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ISS

Ricerca: martedì presidio USB all'Istituto Superiore di Sanità

Roma,

Dalle 11,00 alle 13,00 sulle scale di viale Regina Elena: senza mensa da 2 anni, carriere al rallentatore, precari da stabilizzare e arretrati bloccati, questi i motivi della protesta.                                                     

Domani mobilitazione dei lavoratori dell'Istituto Superiore di Sanità, in stato di agitazione ormai da mesi per la grave situazione in cui si trovano.

Nonostante qualche risultato raggiunto, i lavoratori lamentano una politica del personale che non punta alla valorizzazione delle competenze, con carriere ferme per la maggioranza del personale, che va ad aggiungersi ad una questione salariale che riguarda sicuramente tutto il pubblico impiego, ma che è particolarmente sentita in un settore con personale altamente qualificato come quello della Ricerca. I lavoratori dell’ISS, in particolare, sono in attesa da mesi di arretrati già consolidati e i circa 150 precari da stabilizzare aspettano un bando da più di un anno. Inoltre, in un ente che giustamente propaganda i corretti stili di vita, manca un servizio di ristorazione e addirittura uno spazio per consumare i pasti.  

USB ha indetto il presidio sulla scalinata di Viale Regina Elena per portare all’esterno ed in particolare all’attenzione del Ministero della Salute la paradossale situazione per cui, anche in presenza di fondi, queste rivendicazioni non trovano risposta o hanno tempi lunghissimi di realizzazione anche con danni materiali per i lavoratori.

I lavoratori denunciano, infine, rischi per la libertà di ricerca rispetto ad un’ipotesi di riordino estremamente gerarchica e al non riconoscimento di alcune peculiarità organizzative riconosciute dal contratto nazionale, ma non dai vertici amministrativi interni.

USB e i lavoratori sono per questo entrati in stato di agitazione e sono determinati a mettere in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie, anche lo sciopero avendo già effettuato un tentativo di conciliazione con esito negativo per la mancanza di volontà dei vertici di aprire un dialogo costruttivo.