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RIORGANIZZAZIONE INPS LA TECNOSTRUTTURA DIMENTICA IL TERRITORIO

Nazionale,

(79/22) Come anticipato nel nostro volantino del 2 settembre l’amministrazione ha presentato ai sindacati il nuovo “Ordinamento delle funzioni centrali e territoriali dell’Inps”, che andrà in CdA per l’approvazione il 7 settembre in contemporanea con la convention dei dirigenti.

La nutrita delegazione trattante ha lasciato ampio spazio all’apertura del presidente e alle informazioni più dettagliate fornite dal direttore generale, interventi utilizzati in gran parte per fornire una giustificazione politico/organizzativa in merito al documento presentato. Gli organi dell’Inps sono arrivati a sostenere che le scelte adottate produrranno maggiore efficienza ma non si comprende davvero come e soprattutto ci chiediamo con quale credibilità si facciano simili affermazioni viste le giravolte rispetto alla riorganizzazione del 2019. L’amministrazione parla di “manutenzione evolutiva”, ma qui si distrugge l’informatica pubblica e con disinvoltura si sopprime una direzione centrale “presidente e organi collegiali” ritenuta essenziale nel 2019 nonostante le nostre aspre critiche. E non è il solo passo indietro. Nel 2019 si sopprimeva la “direzione centrale Comunicazione” accorpandola con l’Organizzazione. Oggi si ripristina una specifica DC Comunicazione. Ci possiamo fidare di chi dimostra di non sapere da che parte andare? Certo, rispetto al 2019 è cambiato il direttore generale, ma allora questa è la riorganizzazione del neodirettore generale e il presidente l’ha un po’ subita, altrimenti dovremmo pensare che il management dell’Inps naviga a vista e questo sarebbe davvero preoccupante.

Nel nostro intervento abbiamo espresso un giudizio complessivamente negativo sul documento, sottolineando la mancanza di attenzione verso il territorio, citato solo nel titolo del documento, auspicando che tra i vari “ravvedimenti operosi” rispetto al passato ci sia anche quello sul reassessment organizzativo, che è stato un fallimento in tutti i territori. Una riorganizzazione che guarda solo alla direzione centrale evitando d’intervenire sulle funzioni territoriali, mentre si dovrebbero sopprimere le tre direzioni di coordinamento metropolitano, utili solo a mantenere inalterato il numero complessivo delle posizioni dirigenziali di I fascia, e si dovrebbero ripristinare almeno alcune sedi dirigenziali declassate ad agenzie complesse, tenendo conto del bacino di utenza, del volume complessivo di adempimenti e della distanza dalla filiale. Su quest’ultimo tema si è registrata una timida apertura del presidente, mentre servirebbe l’immediata convocazione di un tavolo tecnico per esaminare le problematiche territoriali e trovare le opportune soluzioni organizzative assicurando anche un’adeguata consistenza di personale.  

Giudizio drasticamente negativo sullo “smantellamento” della direzione centrale tecnologia informatica e innovazione, operato attraverso due canali: l’assegnazione, anche se su base volontaria e in via temporanea, di un gruppo d’informatici Inps alla società in house 3-I SpA, che si occuperà di sviluppo, manutenzione e gestione dei servizi informatici per Inps-Inail-Istat; la costituzione presso ciascuna direzione centrale dell’Istituto di un ufficio/area procedure informatiche, con personale informatico dell’Inps che dovrà rispondere gerarchicamente al direttore centrale della direzione presso cui è assegnato mentre resterà funzionalmente in carico alla direzione centrale tecnologia informatica e innovazione. È la prima volta che la collaborazione tra direzioni centrali comporti il cambiamento del rapporto gerarchico. A che serve, se non a smantellare l’unitarietà della DCTII?

Netta contrarietà abbiamo espresso in merito alla scelta di ricondurre “l’ufficio della responsabilità disciplinare” all’interno della direzione centrale risorse umane. Con la determinazione commissariale N. 46 del 23 dicembre 2014 il commissario straordinario Tiziano Treu inserì l’azione disciplinare tra gli uffici di supporto al direttore generale, dopo incresciosi avvenimenti che avevano avuto per protagonista un capo del personale dell’Inps. Per non appesantire il lavoro dell’attuale direttore generale oggi si vorrebbe tornare indietro, ma lo riteniamo un grosso errore. Il presidente Tridico ha mostrato su tale richiesta una disponibilità che vedremo se porterà a opportune riconsiderazioni.

Abbiamo poi invitato i vertici dell’Istituto ad assicurare una formazione concreta e continua a tutto il personale prima di parlare di “Accademia Inps”. Inoltre, va valorizzata la formazione sul campo, che si esplica con l’affiancamento tra colleghi e il passaggio delle conoscenze lavorative. Un intervento andrebbe fatto anche su quei dirigenti che considerano la formazione un diversivo che distoglie i lavoratori dalla produzione.

A margine della riunione è stato affrontato il tema dei passaggi economici interni alle aree prima del varo del nuovo sistema di classificazione. Siamo favorevoli in linea generale a selezioni che riguardino tutto il personale delle aree A-B-C non inquadrato al livello apicale dell’area, tenendo conto delle disponibilità del Fondo, ma occorre fare in fretta. Nelle prossime settimane saremo chiamati ad affrontare il tema della trasposizione del vecchio ordinamento nel nuovo, individuando le famiglie e i profili professionali coerenti con le professionalità presenti nell’Istituto e con eventuali nuove funzioni necessarie. Poi saremo impegnati a fare in modo che la norma di prima applicazione garantisca entro il 2024 un passaggio di area a tutti i lavoratori A e B, per cercare di attenuare al massimo il mansionismo, sapendo tuttavia che i colleghi che transiteranno in area B continueranno a svolgere mansioni superiori perché all’Inps tutte le funzioni sono ascrivibili all’area C.