L’acqua è un bene comune e un diritto universale, non una merce
Sono recenti le dichiarazioni del Sindaco G. Alemanno circa le intenzioni di procedere alla vendita di quote societarie di ACEA, portando l’11 febbraio in Consiglio Comunale la proposta di ridurre ulteriormente la partecipazione del Comune di Roma dall'attuale 51% al 30%.
Dopo la trasformazione da azienda municipalizzata a SpA, dopo l’ingresso dei privati (la multinazionale francese Suez, Caltagirone) nella gestione dell’acqua - portate avanti dalle Giunte precedenti - si vuole ora sancire un ulteriore passaggio verso la definitiva privatizzazione di un bene comune e la sua consegna al business dei poteri forti finanziari.
Ma l’acqua non è una merce, è un bene comune e un diritto umano universale, da conservare per le future generazioni.
Le drammatiche conseguenze della crisi di un sistema economico finalizzato alla liberalizzazione forsennata del mercato, oggi sotto gli occhi di tutti, hanno da sempre e dovunque accompagnato le privatizzazioni dell'acqua e dei beni comuni portando: riduzione della qualità del servizio - sfruttamento selvaggio delle risorse - aumento delle tariffe - riduzione dell'occupazione e precarizzazione del lavoro.
Non a caso, in questi anni, dovunque nel mondo, si sono prodotte forti mobilitazioni sociali contro la privatizzazione e per la riappropriazione sociale dell’acqua.
Oggi, paesi come la Bolivia, l’Ecuador, l’Uruguay e il Venezuela hanno inserito il diritto all’acqua e la sua gestione pubblica e comunitaria nelle proprie costituzioni.
Oggi, in Europa, paesi come l’Olanda hanno approvato leggi che impediscono la privatizzazione dell’acqua e città come Parigi si apprestano a ripubblicizzare l’acqua, rimandando a casa Suez (presente in Acea) e Veolia, le due più grandi multinazionali dell’acqua.
E nel nostro Paese, oltre 400.000 cittadini hanno firmato la legge d’iniziativa popolare promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua.
E’ sull’onda di queste esperienze e di tutte le lotte per l’acqua bene comune, a cui attivamente partecipiamo, che vogliamo dire chiaramente che l’acqua è un bene di tutti e che nessun Sindaco - per quanto eletto - può disporne come se gli appartenesse.
Per questo dichiariamo da subito il nostro NO all’ulteriore svendita ai privati di Acea.
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia e capacità di futuro.
Giovedì 11 febbraio dalle 17,00
Presidio in Piazza S. Marco
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Comunicato stampa RdB nazionale del 10 febbraio 2010
L’ACQUA È UN BENE COMUNE E UN DIRITTO UNIVERSALE, NON UNA MERCE
RDB ENERGIA, NO ALLA ULTERIORE SVENDITA DELL’ACEA AI PRIVATI
Giovedì 11 febbraio, Roma
Presidio in Piazza S. Marco dalle 17,00
Sono recenti le dichiarazioni del Sindaco G. Alemanno circa le intenzioni di procedere alla vendita di quote societarie di ACEA, portando l’11 febbraio in Consiglio Comunale la proposta di ridurre ulteriormente la partecipazione del Comune di Roma dall'attuale 51% al 30%.
“Dopo la trasformazione da azienda municipalizzata a SpA, dopo l’ingresso nella gestione dell’acqua dei privati (la multinazionale francese Suez, Caltagirone) portato avanti dalle Giunte precedenti, si vuole ora sancire un ulteriore passaggio verso la definitiva privatizzazione di un bene comune e la sua consegna al business dei poteri forti finanziari”, afferma Fulvio Vescia, della RdB Energia.
“Ma l’acqua non è una merce, è un bene comune e un diritto umano universale, da conservare per le future generazioni – prosegue Vescia - e nel nostro Paese oltre 400.000 cittadini hanno già firmato la legge d’iniziativa popolare promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Con il presidio di domani vogliamo dire chiaramente che l’acqua è un bene di tutti e che nessun sindaco, per quanto eletto, può disporne come se gli appartenesse. Per questo domani saremo in piazza a Roma, per ribadire il nostro NO all’ulteriore svendita ai privati di Acea”, conclude il rappresentante RdB Energia.
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