PROTESTANO I CITTADINI DEL QUARTIERE, ALLONTANATI DALLA POLIZIA SCHIERATA IN FORZE ANCHE DAGLI UFFICI DEL MUNICIPIO IV!
ASIA-USB: FERMARE GLI SFRATTI E GLI SGOMBERI, RICONOSCERE IL DIRITTO ALLA CASA A CHI HA I REQUISITI DI LEGGE, RILANCIARE L'EDILIZIA PUBBLICA!
Questa mattina un ingente schieramento di forze di polizia (quanto ci costano questi sgomberi?) ha di nuovo sgomberato la signora Paola settantacinquenne, rea di essere stata coabitante da anni insieme all’amica assegnataria poi deceduta, che vive con 580 euro circa di pensione mensile.
Cacciata senza soluzione alternativa nell’indifferenza delle Istituzioni preposte ad affrontare le singole emergenze sociali e portata in ospedale, dove è stata ricoverata.
L'anziana signora ha trovato solo la solidarietà del quartiere, molti cittadini si sono riversati prontamente nella sede del Municipio IV da dove sono stati cacciati grazie all'intervento della Celere, senza ricevere risposte.
Tutto questo a nome del principio del ripristino della legalità che invece non viene applicato quando si tratta dei costruttori e delle coop che hanno truffato centinaia di migliaia di cittadini romani.
Questo sgombero avviene a soli tre giorni dalle elezioni e ci indica che è ricominciata la guerra contro i poveri e tra i poveri, in linea con le campagne di odio messe al centro della appena passata scadenza elettorale.
Alcuni cittadini questa mattina, durante lo sgombero, hanno ripetuto il mantra sentito in questi mesi da quasi tutti i politici: sgomberano gli italiani per fare posto agli immigrati.
Peccato che oggi l’appartamento della signora è stato assegnato ad una famiglia italiana e nessun politico è intervenuto per difendere la signora Paola, anziana, povera e italiana.
L’ASIA-USB ha denunciato nel mese scorso che quello che sta succedendo a San Basilio, a Tor Bella Monaca, a Villa Gordiani, al Trullo e in altre zone periferiche fa parte di un piano ben orchestrato a tavolino di sgombero dalle case popolari di inquilini italiani senza titolo, poveri e con evidenti fragilità, per consentire l’accesso alle famiglie in graduatoria, solitamente immigrate, al fine di favorire la guerra tra poveri e la crescita dell’intolleranza razziale.
Questa facile campagna ha dato risultati alle elezioni politiche per quelle forze senza scrupolo che mirano a colpevolizzare chi vive il dramma casa, ma non risolve il quesito che ci interroga su che fine faranno le 9000 famiglie che l’assessorato al patrimonio considera, molto spesso arbitrariamente, senza titolo e che il Comune vuole sgomberare?
L’ASIA USB da anni propone il rilancio di una vera politica pubblica per l’abitare, una nuova gestione delle case popolari che ne impedisca l’abbandono e il degrado, l’utilizzo degli alloggi vuoti degli enti previdenziali e delle grandi proprietà immobiliari, il recupero urbano dei palazzi tenuti vuoti da anni, l’assegnazione della case vuote a chi è in graduatoria, il riconoscimento del diritto alla casa per tutti i senza titolo con i requisiti in regola per accedere ad un alloggio popolare e l’utilizzo immediato dei fondi disponibili alla Regione per allargare il patrimonio troppo esiguo di case popolari.
Solo una nuova politica per l’abitare può fermare il fenomeno delle occupazioni che nascono solo a causa della mancata gestione dell’emergenza casa.
Solo lo sviluppo dell’edilizia residenziale pubblica e la sana gestione di quella esistente può fermare la guerra tra e contro i poveri.
Per fare questo bisogna prima di tutto fermare gli sfratti e gli sgomberi delle persone che hanno i requisiti di legge.
Roma 7 marzo 2018
ASIA-USB