LA CALABRIA DICE NO AL CONTRATTO
Grandissima affluenza dei lavoratori calabresi delle Agenzie Fiscali, al referendum indetto, dai sindacati RdB/CUB e Flp, per far esprimere i dipendenti del fisco sulla preintesa contrattuale firmata a Roma nei giorni scorsi, ma sottoscritta solo da Cgil, Cisl e Uil.
Il contratto, a fronte di un incremento economico ben al di sotto dell’inflazione reale, che rende sempre più povere le buste paga dei lavoratori, ha previsto anche una serie di novità peggiorative nel rapporto di lavoro, dall’inasprimento di sanzioni disciplinari ingiustificate (è previsto il licenziamento senza preavviso, prima ancora che un dipendente sia stato condannato), ai soldi tolti al dipendente che ha la sfortuna di ammalarsi per meno di 15 giorni, al mancato riconoscimento della pensionabilità di buona parte della busta paga.
In questi mesi, il governo ha riconosciuto pubblicamente più volte che, grazie all’enorme impegno dei lavoratori del fisco, si stanno concretizzando grossi risultati nella lotta all’evasione fiscale, con un forte recupero del gettito fiscale, ma, per contro, lo stesso governo tratta i lavoratori a pesci in faccia.
Le RdB hanno contestato con grande decisione questa firma, arrivata dopo oltre 26 mesi, in cui questi lavoratori avevano invano atteso il rinnovo contrattuale.
Se questo doveva essere il risultato finale, lo stesso poteva essere ottenuto ben prima, quando era stata presentata una piattaforma, che anche Cgil, Cisl e Uil, assieme a tutte le altre sigle sindacali, avevano fortemente contestato, e che ricalcava questo stesso accordo che ora, invece hanno firmato.
I lavoratori sono stati, dunque, chiamati a decidere sul contratto, da questo referendum, indetto da RdB e Flp.
In Calabria la grande maggioranza dei lavoratori ha aderito partecipando a questa alta forma di democrazia; infatti, nonostante il boicottaggio dei confederali e malgrado il poco tempo a disposizione per organizzare il voto, quasi il 65% dei lavoratori calabresi, negli uffici dove sono state predisposte le urne, è andata a votare, dichiarando, così, che i contratti prima della firma definitiva, devono essere approvati dai lavoratori e non decisi a tavolino a Roma.
Il contratto è stato giudicato negativamente da quasi il 90% dei lavoratori che hanno votato, dimostrando così la forte insoddisfazione verso questo accordo.
Considerati i risultati, quasi analoghi, provenienti da tutt’Italia, sarà difficile ora per i sindacati confederali non tenere conto della volontà dei lavoratori che, dando ragione a RdB/CUB e a Flp, hanno bocciato in massa l’accordo.