Il parlamento nelle ultime legislature si è spesso impegnato a favore della ricerca pubblica ottenendo interventi normativi da parte del governo di turno. Questa volta con gli emendamenti 10.7 (Castellone, Mazzella, Bevilacqua, Patuanelli, Damante), 10,8 (Lorenzin), 10.19 (Verducci, D’Elia, Manca, Crisanti, Rando) e 10.20 (Paita) si pongono due questioni cruciali per i ricercatori e il personale di supporto: l’istituzione di un comparto di contrattazione ad hoc e un contributo al finanziamento del rinnovo contrattuale, di norma a carico dei bilanci degli enti e non dei fondi del Ministero dell’Economia e Finanze.
Adesso la palla passa al Governo la cui azione in tema di ricerca è largamente insufficiente, anche in questa legge di Bilancio nella quale ha solo eliminato una discriminazione che aveva contribuito a creare tra enti MUR e enti NO MUR. Per questo, dopo lo sciopero del 17 novembre e la forte presenza in piazza dei lavoratori della ricerca, la mobilitazione USB sarà indirizzata al Governo ed in particolare verso quei ministri direttamente coinvolti da questo importante miglioramento, Zangrillo (Funzione Pubblica) e Bernini (Ministero dell’Università, Ricerca ed Afam) per sollecitare una presa in carico delle problematiche poste e risposte convincenti.
I Ricercatori e tutto il personale degli Enti Pubblici di Ricerca non intende più aspettare, a fronte di una questione salariale drammatizzata dalle risorse stanziate per il rinnovo del contratto, serve con urgenza un comparto di contrattazione che sia in grado di affrontare le peculiarità del settore e questo non può essere il comparto Scuola.
USB PI Ricerca chiamerà i lavoratori alla mobilitazione diretta verso il Governo. La fuga dei cervelli si può e si deve fermare. Il comparto, le carriere ed i finanziamenti sono strumenti indispensabili ad aumentare l’attrattività di questo settore determinante per il futuro del paese.