ingegneria fisica. Alla protezione civile interessa la gestione del potere che viene dall'alto e discende al basso. Quando il sindaco di Catania Umberto Scapagnini è stato chiamato dai consiglieri comunali per relazionare su come stesse utilizzando il denaro dei cittadini, ha risposto che lui non aveva nulla da dire: a Catania aveva avuto il potere dall'altro, da Berlusconi stesso e non dal Comune». Secondo il giornalista, quello proposto da Bertolaso e dal Governo «è un modello da ripetere: questo è il potere assoluto. Non esiste potere più assoluto di quello che il proprietario ha rispetto alla sua proprietà e questa, al momento, è una precisa concezione della cosa pubblica». Come esempio, Manuele Bonaccorsi prende il terremoto dell'Aquila dello scorso aprile: «I campi sono diventati subito campi militari, dove era impedito ai cittadini di riunirsi e discutere. Il modello di costruzione è diventato solo un grande affare. E infatti 8000 aquilani sono ancora negli alberghi della costa. Bisogna fermare questa protezione civile Spa, impedire che diventi cosa privata. C'è da difendere la costituzione e la democrazia italiana». La protezione diventa sempre più una macchina con pochi intralci che ''gestisce grandi eventi, manifestazioni sportive, meeting religiosi. Utilizza l'emergenza per governare il territorio. Ma non fa prevenzione, come dimostrano il caso de L'Aquila prima e quello di Messina dopo''. ''Tutte cose - ha sottolineato Paola Palmieri, della Federazione Nazionale delle RdB - da noi puntualmente denunciate da mesi e che hanno trovato stranissimi e intricati intrecci trasversali che hanno portato al risultato della S.p.a. Tutto nasce nel 2004 quando il Corpo dei Vigili del fuoco è stato spostato nel cosiddetto 'Comparto sicurezza' alle dirette dipendenze dei Prefetti e cioè delle emanazioni territoriali del potere politico. La concezione che questo governo ha dell'importante settore della difesa del territorio la sta dimostrando con i suoi ultimi provvedimenti ma una sperimentazione importante c'è stata a partire dal G8 di Genova quando già denunciammo che alcuni mezzi del Vigili del fuoco furono riverniciati e usati con funzioni di ordine pubblico''. Altro esempio negativo della nuova gestione della Protezione civile è venuto, secondo i sindacati di base, anche nell'ultimo terremoto in Abruzzo. ''Basti dire - ha denunciato Antonio Jiritano, della RdB Vigili del Fuoco - che a otto mesi dal sisma il centro storico dell'Aquila è ancora deserto e impraticabile. Ricordo che le nostre colonne mobili, subito partite per l'Abruzzo, anche per la mancanza di manutenzione, sono state falcidiate bloccandosi per la metà sull'autostrada e l'intera macchina della Protezione civile non ha, di fatto, funzionato nei primi tre giorni dal sisma''. La presentazione del libro e il lungo dibattito al quale hanno preso parte oltre all'autore Bonaccorsi e gli esponenti dei sindacati di base dei Vigili del Fuoco anche esponenti dei comitati abruzzesi, si doveva tenere nei locali del Comando Provinciale dei VFF di Roma, in Via Genova. Ma martedì il Ministero degli Interni con una banale scusa lo ha vietato, obbligando le RdB del Pubblico Impiego a cercare un'altra sala. A proposito di potere assoluto...


22 gennaio 2010 - Il Giornale della Protezione Civile

I costruttori temono la nascita di una nuova e potente edilizia di stato
I costruttori temono di perdere il mercato: ecco come la Protezione Civile spa può danneggiare la concorrenza

"La spa della Protezione civile e', insieme al commissariamento per il piano carceri, un altro segnale della volonta' di procedere negli appalti pubblici con procedure straordinarie, ed emergenziali, in deroga alle regole ordinarie. Una cosa del genere non puo' passare con un decreto legge senza che si svolga un ampio dibattito". E' quanto afferma, in un'intervista al Sole 24 Ore, il presidente della Ance Paolo Buzzetti, aggiungendo che "dopo aver vinto con la legge sui servizi pubblici locali una battaglia storica contro l'in house, ora lo Stato si dota di una struttura in house le cui competenze hanno confini incerti. Un general contractor di Stato che ci fa tornare ai tempi dello Stato costruttore. Incredibile". Secondo Buzzetti "c'è il timore largamente condiviso nel nostro mondo che si vogliano estendere a questa struttura le competenze relative a eventi speciali di ogni tipo. Ora, passi per emergenze vere come la prima ricostruzione in Abruzzo, ma sarebbe assurdo pensare di affidare a questa spa, fuori di tutte le regole di mercato, organizzazione di eventi come Olimpiadi, G8 o Expo. Il decreto legge presenta profili di incostituzionalità, lo dicono anche autorevoli esponenti della maggioranza". Per quanto riguarda il piano carceri, Buzzetti riferisce che "il ministro Alfano sei mesi fa ha chiamato Confindustria e noi, ci ha chiesto se c'era spazio per operazioni finanziate da private. Abbiamo dato questa disponibilita' e abbiamo prospettato alcuni strumenti. Ci siamo messi a studiare le soluzioni. poi improvvisamente apprendiamo, senza che nessuno ci avvisi, che si procedera' con un commissario e le regole di emergenza della protezione civile. Non va bene. Abbandonando le regole ordinarie, convinti che con la protezione civile si faccia prima, non solo vengono meno le regole fondamentali di trasparenza, ma si rinuncia anche ad accelerare le procedure ordinarie come noi chiediamo da tempo. La via maestra - conclude - deve essere quella, procedure ordinarie veloci, non leggi speciali". Contro la privatizzazione della Protezione Civile hanno manifestato inoltre ieri a Roma le RdB e i Vigili del Fuoco.


21 gennaio 2010 - Asca

PROTEZIONE CIVILE: RDB, S.P.A. LA TRASFORMA IN COLOSSALE BUSINESS

(ASCA) - Roma, 21 gen - La Protezione civile s.p.a.? Un ''business miliardiario'' e una ''concezione sbagliata della difesa del territorio''. A lanciare ancora dure critiche al progetto di trasformazione della Protezione civile italiana e a non lesinare critiche al suo capo, Guido Bertolaso, definito ''il capo assoluto degli italiani'', sono i sindacati di base dei Vigili del Fuoco che stamane a Roma hanno presentato un libro-inchiesta del giornalista Manuele Bonaccorsi dal significativo titolo: ''Potere assoluto - La Protezione civile ai tempi di Bertolaso'', per i tipi delle Edizioni Alegre. Un libro nel quale l'autore definisce Bertolaso il ''Re Sole dell'intervento pubblico'' e ricostruisce gli ultimi fatti legati alla Protezione civile affermando che questa ormai ''non si occupa soltanto di soccorsi in caso di calamita' naturali ma decide la ricostruzione delle citta' disastrate, coordina gli appalti pubblici, amministra risorse finanziarie di proporzioni rilevanti''. Una macchina con pochi intralci che ''gestisce grandi eventi, manifestazioni sportive, meeting religiosi. Utilizza l'emergenza per governare il territorio. Ma non fa prevenzione, come dimostra il caso de L'Aquila e quello di Messina''. Insomma, in un paese delle emergenze continue come il nostro, una organizzazione a cui non manchera' mai il lavoro e soprattutto un ''business milionario''. ''Tutte cose - ha sottolineato Paola Palmieri, della Federazione nazionale dei sindacati di base RdB - da noi puntualmente denunciate da mesi e che hanno trovato stranissimi e intricati intrecci trasversali che hanno portato al risultato della S.p.a. Tutto nasce nel 2004 quando il Corpo dei Vigili del fuoco e' stato spostato nel cosiddetto 'Comparto sicurezza' alle dirette dipendenze dei Prefetti e cioe' del potere politico. La concezione che questo governo ha dell'importante settore della difesa del territorio la sta dimostrando con i suoi ultimi provvedimenti ma una sperimentazione importante c'e' stata a partire dal G8 di Genova quando, denunciammo che alcuni mezzi del Vigili del fuoco furono riverniciati e usati per l'ordine publico''. Altro esempio negativo della nuova gestione della Protezione civile e' venuto, secondo i sindacati di base, anche nell'ultimo terremoto in Abruzzo. ''Basti dire - ha denunciato Antonio Jiritano, della RdB Vigili del Fuoco - che a otto mesi dal sisma il centro storico dell'Aquila e' ancora deserto e impraticabile. Tornando all'aprile scorso, poi, nessuno ha sottolineato abbastanza che lo svuotamento della Protezione civile si e' toccato con mano subito dopo il sisma, con l'allertamento che non ha funzionato cosi' come e' stato disastroso l'avvio dei soccorsi. Ricordo che le nostre colonne mobili, subito partite per l'Abruzzo, anche per la mancanza di manutenzione, sono state falcidiate bloccandosi per la meta' sull'autostrada e l'intera macchina della Protezione civile non ha, di fatto, funzionato nei primi tre giorni dal sisma''.


21 gennaio 2010 - Agi

PROTEZIONE CIVILE: RDB VV. FF, LA SPA UNO STRUMENTO INUTILE

(AGI) - Roma, 21 gen. - "La Protezione Civile Spa rischia di diventare uno strumento inutile, uno strumento che non serve a niente tanto meno alle emergenze". E' l'accusa lanciata questa mattina da Antonio Jiritano, rappresentante della Rdb dei Vigili del Fuoco, a margine della presentazione del libro 'Potere assoluto, la Protezione Civile ai tempi di Bertolaso', di Manuele Bonaccorsi. "La Protezione Civile - ha detto ancora Jiritano delle rappresentanze sindacali di base - senza il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e' svuotata del suo spirito. Gli effetti li abbiamo gia' avuti il 6 aprile scorso con il terremoto in Abruzzo dove i primi tre giorni la macchina della Protezione Civile e' stata inesistente". "Con la Protezione Civile Spa - ha detto Paolo Palmieri, della Federazione nazionale Rdb - viene fuori cio' che il Governo ha in mente da anni per la gestione del territorio e il soccorso. La Protezione Civile Spa gestira' un fiume di denaro che potra' essere speso senza controllo con potere assoluto di Bertolaso. Tutto questo parte da lontano, gia' dal 2004 quando i Vigili del Fuoco sono stati spostati nel comparto sicurezza. E' passato da un servizio al cittadino a un servizio per l'ordine pubblico".


21 gennaio 2010 - La Repubblica

BELPAESE IL REGNO DI BERTOLASO
di ALESSANDRA LONGO

E´ l´uomo forse più potente dopo Berlusconi e Gianni Letta. Eppure c´è chi si permette di criticare dall´interno Guido Bertolaso. Le RdB, Rappresentanze sindacali di base dei Vigili del Fuoco, saranno oggi, a Roma, in prima fila alla presentazione del libro di Manuele Bonaccorsi «Potere assoluto-La Protezione Civile ai tempi di Guido Bertolaso». Quel che non piace è la piega che sta prendendo la creatura gestita dall´attuale numero uno della struttura, quel filo diretto con il governo che sarà rafforzato dal progetto di privatizzazione in discussione al Senato. Le RdB dei Vigili del Fuoco lamentano «la marginalizzazione e militarizzazione» del corpo. «La Protezione Civile - è l´accusa - sta diventando un Regno a parte e Bertolaso beneficia di una discrezionalità totale». Coraggiosi.


21 gennaio 2010 - Ami

La protezione civile ai tempi di Guido Bertolaso
Libri, Bertolaso il 'Re Sole' dell'intervento pubblico
Il giornalista Manuele Bonaccorsi indaga sul potere che ha assunto negli ultimi anni
di Valentina Venturi

Roma - Il giornalista Manuele Bonaccorsi ha scritto un libro di denuncia dal titolo emblematico: "Potere assoluto - La Protezione civile al tempo di Bertolaso", pubblicato per i tipi delle Edizioni Alegre. Si tratta di un volume che mette in luce la trasformazione che ha subito la Protezione civile, da ente deputato al controllo e alla salvaguardia del territorio, a futura Spa. Per questo il 23 gennaio all'Aquila è stata organizzata una manifestazione di opposizione. Guido Bertolaso arriva nel 2001: in otto anni la Presidenza del Consiglio dei Ministri vara 587 ordinanze emergenziali e solo una parte di esse si riferisce a calamità naturali. Il resto va sotto la voce "grandi eventi". Manuele Bonaccorsi, giornalista di Left-Avvenimenti ha pubblicato il libro denuncia "Potere assoluto – La Protezione civile al tempo di Bertolaso" per ricordare e riassumere come opera davvero la Protezione civile. «Il centro d'interesse della protezione civile – dichiara Bonaccorsi durante la conferenza stampa organizzata da RdB Pubblico Impiego -, oramai non è più la prevenzione ma l'ingegneria fisica. Alla protezione civile interessa la gestione del potere che viene dall'alto e discende al basso. Quando il sindaco di Catania Umberto Scapagnini è stato chiamato dai consiglieri comunali per relazionare su come stesse utilizzando il denaro dei cittadini, ha risposto che lui non aveva nulla da dire: a Catania aveva avuto il potere dall'altro, da Berlusconi stesso e non dal Comune». Secondo il giornalista, quello proposto da Bertolaso e dal Governo «è un modello da ripetere: questo è il potere assoluto. Non esiste potere più assoluto di quello che il proprietario ha rispetto alla sua proprietà e questa, al momento, è una precisa concezione della cosa pubblica». Come esempio, Manuele Bonaccorsi prende il terremoto dell'Aquila dello scorso aprile: «I campi sono diventati subito campi militari, dove era impedito ai cittadini di riunirsi e discutere. Il modello di costruzione è diventato solo un grande affare. E infatti 8000 aquilani sono ancora negli alberghi della costa. Bisogna fermare questa protezione civile Spa, impedire che diventi cosa privata. C'è da difendere la costituzione e la democrazia italiana».