Ancora bloccata la trattativa sui nidi, dopo ore di teatrino tra amministrazione e confederali, firmato un mini accordo (RdB non ha firmato), che permette di avviare le procedure per i trasferimenti (rimangono valide le domande inoltrate).
Si sospende la riduzione dell’organico già prevista per l’anno 2008/2009 e si rinvia a nuova trattativa il destino definitivo delle perdenti sede e della gestione del servizio in generale (modalità delle sostituzioni, mantenimento rapporto educatrice/bambino).
Se le parti non riusciranno a trovare un accordo le perdenti sede rimarranno nel nido di appartenenza con ruolo da definire.
Continua il processo di stabilizzazione anche se non sono definite le date.
Il corso-concorso sarà probabilmente oggetto di prossima trattativa ma ci sembra comunque legato a quanto l’amministrazione riuscirà ad avere in termini di ulteriore risparmio.
Quello cui abbiamo assistito ieri non era una trattativa in cui di affrontavano i diritti delle lavoratrici e delle famiglie, ma un vero e proprio scontro tra fazioni politiche.
Da un lato l’amministrazione che si fa scudo del presunto/vero dissesto finanziario e non dà quel segno di cambiamento necessario per migliorare il servizio e di cui si è fatta promotrice in campagna elettorale. Pare anzi che la riduzione dell’organico passi attraverso un ulteriore risparmio – come al solito – sul personale.
I sindacati firmatari degli accordi del 7 novembre e del 28 maggio non hanno il coraggio di ammettere che sono stati proprio loro, in connivenza con la passata gestione Veltroniana, a portare i servizi nella situazione drammatica in cui versano e si limitano a parlare di semplici correttivi degli stessi accordi.
E così tra chi minaccia scioperi, di chiudere le trattative, siamo arrivati alla fine di giugno senza alcuna garanzia che, a settembre, i nidi riusciranno a riaprire con un livello qualitativo accettabile per i bambini e per le lavoratrici.
Ci sembra che ancora una volta la priorità che tutti si danno è quella del risparmio sulla spesa del personale, evitando di andare a contrastare gli sprechi che nel settore ci sono e che RdB ha rilevato e denunciato pubblicamente e nelle sedi istituzionali competenti. Sprechi che una volta eliminati potrebbero far quadrare i conti più di quanto sia stato fatto finora.
Poiché la nuova gestione ha deciso di far quadrare i conti ripartendo da zero (per via dei poteri speciali conferiti al sindaco dal governo) crediamo che non esista alcuna necessità oggettiva che giustifichi questo accanimento riguardo la spesa sociale.
E se proprio fosse necessario si vada a risparmiare intervenendo in altri settori, non sulla pelle dei bambini e delle lavoratrici.
Dimostri nei fatti la nuova giunta che il primo valore, che anima la Roma capitale della Repubblica di cui parlano, è rappresentato dal rispetto dei diritti e della dignità del lavoro e dalla cura che ripongono negli aspetti educativi dei piccoli cittadini romani.