Si è tenuta nella giornata di venerdì 21 settembre u.s. la riunione concernente l’informativa relativa alla riduzione delle dotazioni organiche del MEF ai sensi di quanto disposto dalla Legge 135/2012 (spending review).
L’Amministrazione si è presentata al tavolo negoziale fornendo tutti i dati che, guarda caso, la USB MEF aveva richiesto, senza ottenere risposta alcuna, a seguito della diffusione della bozza del provvedimento in questione.
L’analisi dei nuovi elementi acquisiti, pur contenendo alcuni presupposti non del tutto condivisibili, ha mostrato comunque uno scenario più tranquillizzante per i lavoratori del MEF: gli effetti del taglio lineare del 10% delle dotazioni organiche, infatti, risulterebbero quasi del tutto “depotenziati” (vedasi la tabella sotto riportata) dai pensionamenti al 31/12/2012.
La delegazione di parte pubblica, in considerazione delle proprie proiezioni numeriche, si è spinta addirittura ad affermare che, alla data del 31/12/2014, non ci saranno esuberi in nessuna delle tre aree.
Tutto è bene, quindi, quel che finisce bene? Ovviamente no.
È chiaro, infatti, che la differenza tra le precedenti analisi degli esuberi e quella odierna è dettata da una variabile ben precisa: i lavoratori “comandati in”, ossia tutti coloro che, pur appartenendo ad altre Amministrazioni, prestano regolarmente servizio nel MEF (300 unità di area III, 272 di area II e 19 di area I per un totale di 591 lavoratori). Fino ad oggi, l’Amministrazione li ha utilizzati perché perfettamente funzionali al buon andamento degli uffici dei Dipartimenti centrali e, addirittura, “scientificamente reclutati” per sopperire alle inefficienze delle strutture periferiche (RTS) derivanti dalla chiusura scellerata delle DTEF e dall’esodo volontario dei lavoratori verso l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.
Alla luce delle nuove dotazioni organiche, la metà di questi lavoratori (appartenenti all’area I e II) sono evidentemente diventati la “pedina immediatamente sacrificabile” sull’altare della spending review, il danno collaterale del buonismo di facciata di un’Amministrazione ormai completamente asservita ai diktat della parte politica e sempre più ostaggio del proprio progetto di creazione di una nuova tecnocrazia “opportunamente selezionata”.
Non si può spiegare altrimenti, infatti, la scelta consapevole della delegazione di parte pubblica che non ha operato alcuna compensazione, pur avendone tutti gli strumenti, per realizzare la necessaria vacanza di organico in tutte le aree al fine di evitare rischi per i dipendenti del MEF e per agire con la doverosa coerenza nei confronti dei lavoratori in posizione di comando.
Per quanto riguarda la USB MEF, la spending review deve essere combattuta e non gestita giocando sui lavoratori/numeri, facendo finta di non sapere che le regole di oggi, stante la situazione politica ed economica, potrebbero non essere le regole di domani e che i meccanismi infami della L. 135/2012 non saranno una tantum ma rappresentano in toto il nuovo metodo di gestione della Pubblica Amministrazione con il quale i lavoratori dovranno fare i conti per i prossimi anni a venire.
La USB P.I. continua la lotta contro i provvedimenti di affossamento dello stato sociale e dei lavoratori della Pubblica Amministrazione voluti dal dominio del mercato e della finanza, padrini del governo Monti.
Gli appuntamenti già in programma per i lavoratori sono le due iniziative del 3 ottobre per la giornata internazionale di azione e del 27 ottobre per il NO MONTI DAY, manifestazione nazionale che vede USB tra i promotori.