Dal 1 settembre 2013 saranno 8 i nidi pubblici messi a bando per essere privatizzati dalla amministrazione del sindaco Alemanno. I privati che prenderanno in gestione gli asili, avranno un contributo di 480,769 € mensili per ogni bambino preso dalle liste di attesa del Comune di Roma.
“645 bambini per una cifra totale di 10.233.173 milioni di Euro sono una cifra importante, regalata a chi pretende di fare impresa con i soldi pubblici, ma ridicola se si considera che per gestire un asilo garantendo la qualità necessaria ne sono necessari almeno il doppio”, dichiara Caterina Fida, dirigente sindacale USB del Comune di Roma.
“Il sistema è ormai collaudato - continua Fida – il contenimento dei costi ed i guadagni saranno realizzati sulle spalle delle educatrici, sui loro salari dimezzati, sulle ore in più lavorate. In sostanza sullo sfruttamento del personale e sulla precaria assistenza offerta ai bambini”.
“A questo - sottolinea Fida - si va ad aggiungere la vergogna dell’affollamento. Pensiamo, ad esempio, al nido di via Valcannuta nel XVI Municipio, dove è prevista l’accoglienza di 98 bambini per una superficie netta utile totale di 502 mq, comprensiva di servizi, spazi per il personale, cucina, ossia spazi non utilizzati dai bambini. Sono 5,2 mq per ogni bambino, parametri vistosamente peggiorativi anche rispetto a quelli fissati dalla legge sui ‘nidi pollaio’ voluta dalla Polverini”.
“Il modello voluto da Alemanno è un servizio di custodia, anacronistico e indegno di una società civile”, incalza la rappresentante sindacale. “Ricordiamo a questo proposito la vicenda dell’asilo interno all’Ospedale Pertini, in parte convenzionato con il Comune di Roma e gestito privatamente dalla Sapiens, con sede a Bruxelles. Lì le educatrici impegnate erano al nero o con contratti di libera professione, con redditi che a malapena raggiungevano i 600 euro mensili. In quel caso la lotta dell’USB e delle lavoratrici ha portato all’allontanamento dalla gestione della Sapiens, che tutt’ora comunque gestisce altri nidi, anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
Conclude Fida: “Gli otto nidi devono dunque essere immediatamente aperti con una gestione pubblica e di qualità, assumendo le educatrici precarie del Comune di Roma. Per questo da ieri l’USB ha proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale educativo fino a quando non sarà ritirato il bando”.
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